La Ricerca della Felicità: la spiegazione del finale del film con Will Smith

La spiegazione del finale di La Ricerca della Felicità, il film più celebre del regista italiano Gabriele Muccino, con protagonista Will Smith

La Ricerca della Felicità (2006) diretto da Gabriele Muccino è stata una sorpresa cinematografica che ha emozionato milioni di spettatori in Italia e nel mondo. Con protagonista Will Smith, in un ruolo che ha rilanciato la sua carriera come attore drammatico, il film segue la storia di un americano, Chris Gardner, rimasto senza lavoro e senza famiglia che cerca in tutti i modi di ricominciare a vivere. Un promettente venditore capace di reggere la crisi familiare e lo sfratto dovuto alla condizione di estrema povertà.

La ricerca della felicità: la storia vera che ha ispirato il film

Si preme l’acceleratore sui sentimenti più puri e contrastanti quali l’amore e il dolore, marchio distintivo del cinema di Muccino, applicandoli nella realtà americana e per questo rinnovati. Il film è un susseguirsi di scene madri che conducono all’immedesimazione istantanea con il protagonista, un talento per le vendite che deve sopportare qualsiasi difficoltà di tipo finanziario e sociale.

La Ricerca della Felicità: il segreto è non mollare mai

La Ricerca della Felicità spiegazione finale cinematographe.it

Un film contenente una carica drammatica parecchio incisiva sfocia in una morale cristallina che deve essere presa in esame. Il segreto per il successo è il duro lavoro, anche se in condizioni disagiate. Partendo dalle difficoltà più estreme, la forza di volontà può emergere e fare la differenza in un mondo molto competitivo. Il sogno americano viene messo in evidenza e posto come traguardo ultimo di un aspirante broker in cerca di una sistemazione fissa e un’esistenza stabile con il proprio figlio Christopher (interpretato da Jaden Smith, vero figlio di Will). Il sudore si pesa in grammi, puoi quantificarlo durante la visione del film. L’impegno e il sacrificio sono valori costanti che aiutano a rialzarsi dopo ripide cadute e imprevisti devastanti. I sogni costano, e Chris è determinato a perseguirli per riservare al figlio un futuro radioso e ricco di nuove opportunità.

Assume su di sé tutte le responsabilità maggiori, decidendo di lavorare e prepararsi con un corso di broker dalla durata di sei mesi alla Dean Witter. Il lavoro procede per inerzia, senza particolari sbocchi che gli diano una parvenza di supporto emotivo e senza un effettivo stipendio fra le mani. L’uomo è costretto con suo figlio a ritrovarsi a dormire fra metropolitane o ricoveri per senza tetto. La grande svolta avviene nei minuti conclusivi che precedono i titoli di coda con Chris che, alla fine del corso semestrale, riceve la comunicazione che è il candidato scelto per l’assunzione alla Dean Witter. La sua gioia sarà incontenibile e potrà tornare ad avere una casa e una vita dignitosa.

La Ricerca della Felicità: il ponte verso la realtà

La Ricerca della Felicità spiegazione finale cinematographe.it

Il sacrificio è l’essenza della vita e lo sforzo costituisce un ponte tra i sogni e la realtà. Un percorso che sembra impossibile per la maggior parte degli uomini che godono di benefici già in partenza, anche prima di ottenere un lavoro vero e proprio. L’eterna favola del successo a portata di mano viene decostruita, diventa qualcosa di più complesso e credibile. Muccino cerca di riprendere gli attori in contesti reali, tangibili, dove si tocca il fondo del baratro e da questo punto emergere di prepotenza e affermarsi come individui con un intelletto da stimolare.

Il risultato è un ritratto coinvolgente di un americano alle prese con le tante contraddizioni della vita e della società pronta a reprimere le potenzialità che potrebbero essere espresse. Il personaggio di Chris Gardner decide di non arrendersi, neanche di fronte a un vasto numero di porte chiuse in faccia. Si pone come obiettivo quello di individuare la goccia di felicità in un immenso oceano animato da onde insormontabili. Riferendosi alla Dichiarazione d’Indipendenza, scritta dal terzo presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson, dice. “Parla del diritto che abbiamo alla vita, libertà e ricerca della felicità. La felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire, come faceva a saperlo?”. Uno spunto di base dalla quale partire per realizzarsi e non guardarsi più indietro, contemplando i fallimenti, i tracolli emotivi e la disfatta di un’intera esperienza vissuta col figlio al seguito.

La Ricerca della Felicità: la formula vincente è dentro di noi

La Ricerca della Felicità spiegazione finale cinematographe.it

Per decenni, vi sono stati influenti figure e guru della crescita personale che hanno cercato di svelare delle formule efficaci per ottenere la felicità che tanto si desidera. Il film di Muccino si scrolla di dosso la dimensione fittizia fatta di step e passaggi obbligatori, per seguire le dinamiche di un uomo al limite che farà di tutto pur di abbracciare con occhi consolatori il figlio Christopher. La felicità è un attimo e una volta passato bisogna tornare a cercarlo, in una ricerca che è l’essenza stessa della vita. Una continua sfida da aggiornare, un arco narrativo privo di frangenti volutamente strappalacrime. I due Smith si spogliano della loro aura di celebrità per farsi coinvolgere in una storia sentita e fortemente realistica, che diverte ed emoziona. E quando un film riesce in questo, tutto il resto diventa secondario.

Tags: Will Smith