The Nun – La vocazione del male è una storia vera?

Cosa è vero e cosa invece è frutto della fantasia nello spin-off di The Conjuring? Ecco alcune cose da sapere sul demone Valak, il monastero di Santa Carta e la suora crocifissa in Romania.

Con la saga di The Conjuring James Wan ha dato vita a un franchise che, oltre a spaventare milioni di persone, ha acuito la curiosità intorno a demoni e situazioni sempre nuove, che vanno a concatenarsi di film in film, facendoci balzare tra presente e passato. Con The Nun – La vocazione del male (di cui potete leggere qui la nostra recensione), vengono finalmente rivelate le origini di Valak, il demone dalle sembianze di una suora che abbiamo già visto nelle pellicole precedenti.

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La storia del film diretto da Corin Hardy trova l’ambientazione perfetta in Romania, presso il Monastero di Santa Carta. Siamo nel 1952 e il Vaticano invia un prete e una suora novizia a investigare su un caso di suicidio avvenuto in un convento di clausura. La cosa che viene naturale chiedersi è quanto sia vero ciò che viene narrato nell’horror thriller. È chiaro che molti dettagli siano intarsiati di finzione, fondamentale per la resa scenica e, tuttavia, anche nel resto del Conjuring Universe si fa menzione di casi realmente affrontati dai coniugi Ed e Lorraine Warren (interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga), ma in molti casi le connessioni con la realtà sono alquanto labili.

Valak: chi è il demone di The Nun?

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Nel caso di The Nun molto di quello che vediamo sul grande schermo è vero: il demone conosciuto come Valak o Valac esiste e la descrizione che viene fatta nel film è abbastanza fedele a quella che i demonologi sanno. All’interno dell’opera di demologia anonima del ‘600, Piccola Chiave di Salomone e specificatamente in uno dei cinque libri di cui è composta, l’Ars Goetia (gli altri sono Ars Theurgia-Goetia, Ars Paulina, Ars Almadel e Ars Notoria), che pare fare a sua volta riferimento a degli scritti precedenti, risalenti a prima del 1400, si possono trovare svariati riferimenti al già citato demone, anche se viene raffigurato come un giovane ragazzo con le ali d’angelo che cavalca un drago a due teste e non come una suora con la faccia dipinta di bianco, che si ispira invece a un episodio legato alla vita della vera Lorraine Warren.

Nella classificazione che durante i secoli è stata fatta dei demoni Valak risulta tra quelli più antichi e potenti. Egli agisce in solitaria ed è uno dei più evocati dall’uomo, capace di rivelare tesori nascosti e regalare molta fortuna, ritenuto altresì responsabile di alcune grandi sciagure storiche. Secondo gli esperti, che lo definiscono anche “vagabondo del cosmo” o “presidente dell’inferno”, avrebbe il potere di dominare le forze della natura psicosessuale.

Tornando alla suora rappresentata in The Nun – La vocazione del male, il produttore ha raccontato di come è stata forgiata a livello cinematografico. Chiaramente lo scatto primordiale c’è stato in The Conjuring 2, da lì è partito un lungo ragionamento che ha portato Wan e il suo team a elaborare una figura in grado di minacciare Lorraine Warren da vicino, di intaccare la sua vita privata e l’incolumità della persona che ama. Il fatto di immettere tale entità nel corpo di un’icona sacra è stato stimolante. Il suo involucro è ispirato a una visione che la demonologa ha avuto realmente.

The Nun – La vocazione del male: il Monastero di Santa Cârța e la storia della suora crocifissa

Stando alle indicazioni del film, la storia si svolge all’interno dell’abbazia di Santa Carta, situata tra i boschi della Transilvania, nel cuore montuoso della Romania. Eretto già nel 1202, il monastero ospitava monaci e monache cistercensi, sfrattati dal re d’Ungheria intorno al 1494. La data riportata nel film (1952) ci dà l’idea che il monastero sia stato abitato e vissuto fino a tempi relativamente recenti, ma molto probabilmente già all’epoca non appariva così, essendo ridotto a una manciata di muri.

C’è, in ogni caso, un fondo di verità che si ricollega direttamente a questo luogo, in ciò che viene narrato in The Nun ed è un esorcismo risalente al 2005 (e non agli anni ’50), tenutosi a Tanacu, a circa 350 chilometri da Bucarest. La storia riguarda una suora di 23 anni, Irina Cornici, crocifissa dalle consorelle per volere di un prete ortodosso secondo il quale la donna fosse posseduta dal demonio. La sua storia ha affascinato anche la scrittrice romena Tatiana Niculescu Bran, autrice del libro Confessione a Tanacu.
Pare che, prima di essere crocefissa, la donna sia stata tenuta con mani e piedi legati per diversi giorni, senza acqua né cibo. Stando alle diagnosi mediche Irina era affetta da schizofrenia, ma chi le stava intorno aveva scambiato la malattia per un possesso demoniaco, causando la morte della suora (e la condanna al carcere per i responsabili di tale reato).

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Quindi si, possiamo dire che The Nun – La vocazione del male parte da fatti realmente accaduti per dare origine a un film di certo molto più impattante visivamente, in cui la presenza della suora si materializza all’interno di un monastero già di per sé misterioso, animato da spiriti che solo dopo si smascherano tali. Il punto di forza, cinematograficamente parlando, è la relazione con The Conjuring 2 e il fatto di richiamare le atmosfere de Il Nome della Rosa, quindi tutte quelle relazioni legate all’incontro-scontro tra sapere “scientifico” e spirituale.

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