Matrix Resurrections: la spiegazione del finale del film

Come finisce Matrix Resurrections? Cerchiamo di spiegare e analizzare il film, ma attenti agli SPOILER se non lo avete ancora visto.

Pillola rossa e scoprirete cosa accade davvero nel finale di Matrix Resurrections, quarto capitolo della saga diretto da Lana Wachowski in sala dall’1 gennaio 2022. Pillola blu e potrete continuare a ignorare cosa è accaduto all’architetto, qual è il vero ruolo dello psicologo interpretato da Neil Patrick Harris e cosa ne è stato di Neo e Trinity. A voi la scelta, ma tanto già sappiamo che – se siete qui – è perché ha ragione Bugs: “La scelta è un’illusione: sai già cosa devi fare”.

Come le sorelle Wachowski ci hanno abituato nella loro trilogia dedicata alla lotta contro le macchine, Matrix non è mai quel che sembra. Anche Matrix Resurrections è un labirinto attraversato da bianconigli affrettati. A inseguirli, ancora una volta, è lo storico protagonista interpretato da Keanu Reeves, che torna al ruolo che l’ha condotto al successo per ribaltarne le sorti. Al suo fianco anche Carrie-Ann Moss, mentre il Morpheus di Laurence Fishburne cambia volto – un vero e proprio recasting metatestuale in stile Wandavision – ed è ora Yahya Abdul-Mateen. Uguale destino anche per l’Agente Smith, che non è più Hugo Weaving ma Jonathan Groff.

Matrix Resurrections: analisi e spiegazione del finale

Matrix Resurrections - Cinematographe.it

Neo, riportato alla realtà, decide di liberare Trinity, anch’essa mantenuta in vita dalle macchine dopo gli eventi di Matrix Revolutions. L’impresa è però ardua e richiede un piano articolato: la “rapina” perfetta. Sati escogita dunque ogni fase utile ad accedere alla città delle macchine e prelevare il corpo inerme di Trinity. La missione viene raccontata e mostrata passo dopo passo, dividendo i compiti della squadra a seconda delle specifiche competenze. Sarà Trinity però a dover compiere la scelta, ricordando il proprio passato e decidendo in piena autonomia di uscire dal nuovo Matrix. Dev’essere lei a compiere l’ultimo metro del labirinto: deve volerlo. Neo può solo darle l’occasione di scegliere.

Tutto conduce dunque a un intenso climax giocato sulla binarietà – tema ricorrente in Matrix Resurrections ed esasperato proprio sul finale – della risposta: sì/no, 0/1, realtà/finzione.

Il teatro digitale della scelta è un locale dal nome identificastivo: il “Simulatte”. L’asso nella manica di Neo è l’inaspettata alleanza con l’agente Smith, disposto ad aiutare l’antica nemesi per sconfiggere lo Psicologo (Neil Patrick Harris), il programma che ha permesso la costruzione del nuovo Matrix sostituendo l’ambiguo Architetto. L’agente Smith, ancora in vita dopo lo scontro aereo con Neo nel finale del terzo capitolo della saga, ha interesse a prendere il controllo del nuovo codice sorgente.

Lo Psicologo ha infatti disattivato i vecchi programmi (ricordiamo che in Matrix c’è una vera narrativizzazione del linguaggio informatico, per cui un software è a tutti gli effetti un personaggio), portandoli al margine della matrice. Molti sono impazziti, farfugliano assurdità, come Il Merovingio (Lamberto Wilson), annunciano apocalissi e – soprattutto – promettono di tornare “nel sequel che verrà!”. Perché Matrix Resurrections è a tutti gli effetti una storia di storie, che vogliono la loro parte nell’immenso storytelling ideato dalle macchine per controllare l’essere umano. Una possibile critica sprezzante anche all’industria dell’intrattenimento, per le cui possibili interpretazioni vi rimandiamo però alla nostra recensione di Matrix Resurrections.

Torniamo allo psicologo, sibillino personaggio interpretato da Neil Patrick Harris. Non è solo la tempra dell’Agente Smith a condurlo allo scontro, ma la volontaria decisione dello Psicologo di escludere interi programmi dal Matrix. L’impronunciabile offesa conduce Smith ad affiancare Neo per sconfinggere lo Psicologo. Quando lo Psicologo ferma il tempo del Matrix per uccidere Trinity – che nel frattempo ha compiuto la sua scelta – l’Agente Smith si frappone nella lotta e affronta il suo nuovo personale nemico. Lo psicologo cerca di raggiungere il gatto chiamato Deja Vu, facendoci così comprendere che il bel felino è invero un sistema di sicurezza emergenziale.

“La scelta è un’illusione” in Matrix Resurrections

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La difficoltà in combattimento è però duplice: da un lato Neo sembra non riuscire a controllare questo Matrix come il precedente, dall’altro il nuovo sistema prevede una modalità capace di trasformare ogni persona in un programma-zombie da assoldare in combattimento. Significa che qualunque individuo può diventare un soldato al servizio dello Psicologo, che ha così semplificato il vecchio sistema degli Agenti.

Quando Trinity prende finalmente la sua scelta – “La scelta è un’illusione: sai già cosa devi fare”, aveva avvisato Bus – scappa assieme a Neo da un esercito di programmi pronti a farsi esplodere e a gettarsi dall’ultimo piano pur di fermare le due anomalie del sistema. La corsa sulla fedele Ducati di Trinity conduce però all cima di un grattacielo oltre cui ogni speranza di sopravvivenza sembra svanire. Neo infatti non riesce più a volare e i soldati hanno iniziato ad accumularsi attorno a loro. Tra morte certa e molto probabile, Neo e Trinity decidono di saltare. Un ultimo atto di fede nella profezia dell’eletto.

Improvvisamente, fermano la caduta. Ma non è Neo a volare. Trinity sorregge l’Eletto: sta volando. Ma come è possibile e cosa cambia all’interno della mitologia di Matrix?

Lo Psicologo ci rivela che solo assieme Neo e Trinity innescano l’anomalia temuta dalle macchine. Per questo sono stati mantenuti in vita ma separati. Sappiamo infatti che, morti in Matrix Revolutions, Neo e Trinity sono stati riportati in vita per alimentare una nuova versione del Matrix costruita sul desiderio e la paura: il desiderio per ciò che ognuno non ha e la paura di perdere quel che si possiede. Neo e Trinity, risorti e mantenuti vicini ma lontani nelle rispettive vasche di alimentazione, desiderosi l’uno dell’altro e posti in maniera tale da non sublimarne mai il desiderio, hanno permesso l’esistenza del nuovo Matrix.

Ora che entrambi hanno riacquisito coscienza è possibile che i poteri osservati in Neo siano accessibili anche a Trinity. Che abbia il controllo totale del Matrix è confermato dalla scena finale, che vede Trinity giungere in volo dallo Psicologo cambiando la realtà circostante al semplice sciocco delle dita.

Come finisce il quarto capitolo della saga con Keanu Reeves?

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In apparenza sconfitto, lo Psicologo avverte Neo e Trinity sulla possibilità di liberare le menti degli esseri umani ancora incastrati nel Matrix: “A loro piace il mio mondo. Non vogliono la libertà o l’autodeterminazione. Vogliono essere controllati. Bramano il confort della certezza”. Ma Neo e Trinity sono di un altro avviso, e sembrano intenzionati a non fermarsi.
Ancora una volta, la guerra è poco più che una battaglia e lo scontro finale per la liberazione della specie umana è lontano ma agognato. Neo e Trinity indossano gli occhiali e come nel primo Matrix, ora rinnovato con una “nuova” eroina, volano via.

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