Chi era Tina Anselmi? La storia dietro al film Rai con Sarah Felberbaum

Sarah Felberbaum interpreta per la Rai Tina Anselmi, in un film – Tina Anselmi. Una vita per la democrazia –, programmato non a caso nel giorno della festa della Liberazione. Cosa sapere su questa eroina della Resistenza, una delle ‘madri fondatrici’ della nostra Repubblica.

Citata dalla premier Giorgia Meloni nel suo discorso d’insediamento nel novero delle figure femminili della nostra Storia che “hanno osato per impeto, per ragione o per amore”, Tina Anselmi è stata la prima donna a diventare Ministra (del Lavoro, nel 1976, e poi, della Sanità, nel 1978). Nel 1981, unica donna tra quaranta uomini, assunse il ruolo – delicatissimo – di presidente della commissione parlamentare volta a fare chiarezza sulle attività della loggia massonica nota come P2

Chi era Tina Anselmi e cosa ha fatto? La storia della prima ministra della Repubblica italiana che, da cattolica praticante, firmò la legge sull’aborto

A lei si deve la legge 903 sulle pari opportunità, scritta e firmata nel 1977, il cui articolo 1 esordisce asserendo il divieto a “qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso  al  lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale”.

La sua attività politica è stata sempre svolta a sostegno delle donne, della loro emancipazione attraverso l’occupazione e la parità dei diritti, e nella devozione assoluta ai principi democratici, tra cui quello, non negoziabile, della laicità e della neutralità religiosa dello Stato. Pur profondamente credente, Tina Anselmi, da Ministra della Sanità, nel 1978, ha firmato la legge194 sull’interruzione volontaria della gravidanza.  

La scelta di entrare nella Resistenza, dopo aver assistito a un’impiccagione ‘spettacolarizzata’ dai nazifascisti

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Tina Anselmi e Sarah Felberbaum, che la interpreta in un film tv Rai

Nata Castelfranco Veneto nel 1927, prima di quattro figli, Tina Anselmi viene cresciuta dal padre secondo idee socialiste: durante il ventennio fascista, l’uomo, Ferruccio Anselmi, è tra i ‘sediziosi’ che vengono tenuti d’occhio e, per questo, subisce numerosi atti di intimidazione o aperta persecuzione. Del lato materno della famiglia, la piccola Tina ammira, in particolar modo, la nonna Maria Bendo, la quale, rimasta vedova a crescere tre figli, si guadagna l’indipendenza occupandosi di un’osteria.

Nel 1944, Tina Anselmi ha diciassette anni e vive a Bassano, dove studia all’Istituto magistrale. Assieme ad altri studenti della sua scuola, è costretta da una pattuglia di nazifascisti ad assistere all’impiccagione di quarantatré prigionieri: tra loro, anche il fratello maggiore di una sua compagna di classe. Di fronte allo spettacolo imposto di una tale atrocità, si risolve a diventare partigiana, come staffetta della Brigata autonoma Cesare Battisti

Tina Anselmi: maestra, sindacalista, deputata. Una vita ‘a servizio’.

Finita la guerra, si laurea in Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore e inizia a insegnare alle elementari. Iscritta alla DC, ne anima soprattutto il movimento femminile e, nel corso della prima parte della sua vita, svolge a più riprese l’attività di sindacalista: dal 1945 al 1948 è dirigente del Sindacato Tessili; dal 1948 al 1955 del Sindacato Maestre.

Eletta deputata ininterrottamente, nella circoscrizione di Venezia-Treviso, dal 1968 al 1992, nel 1981 e fino al 1985, è stata, su incarico dell’allora Presidente della Camera Nilde Iotti, presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, unica donna in un gruppo di uomini, tra senatori e deputati. Questo incarico le sarebbe costato l’isolamento, anche da parte del suo stesso partito, negli anni successivi alla chiusura del lavori

Nel 1998, in riconoscimento al suo impegno politico instancabile, viene nominata Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica italiana. La morte sopraggiunge nel 2016, quando ha compiuto 89 anni, a causa delle complicazioni di un ictus e della progressiva debilitazione dovuta al Parkinson, malattia che le era stata diagnosticata già nel 2001. 

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