L’ombra di Dio: presentato il film su Gustavo Adolfo Rol

Alla presenza del regista Corrado Monina, di parte del cast e della troupe e delle istituzioni che hanno sostenuto il progetto, presentato il primo film di finzione dedicato ad uno dei personaggi più oscuri e importanti del Novecento italiano

Da qualche mese c’è una Torino nascosta nell’ombra che lentamente sta uscendo allo scoperto: è una Torino esoterica, illustre, pericolosa, è la Torino di Gustavo Adolfo Rol, personaggio enigmatico e affascinante che ha attraversato il Novecento lasciando dietro di sé racconti, leggende e tante scomode verità. Lunedì 22 settembre 2025, presso la Fondazione Giubileo per la Cultura, il film L’ombra di Dio – scritto e diretto dal giovane regista e critico Corrado Monina – è stato presentato in una serata che ha registrato il tutto esaurito in poche ore, costringendo gli organizzatori ad annunciare nuove date per soddisfare la grande richiesta del pubblico torinese e non solo. Davanti a una platea gremita e curiosa, sono stati mostrati il trailer ufficiale e due clip in esclusiva assoluta, alla presenza del regista insieme a parte del cast e della troupe: Adele Citro, Iliana Giammusso, Abel Savia e Giuseppe Cristofaro, insieme al direttore della fotografia Sigfrido Junior Hobel, al compositore Henoel Grech e al polistrumentista Ciro Bùttari, che ha dato il suo contributo per le realizzazione della colonna sonora. L’evento, che ha restituito alla città il primo frammento di una delle sue storie più misteriose, ha confermato l’attesa per un’opera in cui Rol – “sensitivo”, “illuminato”, ma sempre riluttante a ogni etichetta – rivive attraverso un racconto che intreccia realtà e finzione, narrando infanzia e vecchiaia con un linguaggio che seppur voglia mantenere un rigore biografico, si affida all’ambizione artistica del suo autore.

L’ombra di Dio: il primo bagliore

L'ombra di Dio locandina cinematographe.it

La serata di presentazione, ospitata all’interno della cornice di Fondazione Giubileo per la Cultura, ha rappresentato il primo, luminoso bagliore di un progetto che ambisce a restare nella memoria collettiva. In apertura, Luciano Scarafia, presidente della Fondazione, ha rievocato con entusiasmo l’inizio di questa avventura: “Ho conosciuto Corrado e ho capito che aveva molta potenzialità. Si è presentato e gli ho detto: «Dimmi cosa ti serve e partiamo»”. Le sue parole hanno introdotto gli interventi di Paolo Manera, direttore della Film Commission Torino Piemonte, che ha sottolineato l’importanza di una pellicola capace di restituire a Torino un frammento della sua storia più misteriosa, e di Loredana Roberti, presidente del Museo Gustavo Adolfo Rol, che ha annunciato la nascita, entro il 2026, di un museo fisico (oggi solamente virtuale) dedicato all’illustre torinese, destinato a diventare un punto di riferimento per studiosi e curiosi. Sul palco si sono poi alternati il regista Corrado Monina, il compositore Henoel Grech – presentato come artista dalle illustri collaborazioni internazionali, con la NASA, la FIFA e non solo – il direttore della fotografia Sigfrido Junior Hobel, che ha parlato di un set “guidato da un incredibile senso di sicurezza, dove tutto era al giusto posto” – un’armonia che, a suo dire, si rifletterà inevitabilmente sul risultato finale – e Ciro Bùttari, il quale ha condiviso il ricordo del suo incontro con la figura di Rol, raccontando come quell’esperienza lo abbia spinto a partecipare al progetto. L’atmosfera, tra applausi e curiosità, ha testimoniato un orgoglio condiviso: quello di una città e di una troupe che riconoscono nella storia di Rol un’eredità preziosa, capace di unire cultura, spiritualità e arte cinematografica.

Gustavo Adolfo Rol: tutta la verità di una leggenda

Gustavo Adolfo Rol cinematographe.it

“Sensitivo”, “mentalista”, “illusionista”, “illuminato”: le definizioni che negli anni hanno tentato di racchiudere l’enigma Rol si rivelano insufficienti, e lui stesso le ha sempre respinte. “Non sono un sensitivo né un medium“, dichiarava nel 1978, “E non ho mai voluto che si legasse il mio nome alla magia, allo spiritismo o alla parapsicologia“. Nato a Torino nel 1903, Rol affascinò scienziati e artisti di fama mondiale: Albert Einstein ed Enrico Fermi, Gabriele D’Annunzio, Pablo Picasso, Pio XII, Walt Disney e persino Federico Fellini, che rinunciò a girare un film su di lui dopo un incontro personale. Politici e capi di stato – da Mussolini, che cercò una previsione sull’esito della guerra, alla Casa Bianca durante la presidenza Kennedy – vollero conoscerlo. Durante la Seconda guerra mondiale mise le sue doti al servizio degli altri, salvando vite e guadagnandosi una stima che ha superato le epoche. Chi lo ha incontrato in vita parla di autentiche manifestazioni “super normali”, mentre i detrattori le hanno sempre considerate illusioni; ma il fascino della sua figura resta intatto. Oggi, grazie soprattutto anche alle ricerche del biografo Franco Rol, la definizione più vicina è forse quella di “illuminato”, uomo capace di un risveglio spirituale che lo avvicinava alle grandi figure della mistica e dell’esoterismo. Raccontarlo significa confrontarsi con un mistero che unisce scienza, fede e arte: una sfida che il cinema, con il suo linguaggio visionario, sembra nato per raccogliere.

