The Perfection: la spiegazione del finale del film Netflix

Diamo uno sguardo approfondito a The Perfection, ll'horror diretto da Richard Shepard, disponibile su Netflix dal 24 Maggio. Una montagna russa degna di essere studiata.

Un viaggio infernale all’interno della flebile psiche delle due interpreti Allison Williams e Logan Browning. The Perfection si presenta come un horror sui generis con una forte componente LGBT, che funge da base per un rapporto chiave travolgente. Due violoncelliste alle prese con una sfida più grande di loro: dimostrare di avere la stoffa per farsi valere come musiciste affermate.

Allison Williams da Scappa – Get Out a The Perfection: il nuovo volto dell’horror

The Perfection: il guanto di sfida

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La trama viene ideata secondo dettami ben specifici e un linguaggio cinematografico all’insegna della sofisticatezza. Allison Williams e Logan Browning ricoprono il ruolo rispettivamente di Charlotte Willmore ed Elisabeth Wells, due artiste musicali di spicco provenienti dalla prestigiosa scuola Bachoff, gestita da Anton (Steven Weber) e la sua collega Paloma (Alaina Huffman). Due personalità estremamente dotate e con una spiccata capacità di suonare il violoncello tanto da essere ritenute le migliori. La Perfezione del titolo è il traguardo ultimo per valorizzare il proprio talento. Un percorso ricolmo di intense sessioni a scuola, una scalata verso il successo durante la quale le due donne hanno perduto la loro dignità.

Il segreto che si cela dietro l’accademia di musica è agghiacciante: le studentesse più apprezzate dal mentore Anton vengono sottoposte a una prova ulteriore di dubbio valore morale nella Cappella, una stanza acusticamente perfetta e ispirata all’elegante sala da concerto Musikverein a Vienna. In questo luogo si esibiscono le migliori del corso, pronte a suonare brani complessi senza sbagliare una nota. Nel caso in cui queste non riuscissero a terminare impeccabilmente il brano, la pena che spetterebbe a loro è l’abuso sessuale.

The Perfection: un trauma irreparabile nel film targato Netflix

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Volti segnati da un passato traumatico, incapaci di vedere il mondo con uno sguardo lucido e incantato. Charlotte e Elisabeth si ricorrono, si distruggono per poi ricomporsi e sconfiggere la reale minaccia che le tormenta. La prima dovrà convivere con la morte di sua madre, costretta poi a confrontarsi definitivamente con la realtà allucinante della scuola che potrebbe indebolirla. La seconda invece è vittima del vortice distruttivo generato da Charlotte. Si parla dell’incontro a Shanghai a inizio pellicola, scelte come giudici per selezionare il prossimo studente di Anton, poi l’avvicinamento, la tensione sessuale e la somministrazione di vari farmaci per drogarla e farle perdere la ragione, tanto che Elisabeth si immagina dei vermi sottopelle da rimuovere solo tagliandosi la parte del corpo più importante: il braccio che le serve per suonare. Un azione sconsiderata che si rivela decisiva e illuminante solo nella seconda parte della pellicola, quando realizzano di essere state sfruttate da adolescenti e non esaltate come artiste. Un taglio deciso diviene figurativamente un distacco netto dalla prigione che hanno imparato a sopportare durante la loro formazione musicale.

The Perfection: recensione del film Netflix con Allison Williams

Quando Anton invitava le studentesse a suonare nella Cappella per il suo piccolo pubblico, al fine di “raggiungere la perfezione”, ottenevano un particolare tatuaggio: una piccola nota sulla spalla. Un segno distintivo che diverrà simbolo di rinascita, quando uniranno le forze per uccidere i responsabili delle violenze subite in passato. Il film di Shepard imposta la marcia alta, puntando alla violenza psicologica molto marcata ma il cuore di The Perfection risiede nelle due protagoniste e nel loro intenso affiatamento.

The Perfection: l’evoluzione definitiva delle artiste nel finale del film

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Nell’ultimo atto del film Netflix vediamo salire sul palco della Cappella Charlotte ed Elisabeth. Da ragazzine acerbe, insicure e incapaci di tener testa ai loro mentori violentatori, ad angeli in grado di sterminare sul loro cammino il male che le ha consumate. Un’evoluzione significativa che pesca a piene mani dalla trilogia della vendetta di Park Chan-Wook, con il registro e il tono delirante e immerso nell’oscurità del cineasta francese Pascal Laugier (Martyrs). Una mistura efficace e generatrice di una tensione genuina, fresca e aggiornata nelle dinamiche, The Perfection segue una linea narrativa volutamente scomposta affidandosi al talento recitativo di Williams e Browning. Non ha paura di sporcarsi le mani e premere l’acceleratore sulla violenza esplicita, con un paio di scene che rischiano seriamente di rimanere impresse nella retina. Su tutte vi è la chiusura del film.

Da segnalare infatti l’emblematica sequenza che precede i titoli di coda: l’unione di due ragazze menomate che si avvolgono attorno a un violoncello, dopo il brutale scontro con Anton nella Cappella. La loro forza viene potenziata dallo strumento musicale, esprimendo la propria rabbia attraverso delle note incisive e trascinanti. Trovano un equilibrio ottimale all’interno dell’accademia, ritenendosi le migliori studentesse e continuando a esibirsi per Anton, che si ritrova senza arti e con la bocca e gli occhi cuciti. Solo le orecchie rimangono intatte: può solo godere del suono della vittoria e della sinfonia generata nello stadio finale della inscindibile relazione fra le ragazze. Uno scontro decisivo che culmina in una risoluzione agghiacciante, ma al contempo liberatoria.

Il tema delicato dell’abuso sessuale viene filtrato attraverso l’orrore visivo e uditivo e condensato in 90 minuti di pura goliardia filmica ed espressiva. Il riferimento allo scandalo legato a Harvey Weinstein non è così tanto sottile, anzi la pellicola cavalca prepotentemente l’onda del movimento femminista #MeToo applicandola a una storia che richiama lo svolgimento di Whiplash (2014). Si tratta del raggiungimento dei propri obiettivi sotto una lente deformata e incentrata sull’emancipazione. Le due musiciste accedono, collaborando e sfoggiando il proprio ingegno e talento, a uno stato di autonomia tale da ergersi a esseri supremi e oggetti di venerazione. Un duo nella loro forma più pura e limpida, senza essere soggette a dipendenze da figure autoritarie.

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