Nessuno ne uscirà vivo: la spiegazione del film Netflix

Cerchiamo di spiegare Nessuno ne uscirà vivo, ma allerta agli SPOILER se non avete visto il film.

Traendo spunto dal romanzo del 2014 No One Gets Out Alive di Adam Nevill il regista Santiago Menghini porta sul piccolo schermo l’horror Nessuno ne uscirà vivo, disponibile su Netflix dal 29 settembre 2021. Un film che tende fin dalle prime inquadrature a confondere lo spettatore attraverso un’alternanza repentina tra la veglia e il sonno e una miscela calibrata di eventi passati e presenti. La storia della protagonista si intreccia con lascivia a demoni e mostri ripugnanti, incasellando una moltitudine di paure e sputandole poi con nonchalance addosso agli spettatori, i quali restano intorpiditi, intrappolati in quello status in cui veglia e sonno lambiscono la ragione.

Nessuno ne uscirà vivo: la trama del film Netflix

Nessuno ne uscirà vivo - cinematographe.it

Cercheremo dunque di sbrogliare la matassa di punti interrogativi che avvolge il film che, come saprete già, pone l’attenzione sul personaggio di Ambar (Cristina Rodlo): una ragazza buona e gentile che ha messo in pausa la sua vita per accudire la mamma gravemente malata. Alla sua morte, però, decide di ricominciare, arrivando illegalmente in America e cercando di stabilizzare la sua situazione lavorativa. Con pochi soldi in tasca e senza documenti, l’unica scelta che le resta è quella di andare in una fatiscente casa: una pensione per sole donne gestita da Red (Marc Menchaca), un personaggio alquanto strano e sfuggente. A spaventare la povera Ambar e a innescare in lei la voglia di andare via da quel posto sono dei rumori sinistri, accompagnati a visioni e sogni strani.

Tuttavia, per la protagonista non è così semplice cambiare la condizione in cui versa: nonostante abbia contattato suo zio Beto (David Barrera), la mancanza di un documento d’identità valido pone un bell’ostacolo tra lei e un impiego migliore di quello che ha trovato presso la fabbrica dove fa la sarta. Come se non bastasse, Ambar ha mentito allo zio, dicendo di essere nata in Texas e di avere la carta d’identità e adesso che lui si sta dando da fare per aiutarla ha bisogno di quel documento al più presto. Annebbiata dal susseguirsi degli eventi, si fida di una sua collega che le promette quanto le occorre in cambio di una cospicua somma di denaro. Peccato che, nonostante i salti mortali fatti per racimolarli, alla fine la ragazza scompare, lasciando la protagonista di Nessuno ne uscirà vivo senza soldi e senza il prezioso documento. Questa perenne situazione di precarietà è di fatto il collante che unisce Ambar ai suoi aguzzini: la ragazza è costretta a chiedere indietro la caparra che aveva dato a Red, sottoponendosi ai suoi trucchetti e finendo per riandare esattamente dove Red e suo fratello vogliono, ovvero in quella casa infestata.

Nessuno ne uscirà vivo: cosa succede nella casa infestata?

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Una dimora che cade letteralmente a pezzi, sporca, provvista di buchi dai quali spiare ciò che avviene nelle altre stanze, piena di regole ma soprattutto di rumori e presenze non umane che appaiono nei momenti più disparati, talvolta (per la verità) anche al di fuori delle mura domestiche. È come se la casa riuscisse a scavare nelle paure e nelle ossessioni delle sue inquiline, facendo emergere nel sonno i momenti più tristi della loro vita o quelli che, in generale, fanno più male. Così Ambar rivede i momenti insieme a sua madre, mentre una delle ragazze che incontra in cucina le dice di aver sognato il figlio: un’annotazione fugace ma che ci fa intuire il modus operandi della creatura che vive lì.
In merito alla visione degli spiriti, è bene sottolineare che Nessuno ne uscirà vivo cerca di depistare lo spettatore attraverso la visione di alcuni fantasmi che, come si intuisce verso la fine, sono quelli delle donne che hanno trovato la morte tra quelle mura ma anche coloro che la troveranno. C’è una scena, a tal proposito, che anticipa la caduta della ragazza dalla tromba delle scale: solo dopo capiamo la dinamica legata a quella fugace scena. Quindi Ambar stando in quella casa è letteralmente tempestata da sensi di colpa, nostalgie e visioni che sono al tempo stesso avvertimenti e anticipazioni sul futuro.

Chi è la mostruosa creatura che vive nella scatola?

Tutti questi eventi però hanno un’origine ben precisa, essendo frutto della violenza perpetrata da Red e da suo fratello Becker (David Figlioli), che a loro volta rispondono alle esigenze di una creatura surreale che vive in una scatola di pietra, la stessa che appare nei sogni di Ambar. Una creatura dal volto di donna, con mani spaventose e una bocca mostruosa posta all’altezza del sesso, un corpo scomposto, enorme e deforme, malamente simile a quello di un ragno gigante. Al suo manifestarsi si crea una corrente d’aria che fa vacillare tutto e piccole farfalle iniziano ad aleggiare costrette dalla corrente. L’altare sacrificale, le candele, i segni rossi posti sul volto delle vittime, ci fanno intuire che si tratti di un’oscura divinità che chiede sacrifici di sangue in cambio di piccoli ed effimeri privilegi. In merito alla sua origine, non ci è dato sapere da dove provenga, anche se vediamo il padre (ormai defunto) di Red e Becker recuperare la scatola da antiche rovine site forse in Sud America.
Comprendiamo vedendo il film che il letale e furioso Becker ha sacrificato persone al mostro per anni, inclusi i suoi genitori. Un diktat a cui a quanto pare non può sottrarsi: è legato a quella creatura indissolubilmente e anche il suo modo di fare e alcuni dettagli ci fanno intuire che in lui c’è qualcosa che non va.

