Scusate se esisto!: il finale del film con Paola Cortellesi e Raoul Bova

Scusate se esisto! è un inno alla libertà di essere ciò che siamo, che sia nella vita privata o lavorativa: il finale del film con Paola Cortellesi e Raoul Bova.

Paola Cortellesi interpreta Serena Bruno, laureata in architettura con molteplici master conseguiti all’estero che, un giorno, decide di tornare in Italia. È questo il presupposto, che a pensarci pare quasi paradossale nei giorni nostri, di Scusate se esisto!. Il film del 2014, diretto da Riccardo Milani e scritto dallo stesso regista insieme a Giulia Calenda, Paola Cortellesi e Furio Andreotti, vede nel cast anche Raoul Bova (Francesco), Corrado Fortuna (Pietro), Lunetta Savino (Michela), Ennio Fantastichini (Dott. Ripamonti), Marco Bocci (Nicola), Cesare Bocci (Volponi) e tanti altri ancora.

In Scusate se esisto!, quando Serena torna in Italia, trova un Paese in cui i suoi titoli hanno un riconoscimento pressoché nullo, mentre le sue possibilità di carriera vengono frenate da un dettaglio che dovrebbe essere poco rilevante: il suo essere donna. Finisce addirittura per fare la cameriera, nel ristorante di Francesco. Con lui, dichiaratamente gay uscito da un divorzio con un figlio, inizia un’amicizia che lo porta a ospitarla a casa propria – essendo la donna ormai sotto sfratto. Il loro rapporto si rivelerà per entrambi estremamente utile nel momento in cui Serena, all’ennesimo provino in cui presenta un progetto per ristrutturare un edificio fatiscente della periferia, finge di essere l’assistente di un architetto uomo, Bruno Serena: in questo modo viene assunta, ma c’è un problema. Il Dott. Ripamonti, a capo dello studio in cui lei deve lavorare, si aspetta di vedere il suo capo in video conferenza, e qui entra in gioco Francesco. Egli accetta di fingersi l’architetto Bruno Serena a una condizione: che Serena si finga la sua nuova fidanzata, nel momento in cui deve ospitare suo figlio, al quale non ha ancora detto di essere gay.

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Scusate se esisto! – Il finale del film

Nello studio del Dott. Ripamonti Serena, sotto il falso nome di Giulia Conti, entra a contatto con una realtà dominata dall’ipocrisia: tutti gli impiegati hanno qualcosa da nascondere, pur di lavorare, proprio come lei. Ma la cosa che più la tocca nel profondo è vedere come Michela, l’assistente del Dott. Ripamonti, sia la vera mente dietro l’attività del suo capo. Una situazione che ricorda un po’ anche quello che fa lei stessa, quando guida Francesco in videoconferenza e come le fa notare anche Pietro – che l’ha vista lunga in un certo senso – ma che si distingue per alcuni particolari: Michela, infatti, è innamorata del suo capo, per cui ha una spinta che la porta ad agire nella sua ombra non dovuta semplicemente alla necessità nuda e cruda di avere un posto di lavoro, ma anche alla volontà di aiutare una persona a cui tiene più di quanto non tenga a se stessa. Le parole di Serena sembrano non avere effetto su di lei, ma in realtà innescheranno, in un modo o nell’altro, un processo di emancipazione del personaggio che sarà la chiave della soluzione finale di Scusate se esisto!.

È arrivato il giorno in cui Bruno Serena deve incontrare di persona il Dott. Ripamonti. Serena continua a essere motivata a portare avanti la finzione con Francesco e l’incontro si svolge regolarmente finché il capo dello studio non manifesta la volontà di stravolgere il cuore del progetto, per costruire un centro commerciale. Qui Francesco, in arte Bruno Serena, non ha elementi per poter controbattere: soltanto Serena Bruno li ha, ma, in quanto semplice assistente, non viene ascoltata. Se il suo progetto viene stravolto, però, che senso ha portare avanti questo teatrino? Serena ha dimostrato più volte di dare importanza anche all’anima e all’amore per quello che fa, oltre alla moralità delle condizioni di lavoro: per lei ormai il gioco non vale la candela.

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A questo punto Serena prende il toro per le corna e rivela così la sua vera identità di fronte ai colleghi, rivendicando il proprio progetto. In questo modo si gioca il posto di lavoro, ma la posta in gioco è più importante: con il suo discorso è d’ispirazione non solo per gli altri impiegati del Dottor Ripamonti, ma anche per la stessa Michela, che gli impedisce di denunciare Serena per aver dichiarato il falso, minacciandolo di rivelare gli scheletri dell’armadio di lui, che conosce bene. Il giorno dopo, il Dott. Ripamonti trova nel suo studio una sorpresa inaspettata: Michela non gli fa trovare pronto il caffè e tutti gli impiegati escono allo scoperto rivelando ciò che gli avevano sempre nascosto: da una gravidanza di una ragazza, all’omosessualità di Volponi, alla tifoseria per il Napoli. In questo modo Serena Bruno, che nella sua vita ha conosciuto a lungo la realtà di un piccolo paesino abruzzese, la vita universitaria romana e il lavoro all’estero, ma non quella che è la vera faccia del mercato del lavoro italiano, lascia il segno e cambia le vite di tante persone, anche se non riesce a migliorare le condizioni degli abitanti dell’edificio da ristrutturare.