28 ottobre 1922: la Marcia su Roma raccontata in 4 film (e una serie TV)

Quattro film e una serie TV per raccontare la marcia su Roma.

Il cinema ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la grande Storia, riuscendone a cogliere le svolte, i drammi, le mitologie. La Marcia su Roma, avvenuta il 28 ottobre 1922, rientra tra gli eventi storici del XX secolo che la settima arte non ha fatto a meno di ritrarre. D’altro canto, l’evento storico stesso fu “messo in scena”, prima come propaganda, poi come riflessione critica.
Ci sono alcuni film e serie TV che ritraggono l’evento che sancì ufficialmente l’ascesa al potere di Benito Mussolini, ma prima di suggerirvene i titoli è bene tirare un po’ le somme e ricordare ciò che accadde in quei giorni.

Cosa accadde il 28 ottobre 1922? La Marcia su Roma e l’ascesa del fascismo

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Una scena tratta dal documentario Marcia su Roma (2022) di Mark Cousins

Il 28 ottobre 1922 rappresenta una delle date più decisive della storia italiana contemporanea, il giorno in cui le lacune della gestione politica vennero al pettine, lasciando che Mussolini e i suoi prendessero il sopravvento all’interno di un’Italia ancora devastata dalla Prima Guerra Mondiale. Nonostante fossimo usciti vincitori dal conflitto, grazie alla Battaglia di Vittorio Veneto e alla firma dell’armistizio di Villa Giusti del 3 novembre 1918 (definita da molti, e in primis da Gabriele D’annunzio, una “vittoria mutilata”), il Paese si trovava ad essere attanagliato da crisi economica, disoccupazione e tensioni, che alimentavano il malcontento soprattutto tra reduci di guerra e contadini, causando disordini sociali e politici.

Di fronte all’ascesa dei movimenti estremisti, il sistema parlamentare appariva frammentato e incapace di governare e fu in questo clima di instabilità che si affermò il Partito Nazionale Fascista, fondato da Benito Mussolini nel 1921, che prometteva ordine, disciplina e una rinascita nazionale. Le squadre d’azione (formazioni paramilitari nate durante il biennio rosso, che operavano per mezzo della violenza contro gli oppositori politici) contribuirono a imporre con la forza la presenza del movimento in tutto il Paese.

La decisione di Vittorio Emanuele III, che segnò il destino dell’Italia

Tra il 27 e il 30 ottobre 1922, circa 25.000 camicie nere si mobilitarono verso la Capitale per chiedere le dimissioni del governo di Luigi Facta. Il 28 ottobre, i fascisti occuparono punti strategici del centro-nord Italia, mentre a Roma la situazione diveniva sempre più tesa. Il presidente del Consiglio Facta propose al re Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio, ma il sovrano rifiutò di firmare il decreto, temendo che l’esercito potesse non obbedire e che il Paese precipitasse nella guerra civile. Quella scelta segnò il destino dell’Italia: il re preferì affidarsi a Mussolini, convinto di poterlo controllare all’interno delle istituzioni.

Il 30 ottobre, Benito Mussolini fu convocato dal re e incaricato di formare il nuovo governo. Curiosamente, non aveva partecipato direttamente alla marcia: arrivò a Roma in treno da Milano, ma seppe sfruttare abilmente il valore simbolico dell’evento, presentandosi come l’uomo forte capace di salvare la nazione dal caos.

Perché Mussolini fece la Marcia su Roma?

La Marcia su Roma non fu una rivoluzione armata, bensì una presa del potere legittimata dall’alto, resa possibile dalla debolezza delle istituzioni e dal consenso di parte delle élite. Fu il primo passo verso la costruzione del regime totalitario fascista, che avrebbe dominato l’Italia per oltre vent’anni, instaurando una dittatura basata sulla propaganda, la repressione del dissenso e la negazione delle libertà democratiche.
Con questo atto Mussolini voleva chiaramente trasformare un movimento di piazza in un governo legittimo, presentandosi come l’unico in grado di ristabilire l’ordine e salvare l’Italia dal caos.
Quel giorno, il 28 ottobre appunto, segnò la fine del sistema liberale e sarebbe poi diventato, durante il Ventennio, una data celebrativa, una festa nazionale che commemorava la “rivoluzione fascista”.

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Marcia su Roma: che fine fece Dino Grandi e quale fu il suo ruolo?

Tra i protagonisti di quella fase convulsa non va dimenticato Dino Grandi, uno dei quadrumviri che coordinarono la marcia. Figura ambiziosa e pragmatica, Grandi avrebbe poi avuto un ruolo decisivo anche nella caduta del fascismo: nel luglio del 1943, fu lui a proporre l’ordine del giorno che di fatto sfiduciò Mussolini. Dopo la guerra, si rifugiò in Inghilterra, dove visse fino alla morte, lontano dai riflettori.

