The Room – La stanza del desiderio: la spiegazione del finale

Cerchiamo di rispondere ad alcuni interrogativa circa l'affascinante stanza del desiderio protagonista del film con Olga Kurylenko e di capire il significato della pellicola e del finale.

Con The Room – La stanza del desiderio Christian Volckman ci stuzzica con un sogno che potrebbe attirare molti e che getterebbe la base per la costruzione di un buon horror fantasy: l’idea di poter realizzare tutto ciò che si desidera, di avere soldi, gioielli, abiti, buon cibo e persino un bambino semplicemente chiedendo a una stanza è davvero eccitante, ma che prezzo ha tutto questo?

Nella pellicola uscita in Italia nel 2019 grazie a Bim Distribuzione, Olga Kurylenko e Kevin Janssens vestono i panni di una giovane coppia che si trasferisce in un’isolata casa per ricominciare dopo un periodo difficile, sperando di trovare serenità. La casuale scoperta di una stanza segreta e conseguentemente la magia che in essa è custodita getta un fascio di mistero ed euforia nelle loro giornate. Improvvisamente possono avere tutto ciò che di materiale desiderano. La situazione scappa di mano, però, nel momento in cui Matt fa trovare a Kate una culla, chiedendole di riprovare ad avere un bambino. Ma la donna, tormentata dall’idea di rivivere lo stesso dolore provato a causa dei due aborti precedenti, reagisce male, salvo poi decidere d’istinto di prendere una scorciatoia e chiedere alla stanza un figlio (Shane).

Come funziona la stanza del desiderio nel film con Olga Kurylenko?

The Room – La stanza del desiderio cinematographe.it

La domanda che sorge spontanea, sia al pubblico che ai protagonisti del film, è quale sia il meccanismo che consente alla stanza di creare cose e persone. Fin dall’inizio della pellicola si avverte che c’è qualcosa che non va nell’impianto elettrico e quell’astruso groviglio di fili scovato da Matt e dall’elettricista ne è la prova: il sistema è davvero arcaico e anomalo ed è sicuramente la causa principale dei continui sbalzi di corrente. Ma a tale sistema evidentemente è legata anche la sopravvivenza stessa dell’intera abitazione.
Ogni volta che i personaggi esprimono un desiderio, la luce si accende e spegne. Inoltre c’è una scena in particolare in cui Matt è costretto ad attraversare le pareti della stanza, strisciando tra le liane di fili elettrici per poi raggiungere il mondo partorito dalla mente del “figlio” (interpretato da Joshua Wilson e da Francis Chapman).

In The Room – La stanza del desiderio Christian Volckman non si spinge al punto da farci capire perfettamente il meccanismo di produzione della stanza, lasciandoci intendere che sia legato al sistema elettrico, che molto probabilmente è qualcosa di molto più complesso di un generatore di energia. Ciò che ci è chiaro quasi fin da subito, invece, è che le creazioni avvenute all’interno della stanza sono costrette a rimanere nella casa se vogliono sopravvivere. Matt se ne accorge quando prende i soldi e li mette in tasca ma, proprio quando vorrebbe estrarli per pagare, si ritrova con un mucchio di polvere. Intuisce allora la truffa dei desideri e delle scorciatoie che lui e la moglie hanno preso. La più grande, senza dubbio, è quel bambino.

Quando Kate, ignara, esce fuori tenendolo in braccio, il piccolo inizia a piangere e cresce improvvisamente. Ai suoi pianti si sostituisce la parola e la normale richiesta di uscire e giocare. La scusa dei genitori è quasi scontata: dicono al bambino di essere affetto da una malattia, ma la bugia dura poco e il rapporto tra i tre si infittisce sempre più.

Da dove viene quel bambino e chi è davvero?

the room la stanza del desiderio cinematographe.it

Il bambino rappresenta in The Room una vera e propria trappola. I suoi vagiti ingannano la giovane coppia, dipingendo una felicità surreale, che non hanno faticato troppo a ottenere. Come in tutte le coppie che si accingono ad accogliere una nuova vita, anche per Matt e Kate l’arrivo del “figlio” comporta lo scatenarsi di un caos che li vede allontanarsi sia fisicamente che mentalmente; lei è pronta a proteggere quella creatura a tutti i costi, lui invece lo teme, ma non ha il coraggio di sbarazzarsene, al punto che quando ne ha l’occasione scappa via.

