Nureyev – The White Crow: 5 motivi per vedere il film di Ralph Fiennes

La vita di Rudolf Nureyev, uno dei più grandi ballerini di tutti i tempi, dall’infanzia in miseria nella città sovietica di Ufa fino al successo mondiale.

Al cinema dal 27 giugno Nureyev – The White Crow, terzo film diretto da Ralph Fiennes e interpretato da Oleg Ivenko, Adèle Exarchopoulos e dallo stesso regista. Una produzione Magnolia Mae Films distribuita da Eagle Pictures.

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La vita di Rudolf Nureyev, uno dei più grandi ballerini di tutti i tempi, dall’infanzia in miseria nella città sovietica di Ufa fino al successo mondiale. Nel 1961 si reca a Parigi per un mese per esibirsi con la Kirov Ballet Company, il suo primo viaggio fuori dall’Unione Sovietica. Qui Nureyev scopre cosa significhi davvero la libertà, lontano dalle imposizioni dei suoi “superiori” e dalla soffocante ideologia comunista. La sua ribellione non può essere accettata dagli ufficiali del KGB che decidono di riportalo con l’inganno in Patria senza però riuscirci: il corvo bianco prenderà il volo.

Un film puntuale e appassionante destinato anche ad un pubblico che conosce ben poco della vita e della carriera di Rudolf Nureyev perché ne racconta con maestria l’essenza e l’importanza della sua arte. Un esempio positivo di bellezza e anticonformismo in grado sicuramente di conquistare anche le nuove generazioni. Vi spieghiamo perché.

Nureyev - The White Crow, cinematographe.it

Una vita da film

Rudolf Nureyev la leggenda, Nureyev sinonimo di danza: una vita sofferta ha forgiato quello che Carla Fracci il giorno della sua morte, avvenuta nel 1993, definì “la luce nel mondo del balletto”. Nato nel 1938 su un treno in corsa, figlio di contadini, una tempra inscalfibile: Nureyev univa la disciplina sovietica alla libertà di un vero artista. Il film diretto da Ralph Fiennes racconta in tre atti il ballerino russo utilizzando flashback e flashforward: l’infanzia in bianco in nero nella gelida Ufa, studente di danza a Leningrado dove si guadagna l’ammirazione e l’amicizia del maestro di ballo Alexander Pushkin (interpretato dallo stesso Fiennes, misurato e intenso) e l’approdo a Parigi nel 1961 con la scoperta della vita libera e autentica. Le tre parti del film si alternano creando un ritmo armonioso come una danza sofferta ed emozionante, le stesse sensazioni che Nureyev era in grado di comunicare muovendosi. Il presente a Parigi si incastra con i ricordi dell’infanzia difficile che sembrano dargli quella spinta per superare la paura del palcoscenico o per ribellarsi a un destino da “prigioniero” in Unione Sovietica.

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Nureyev – The White Crow – Il genio ribelle

Il film, basato sull’omonimo romanzo di Julie Kavanagh e sceneggiato da David Hare (The Hours, The Reader) si concentra sulla forte personalità di Nureyev: orgoglioso, testardo, a tratti insopportabile ma capace di grandi passioni. Come quella verso l’amica francese Clara Saint “complice” della sua decisione di staccarsi per sempre dall’URSS. Nureyev “il disertore” che volta le spalle alla sua Patria perché vuole scoprire il mondo, “il corvo bianco” fiero e libero per natura. D’altronde come si può imprigionare un artista? Nureyev – The White Crow ovviamente è anche danza e il ballerino russo è incarnato nel corpo scolpito di Oleg Ivenko, danzatore ucraino della compagnia Tartare State Ballet. Alla sua prima esperienza come attore, Ivenko è riuscito a restituire tutto il dramma e la passione che hanno caratterizzato l’esistenza di Nureyev. Sul palco con i suoi movimenti leggiadri e le performance impressionanti, in solitudine in giro per Parigi a scoprire il “mondo nuovo” o al Louvre ad osservare le imponenti statue scolpite nel marmo o i dipinti con personaggi dai corpi scultorei fonte di ispirazione per un corpo perfetto, strumento per comunicare tutta la bellezza e la poesia della danza.

