Unsane: cosa sappiamo dell’horror di Steven Soderbergh?

Unsane, il nuovo film di Steven Soderbegh ambientato in un ospedale psichiatrico, è pronto a sconvolgere tutti. Ma questa volta il regista avrà esagerato?

I film horror ambientati negli ospedali psichiatrici non sono di certo nuovi e Unsane rientra perfettamente in questa categoria. Il film, diretto da Steven Soderbergh che arriverà nelle sale americane il prossimo 23 marzo, sta già facendo parlare di sé, non tanto per la trama, quanto per un dettaglio veramente unico: Unsane infatti è stato girato interamente con un iPhone 7 Plus.

Indipendentemente dalle scelte registiche di Soderbergh, è impossibile evitare l’insorgere di sentimenti contrastanti ogni volta che un film affronta temi come gli ospedali psichiatrici o la salute mentale. Hollywood non è sicuramente famosa per la sensibilità con cui in passato ha rappresentato sul grande schermo individui colpiti da malattie mentali o il sistema generale delle cliniche psichiatriche. È quindi logico che, ogni volta che viene prodotto un film che si basi su queste tematiche, scatti sempre un segnale d’allarme.

Nel caso di Unsane, già dalle prime immagini del trailer è possibile intuire come l’ambientazione dell’ospedale psichiatrico verrà sfruttata nel film. Il trailer infatti si apre con un primo piano della protagonista Sawyer Valentini, interpretata da Claire Foy, intenta a leggere i molti messaggi presenti sul suo cellulare. Tutti i messaggi sono firmati da un certo David, un vero e proprio stalker che sta iniziando a importunare pesantemente la donna.

Sawyer decide quindi di trasferirsi in un’altra città per fuggire da David. Nonostante la distanza, la donna però non si sentirà mai al sicuro e addirittura, inizierà a vedere il suo stalker ovunque si trovi. Per riuscire a superare il trauma, Sawyer si convince quindi a recarsi in un centro di salute mentale, così da ricevere l’aiuto e il supporto necessario.

Unsane, l’horror di Steven Soderbergh che racconta gli ospedali psichiatrici e le vittime di stalking: due tematiche delicate, affrontate forse troppo alla leggera

Dopo aver visitato il centro, Sawyer parla con una dipendente della clinica, probabilmente un’infermiera o una consulente, che le fa compilare una serie di moduli, spiegandole che si tratta di semplice routine. Ma, una volta terminate le formalità, la donna scoprirà di aver acconsentito volontariamente (anche se all’apparenza in maniera inconsapevole) al suo ricovero nella clinica psichiatrica. Una volta all’interno dell’ospedale, Sawyer scoprirà che il suo stalker lavora proprio lì. Ma, seguendo le indiscrezioni del web, viene da chiedersi se sia effettivamente così, oppure se semplicemente la donna sia vittima di allucinazioni e se la presenza di David non sia altro che il frutto della sua immaginazione.

Se la premessa del film può sembrarvi interessante, oppure se siete dei fan dei thriller psichiatrici di ogni tipo e siete curiosi di scoprire come il film va a finire, è importante in ogni caso impedire qualsiasi tipo di implicazione possa avere un film come Unsane sull’opinione pubblica, riguardo gli ospedali psichiatrici. Per tutti coloro infatti alla prima esperienza con un film del genere, Unsane potrebbe essere l’unico sguardo per capire come funziona il sistema delle cliniche psichiatriche e della salute mentale. È quindi fondamentale approcciarsi al film con una mentalità critica, così da poter distinguere la finzione dalla realtà.

Ecco quindi tutto quello che occorre sapere prima di vedere Unsane

1. La differenza tra ricovero volontario e involontario

Il trailer e la sinossi di Unsane riportata sul sito, in realtà si contraddicono: non è chiaro se Sawyer acconsenta volontariamente o meno al proprio ricovero. Mentre infatti sul sito è riportato nella trama “Una giovane donna è ricoverata contro la propria volontà in un istituto psichiatrico”, nel trailer è possibile sentire l’infermiera che, al momento della compilazione dei moduli dichiara: “Firmando questi acconsente al ricovero volontario”. Prima di fare luce su questo aspetto, è necessario però precisare che forse, nell’universo del film, il personale della clinica è corrotto e potrebbe ricorrere ad ogni mezzo per convincere la paziente a ricoverarsi volontariamente, quando in realtà lo sta facendo in maniera inconsapevole.

Ma è possibile nella realtà acconsentire involontariamente al proprio ricovero? Legalmente ciò può accadere in due modi negli USA. Nel primo caso, il ricovero è ordinato dal tribunale. Ciò è possibile quando, dopo un processo, è il giudice a stabilire che il ricovero psichiatrico è la scelta migliore rispetto la prigione. Nel secondo caso invece, è un professionista della salute mentale che impone il trattamento in clinica, perché il paziente è ritenuto pericoloso per sé o per gli altri in un prossimo futuro.

Gli avvocati che credono che queste norme non siano abbastanza, sostengono che nel momento in cui un paziente viene etichettato come “pericoloso per sé o per gli altri”, è già troppo tardi. Altri invece hanno constatato che alcuni psichiatri siano piuttosto esagerati nelle valutazioni, soprattutto quando dichiarano un individuo pericoloso solo sulla base di un commento irreverente o un comportamento sbagliato. Perfino i migliori psichiatri o quelli con buone intenzioni, spesso ricoverano persone che in realtà non ne hanno bisogno. La verità è che nessuno di noi è capace di prevedere chi potrebbe spingersi al suicidio.