L’ombra di Dio – la luce di Corrado Monina: giovane, critico, regista, autore

L'ombra di Dio Corrado Monina cinematographe.it

Corrado Monina, salernitano classe 1996, rappresenta una nuova generazione di cinema italiano capace di guardare al passato per immaginare il futuro. Critico cinematografico, docente e fondatore della casa di produzione Felinova, nel 2025 – per il progetto in questione – ha ricevuto il Best European Script (assegnato da Wild Filmmaker) come Miglior Soggetto Europeo, ad un evento parallelo al Festival di Cannes 2025. La sua carriera si muove tra scrittura e regia, con una curiosità che lo porta a unire ricerca storica e sperimentazione visiva. Durante la serata, dopo i ringraziamenti rivolti a chi sta sostenendo la produzione del film, ossia i già citati Fondazione Giubileo e Film Commission Torino Piemonte, ed anche Filmstudio – “realtà fondamentale per il cinema indipendente” –, Monina ha raccontato la genesi del progetto, partendo dalla serie tv documentaristica ancora inedita che ha dato origine al tutto, ROL – La coscienza sublime (per la quale il regista ha potuto intervistare una trentina di testimoni oculari, la maggior parte dei quali ancora sconosciuti). “Lavorando a quella serie – ha spiegato – mi sono reso conto che c’era la possibilità di raccontare Rol anche con un film di finzione, concentrandomi su due momenti finora poco esplorati: l’infanzia e la vecchiaia“. Il titolo L’ombra di Dio nasce da una frase di Albert Einstein – “La luce non è altro se non l’ombra di Dio” – che Monina ha scelto per la sua valenza scientifica e spirituale. “Il cinema non deve essere accomodante ma provocare“, ha aggiunto, “allo stesso modo in cui Rol sfidava la fisica e la scienza, il film vuole sfidare le immagini“. Un approccio che conferma l’ambizione di un autore capace di coniugare rigore e poesia, e di restituire al pubblico un enigma che continua a sfidare il tempo.

Il cast de L’ombra di Dio

L'ombra di Dio Adele Citro e Abel Savia cinematographe.it

Accanto al regista, il cast ha contribuito a rendere la serata un momento di intensa partecipazione. Adele Citro, che interpreta Martha Peruglia – madre di Rol – ha descritto il set come “un luogo in cui si respirava un’aria artigianale, dove ognuno aveva un posto ed era indispensabile”, definendo il proprio personaggio “una sorta di incarnazione di elementi che sfuggono alla coscienza. La meraviglia, lo stupore”. Iliana Giammusso, chiamata a vestire i panni di Caterina Ferrari, la donna che assistette Rol negli ultimi anni di vita, ha raccontato con emozione l’intimo rapporto della sua famiglia con l’illuminato, da lei conosciuto in infanzia, affermando: “questo ruolo me lo ha consegnato lui dall’alto”, quasi fosse una scelta predestinata. L’esordiente Abel Savia, che interpreta Rol bambino, ha parlato di un’esperienza totalizzante: “È come se questo film fosse veramente la mia vita. Potrei rifarla un milione di volte”, ha detto commosso, “Vorrei andare in lacrime“. Giuseppe Cristofaro, che dà volto a Federico Fellini, ha sottolineato la necessità di osare per inseguire la bellezza: “Mi sono avvicinato al personaggio con il rispetto dovuto. Quando uno ha una passione bisogna rischiare per fare il bello. Sarà un’operazione cinematografica di grande risonanza”.

Conclusione: un enigma che continua a risplendere

Corrado Monina Henoel Grech cinematographe.it

L’ombra di Dio è più di un semplice film biografico: è un viaggio nel mistero e nella memoria, un atto d’amore verso una figura che continua a interrogare la ragione e la fede. Torino, città che da sempre vive di contrasti tra magia e scienza, diventa il palcoscenico ideale per una storia che sfida il credo e la scienza, che vuole il dubbio e la provocazione, che abbraccia l’arte e si immola nel cinema. Il lavoro di Corrado Monina, sostenuto da istituzioni e artisti, restituisce a Gustavo Rol la sua complessità e il suo fascino, trasformando l’ombra in luce e confermando che alcune leggende, lontane dal tramonto, continuano a brillare con forza intatta.