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Nureyev – The White Crow –  Il disertore

Nureyev è anche il dramma di scegliere tra la Patria e la famiglia e la vita da uomo libero. Con i funzionari del KGB alle calcagna, preoccupati che il “loro” corvo bianco non spiccasse il volo, Nureyev acquisisce consapevolezza di quello che vuole essere: un uomo di mondo, scoprire la cultura, le persone, le città così lontane e diverse da lui, ma tanto affascinati e inebrianti. A Parigi negli anni ’60 in un crogiolo di idee artistiche, talenti e filosofia, Nureyev si sente sempre più estraneo a quel freddo e misurato universo sovietico che pure lo ha forgiato e fatto diventare il fenomeno che è, ma un universo troppo limitante per un’anima come la sua. La straziante scena all’aeroporto Le Bourget a Parigi segna il distacco definitivo: il ballerino chiede disperatamente asilo politico alla polizia francese nel momento in cui intuisce che il KGB vuole farlo tornare con l’inganno in Unione Sovietica e impedirgli poi di non espatriare mai più. Un momento fondamentale nella storia del ballerino russo che Ralph Fiennes riesce a restituire in tutta la sua tensione. Nureyev, poi, ritornerà in Russia solo nel 1987 per un ultimo addio alla madre morente. “Avrebbero potuto trattenerlo. Sarebbe potuto essere una grande stella sovietica – ha spiegato il regista – ma i sovietici erano convinti che avrebbe disertato e a causa della loro paranoia se lo sono fatto scappare”.

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Nureyev – The White Crow – Per le nuove generazioni

Rudolf Nureyev è stato uno dei più grandi ballerini del 20esimo secolo e una figura importante nelle battaglie culturali della Guerra Fredda. Ma molti giovani non conoscono la sua storia e la sua arte. Questo film racconta proprio il giovane Nureyev: caparbio, ribelle, imprevedibile, talentuoso. Il film dimostra la dedizione che bisogna avere per raggiungere la perfezione in ogni forma di arte e quanto impegno e lavoro è necessario per diventare davvero bravi e insuperabili. Un esempio fulgido per le nuove generazioni: venuto dal “nulla”, povero e con tanti ostacoli da superare il ballerino sovietico è diventato immortale per la sua arte ma anche per la sua personalità. Ci vuole coraggio a sfidare un’intera Nazione e lui lo ha fatto per non scendere mai più a compromessi, diventando artefice del suo destino a costo della sofferenza: “Se diserti in Occidente, non sarai tu a soffrire, sarà la tua famiglia. La tua famiglia sarà punita” lo minaccia un funzionario del KGB prima che Nureyev prenda una decisione definitiva.

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La regia di Ralph Fiennes

Sensibilità, eleganza, emozione sono le caratteristiche inconfondibili delle opere di Ralph Fiennes. Il lavoro del regista si è dimostrato preciso e puntuale, frutto di una lunga preparazione prima dell’inizio delle riprese: “Mi sono reso subito conto di essere letteralmente benedetto da Mike Eley, il mio direttore della fotografia – ha dichiarato il regista – “per quanto riguarda il ballo ero fuori  dalla mia comfort zone. Mi resi conto di dover prendere consapevolezza della resistenza di un ballerino. A differenza di un attore non puoi ripetere la scena 40 volte”. Il ballerino e coreografo  danese Johan Kobborg ha fatto da consulente e supervisore per lavorare con Fiennes sulle scene del balletto. Il risultato sono delle scene che raccontano una storia unica, delle sequenze di ballo che soddisfano sia l’intenditore e che coinvolgono anche chi non ha mai seguito il balletto in vita sua.