In merito a questo argomento, il Mental Health America ha spiegato come in realtà il trattamento volontario non è sempre veramente volontario.

La coercizione è spesso necessaria durante il ricovero volontario [e] alle persone che affrontano un ricovero involontario, viene spesso offerta la possibilità di diventare pazienti volontari. Tuttavia, in molte strutture d’igiene mentale, una persona ricoverata volontariamente non è libera di andarsene quando vuole. D’altra parte, le leggi sulla salute mentale consentono alle strutture di tenere in clinica un paziente anche fino a una settimana dopo che questa ha espresso il desiderio di andarsene.

Nel trailer infatti è possibile assistere a un telefonata di Sawyer alla polizia, dopo il suo ricovero. Mentre la donna chiama gli agenti, dichiarando di essere detenuta nella clinica contro la sua volontà, l’infermiera davanti a lei risponde: “ Sa quante chiamate di questo tipo ricevono i poliziotti ogni settimana?”

Tuttavia, mentre è possibile che nella realtà alcune persone vengano sottoposte a trattamenti psichiatrici ingiustamente e contro la loro volontà, l’idea che qualcuno possa casualmente firmare un modulo che acconsenta al proprio ricovero volontario durante una semplice visita in una clinica psichiatrica, è alquanto irrealistico. Nella realtà, una persona che non è in una situazione di crisi psicologica, deve aspettare mesi prima di poter incontrare uno psichiatra: potrà al massimo ricorrere al pronto soccorso se la situazione diventa un’emergenza. È quasi ridicolo quindi, quanto sia veloce e efficiente il processo di ricovero visto nel trailer.

Sicuramente il ricovero volontario è stato un incubo per più di una persona e rappresenta ancora qualcosa contro cui combattere, ma è necessario impedire che le persone veramente in difficoltà tardino a chiedere aiuto, per paura di correre il rischio di rinunciare inconsapevolmente alla propria libertà con una semplice firma, mentre sono semplicemente alla ricerca di supporto.

2. È importante credere alla vittime di stalking e abusi psicologici

Come sostiene Keren Herms su Twitter, il mistero che ogni volta circonda le preoccupazioni di una donna (sono serie o meno?), o che fa credere che sia semplicemente pazza, riflette purtroppo il trattamento riservato ai nostri giorni alle donne vittime di stalking o violenze sessuali. Karen ha infatti dichiarato: “C’è qualcun’altra infastidita da Unsane, praticamente Gaslighting: il film? Della serie: forse lei è veramente vittima di uno stalker o magari è semplicemente un’altra donna pazza e esagerata. Siete voi che decidete!”

Secondo il National Center for Victims of Crime, “il 15% delle donne e il 6 % degli uomini sono stati vittime di stalking almeno una volta nella loro vita e si sono sentiti veramente spaventati, tanto da credere che loro stessi o qualcuno a loro vicino potesse essere ferito o ucciso”. E gli effetti psicologici di queste esperienze sono reali. La prevalenza di ansia, insonnia, disfunzioni sociali e grave depressione è molto più alta nelle vittime di stalking che nel resto della popolazione.

Essere vittima di stalking non vuol dire essere pazzi, ma può implicare dei seri danni psicologici dovuti alla paura e all’ansia dell’essere stalkerato. Nonostante il film non generalizzi a proposito delle vittime di stalking, è importante ricordare quanto sia fondamentale credere a chi viene abusato e non dare loro la colpa oppure presumere che stiano esagerando o inventando quanto accaduto.

3. Se gli ospedali psichiatrici sono le ambientazioni dei film, i pazienti non sono oggetti di scena

Nel trailer di Unsane, i pazienti dell’ospedale dove si trova Sawyer non sono rappresentati come veri personaggi, ma piuttosto come prova di quanto quel posto sia spaventoso, un luogo a cui la donna non può appartenere. Vediamo un paziente seduto sul suo letto che la guarda minacciosamente. Un’altra, ha un pezzo di metallo nascosto nella cintura dei pantaloni. Nel trailer nessuno parla, tranne Sawyer e le infermiere.

Sicuramente è difficile farsi un’opinione semplicemente dal trailer. Forse gli altri pazienti avranno delle parti più consistenti e delle qualità che serviranno a rendere l’ospedale psichiatrico meno spaventoso e pericoloso di quanto sembra. Nonostante questo, è importante rendere umani i pazienti che popolano gli ospedali psichiatrici. Mentre i film e gli altri media possono e devono criticare il sistema che regola i centri d’igiene mentale, usare la figura dello “spaventoso paziente psicopatico” non fa altro che stigmatizzare quelle persone che sono entrate in un ospedale psichiatrico solo per cercare aiuto e poi sono finite ricoverate contro la loro volontà. Le persone all’interno degli ospedali psichiatrici sono sempre persone e meritano di meglio che essere rappresentate diversamente da quello che sono, solo per dimostrare che Sawyer Valentini non dovrebbe essere lì.

Se Unsane sarà realmente così, come il trailer sembra dimostrare, abbiamo bisogno di rappresentazioni più accurate e veritiere dei pazienti e del sistema delle strutture per la salute mentale. Forse se un film come questo fosse un caso isolato, non sarebbe un grande problema, ma se il pubblico continua a conoscere il mondo degli ospedali psichiatrici e della saluta mentale solo attraverso i film horror, dobbiamo fare in modo che esistano altri luoghi dove informarsi.

Unsane uscirà nelle sale prossimamente in Italia distribuito da 20th Century Fox.