Come fa Ambar a sopravvivere?

Tornando alla creatura e alle sue peculiarità, nel film si nota un dettaglio importante per capire il finale di Nessuno ne uscirà vivo: la bestia surreale che esce dalla scatola per staccare la testa delle sue vittime agisce, oltre che fisicamente, anche mentalmente, inducendo un sogno in cui le vittime si trovano a rivivere situazioni già note. Alla luce di ciò, non stupisce se a un certo punto Ambar sogna nuovamente la madre. La tattica del regista, di confondere lo spettatore, viene adoperata anche in questa scena particolare. Il film ci fa credere che Beto sia ancora vivo e sia riuscito a raggiungere la nipote per liberarla, ma in realtà l’uomo è stato ucciso da Red prima (mentre cercava di salvare Ambar, che non ha potuto fare nulla per lui, essendo rinchiusa in una stanza), cosa che ci viene confermata dal suo cadavere riverso a terra al piano di sopra, poco dopo.
L’illusione che sia tutto finito, però, dura poco. Il sogno di Ambar con la testa poggiata sulle gambe della madre malata, sdraiata su un letto d’ospedale, ci viene proposto più e più volte durante la visione dell’horror e stavolta serba certamente qualcosa di diverso. La madre della ragazza non appare dolce e dispiaciuta di essere un ostacolo per la figlia, piuttosto fa di tutto per trattenerla a sé, per non lasciarla andare via. Il tono della sua voce è insistente e disturbante, rimarca il carattere gentile della protagonista, che però proprio nel momento necessario riesce a dare una sterzata decisiva alla sua vita, riprendendone il pieno controllo.

La creatura vuole il suo consenso, senza di esso il sacrificio non può compiersi, ma Ambar si ribella alla madre e quindi al mostro: la allontana, la uccide soffocandola. Forse è quello che in cuor suo avrebbe voluto davvero fare per essere libera? Può darsi, ma non ci è dato sapere se l’ha fatto nella realtà; siamo tuttavia certi che il suo rifiuto si è tradotto nella salvezza: la creatura si è rintanata nella sua scatola, ridotta quasi in cenere. Ora non è più una minaccia per lei.

Cosa succede nel finale di Nessuno resterà vivo?

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Una volta sconfitta la creatura Amber recupera un’arma nello studio di Red e corre a liberare l’altra ragazza. Pur non riuscendo a salvarla, riesce a uccidere Red (che poi dà in pasto alla creatura) e Becker, rimediando durante la lotta con i due una caviglia rotta. Nonostante ciò, la ragazza è viva e adesso che nessuno la trattiene può finalmente andare via da quella casa. Ma qualcosa di strano accade non appena arriva in prossimità dell’ingresso e la luce del sole la sfiora: la sua caviglia torna come nuova e le sue ferite spariscono. Un’abilità sovraumana che sembra derivare direttamente dal legame inavvertitamente stretto con la creatura della scatola. Se quest’ultima aveva aperto un canale privilegiato a Becker, è chiaro che adesso la nuova “padrona” della creatura sia Ambar, la quale potrebbe iniziare a sacrificare vittime innocenti all’essere mostruoso che vive nel seminterrato. Ma su questa decisione non ci è dato sapere, poiché di fatto andrebbe in contrasto con la personalità della protagonista, dimostratasi leale e generosa fin dall’inizio del film.

Ciò che viene spontaneo chiedersi, a proposito di lealtà, è: davvero nessuno ne esce vivo? Potremmo rispondere “più o meno”, dal momento che chi è entrato nella casa è morto, in un modo o nell’altro. L’unica sopravvissuta è Ambar anche se, se davvero dovesse legarsi indissolubilmente alla scatola (avendo fatto il suo primo passo sacrificando Red), forse è peggio che morta.

Qual è il vero significato di Nessuno ne uscirà vivo?

Nessuno ne uscirà vivo potrebbe essere letto come una critica alla società. L’horror di Santiago Menghini pone l’accento sulla precarietà e sullo sfruttamento e su ciò che le persone sono costrette a fare pur di andare avanti. È la mancanza di mezzi economici che spinge i protagonisti del film ad approfittarsi dei più deboli pur di raggiungere i propri scopi: Red e il fratello si approfittano di giovani donne per guadagno personale, la collega di Ambar si approfitta della protagonista per cercare di raggiungere il suo piccolo sogno, i datori di lavoro chiedono sempre di più, gente di malaffare gioca a rialzo sulle necessità altrui. Il film mette in mostra una catena di sfruttamento subdola dal quale nessuno dei personaggi può sottrarsi: tutti fregano chi possono (e mai persone benestanti, ma poveri disgraziati) per stare un pochino meglio rispetto a prima, per avere qualcosa che magari non li solleva totalmente dai tormenti dell’esistenza, ma gliela semplifica solo un po’. Allo stesso modo anche la creatura surreale che vive nella scatola applica questa logica: inganna le vittime con delle visioni, alleggerendone la morte e, quando non le uccide, le schiavizza con la promessa di qualcosa che non li rende migliori né liberi, ma li fa stare meglio, giusto quel poco che basta per andare avanti.

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