L’avvento del fascismo raccontato dal cinema: A Noi! di Umberto Paradisi

Il cinema cominciò a occuparsi della Marcia su Roma sin da subito, diventando uno strumento potente di costruzione del mito. Nel 1923 il regime promosse A Noi!, documentario ufficiale del Partito Nazionale Fascista che esaltava l’impresa come un trionfo patriottico.
Il film, che già nel titolo riprende il celebre grido di battaglia degli Arditi, adottato dal fascismo come parola d’ordine identitaria e slogan di forza collettiva, è figlio di un assemblaggio che unisce varie fonti, tra cui un precedente documentario dello stesso Paradisi, intitolato A Napoli coi fascisti d’Italia. Il risultato è un racconto che alterna parate, folle in delirio e simboli patriottici e che non si limita solo a documentare, bensì trasforma la storia in mito, costruendo il fondamento visivo del consenso fascista.

Camicia nera (1933) di Giovacchino Forzano

Dieci anni più tardi, nel 1933, Camicia nera, il film di Giovacchino Forzano con la colonna sonora di Gian Luca Tocchi, consolidò ulteriormente quella narrazione celebrativa, presentando l’avvento del fascismo come l’alba di una nuova Italia.
Il film intreccia racconto individuale e retorica nazionale, seguendo la vicenda di un fabbro reduce della Prima guerra mondiale che, dopo aver perso la memoria, la ritrova in un’Italia “rinnovata” dal regime. Attraverso la sua rinascita personale, la pellicola costruisce una parabola simbolica del Paese, esaltando il fascismo come forza rigeneratrice capace di restituire identità e ordine a una nazione smarrita.
Girato con il sostegno diretto delle istituzioni, Camicia nera alterna scene di finzione a materiali documentari: parate, bonifiche, nuove città come Littoria (oggi Latina) e immagini di grandi opere pubbliche. L’obiettivo è mostrare un Paese in movimento, un popolo unito sotto la guida del Duce e un futuro che si annuncia radioso.

La marcia su Roma (1962), il film di Dino Risi che racconta l’alba del fascismo

Dopo la guerra, lo sguardo sul fascismo e sulla Marcia su Roma cambiò radicalmente, spostandosi da una rappresentazione celebrativa a una più critica e ironica. Con La marcia su Roma (1962) di Dino Risi, il racconto si colloca sul terreno della satira e della commedia nera: Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi interpretano due ex soldati sbandati, uomini comuni e imperfetti, che si ritrovano quasi per caso coinvolti nella famosa marcia. L’approccio di Risi è volutamente dal basso: non si concentra sugli alti vertici del potere o sulla retorica ufficiale, ma sulle piccole vicende di persone comuni trascinate dagli eventi, spesso in modo casuale o assurdo. In questo modo, il regista smonta i miti dell’eroismo, dell’ordine e della disciplina fascista, mostrando come la propaganda e l’ideologia possano generare situazioni grottesche e paradossali. La pellicola restituisce un’immagine amara e disincantata dell’illusione fascista, evidenziando la distanza tra le aspirazioni propagandistiche e la realtà vissuta dagli individui, e ponendo lo spettatore davanti a un’interpretazione della Storia che combina ironia, dramma e critica sociale.

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Marcia su Roma (2022), di Mark Cousins

In tempi recenti, il documentarista scozzese Mark Cousins è tornato sull’argomento con Marcia su Roma (2022), un film che rilegge le immagini d’archivio del 1922 per riflettere sul potere della propaganda visiva e sui suoi meccanismi, ancora oggi attuali.
Attraverso l’uso di materiale d’archivio, incluso il documentario di propaganda fascista A Noi! (1923), e immagini inedite, il film mette in luce il ruolo della propaganda nella costruzione della narrativa storica. La presenza della figura di Anna (Alba Rohrwacher) consente di contestualizzare gli eventi storici e mostrare come strumenti come fake news, retorica autoritaria e mascolinità tossica siano stati utilizzati sia allora sia oggi per influenzare l’opinione pubblica. Confrontando filmati ufficiali con immagini indipendenti, tra cui quelle della regista Elvira Notari, Cousins evidenzia come la storia possa essere manipolata e reinterpretata a seconda degli interessi di chi la racconta, trasformando il documentario in una riflessione sul rapporto tra cinema, memoria e verità storica. Il film, al cinema nel 2022 con I Wonder Pictures, è disponibile su Prime Video.

M. Il figlio del secolo, la serie TV con Luca Marinelli

Gli eventi del 28 ottobre 1922 vengono ripercorsi anche nella serie TV Sky M. Il figlio del secolo, adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati, che racconta l’ascesa al potere di Benito Mussolini dal 1919 al 1925. Diretta da Joe Wright e interpretata da Luca Marinelli nel ruolo di Mussolini, la serie offre una rappresentazione intensa e drammatica della figura del Duce, esplorando anche le sue relazioni personali e il contesto politico dell’epoca. La produzione ha avuto luogo principalmente a Roma, con scene girate negli studi di Cinecittà e in altre località italiane.