Nel triangolo che il regista mette in scena il complesso di Edipo si interseca con il timore di non essere abbastanza omologati per far parte della società, con la paura di mostrare la diversità o, se vogliamo, di volere l’apparente normalità a tutti i costi. Ecco allora che quel bambino, nato da un desiderio e costituito unicamente di finzione, si mostra inizialmente come un sogno per poi materializzarsi in un vero e proprio incubo. Il giovane non si accontenta di giocare a fare il figlio, non gli basta essere il desiderio di qualcuno poiché anche lui, a sua volta, ha dei desideri da esaudire e dei bisogni da soddisfare.
Quando, dalla fessura della porta, spia Matt e Kate fare l’amore, capisce che per essere all’altezza del padre deve anche lui essere adulto, per questo apre la porta e, esponendosi alla realtà, cresce e ritorna a casa con la pretesa di sostituirsi a Matt.

Il doppio in The Room – La stanza del desiderio

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La trama si infittisce, lasciando scaturire ulteriori domande, nel momento in cui ci accorgiamo che il giovane ha la capacità di assumere le sembianze altrui. Kate se ne accorge dal modo in cui mangia, dalle frasi che dice e dal modo in cui la tocca. Ma come ha fatto a fare tutto questo? Man mano che il minutaggio scorre risulta chiaro come Shane abbia creato una realtà parallela, riuscendo addirittura a giocare con le sensazioni della coppia.

Quando Matt attraversa la foresta per raggiungere l’abitazione è palese che ivi egli abbia creato un’illusione e che la sua capacità si estenda ben oltre la richiesta di una cosa materiale, arrivando a manipolare la realtà, come se stesse creando un sogno.
Particolare a tal proposito la scena in cui Kate e Matt creano le loro proiezioni per poi sfuggire verso la vera casa.
A dirla tutta questo frangente è un po’ repentino e confuso: non capiamo alla perfezione come abbiano fatto ad aggirare il sistema, ma è chiaro che il loro intento è quello di riprodurre una stessa scena per dare l’illusione al ragazzo di aver raggiunto il suo obiettivo, salvo poi chiuderlo fuori, lasciando che invecchi velocemente per poi ridursi in polvere.

Cosa succede alla fine di The Room – La stanza del desiderio?

Dopo la morte di Shane la pellicola ci fa vedere quanto accade a distanza di un mese trasportandoci in quello che sembra essere un motel. Matt bussa alla porta per portare la colazione alla moglie ma lei non risponde, rimanendo immobile, seduta sul letto. Solo dopo qualche secondo capiamo il perché della sua espressione: ha in mano un test di gravidanza e il risultato parla chiaro, è incinta. A lasciare interdetti gli spettatori però è un dettaglio: le abat-jour alle spalle di Kate si accendono e spengono a intermittenza, proprio come succedeva all’interno della casa.

Sorge allora spontaneamente un dubbio: di chi è quel figlio? Guardando la donna si legge lo stupore sul suo volto, il che potrebbe derivare certamente dalla paura di affrontare una nuova gravidanza (che potrebbe non portare a termine come le precedenti), oppure la paura potrebbe derivare da una scena che abbiamo visto in precedenza, ovvero quella in cui Shane tenta di abusare di Kate. C’è da dire, però, che quella sequenza è davvero troppo breve e il repentino arrivo di Matt sembra non aver dato molto tempo al giovane. Il dubbio, tuttavia, rimane.

Curioso, ad esempio, è il fatto che, nonostante siano palesemente lontani dalla casa e dalla stanza magica, le luci hanno lo stesso identico difetto proprio nel momento in cui Kate scopre di essere incinta. E se quel figlio in arrivo non fosse altro che l’ennesimo desiderio esaudito dalla stanza?
Dopotutto nel terzo atto del film è palese come Shane e la casa siano collegati: lui riesce a far apparire cose che fino a quel momento non ci erano state mostrate e ciò può derivare da una capacità naturale o forse, semplicemente, da una creatività molto più spiccata.

Stando alle dichiarazioni della stessa attrice Olga Kurylenko il bambino che Kate porta in grembo è il figlio di Shane.

Il messaggio di The Room – La stanza del desiderio

È infine lecito chiedersi quale sia il messaggio custodito nel film diretto e sceneggiato da Christian Volckman e, analizzando tutto ciò che viene messo in gioco, appare chiaro come The Room sia una critica alla società omologata e capitalista, una società in cui conta l’apparenza e la felicità materiale. Così l’illusione di avere un figlio sembra essere più accattivante della possibilità di averlo davvero. Fondamentalmente è come se Kate rifiutasse la realtà e la possibilità di correre il rischio di vivere, mettendo a repentaglio molto più della sua stessa vita.