Juliet, naked: Nick Hornby e il cinema

Dal 6 giugno esce in sala Juliet, naked ultimo film tratto da un romanzo di Nick Hornby. Ma quali sono le caratteristiche di uno degli scrittori più amati dal cinema?

Alcuni nomi sono un marchio di garanzia: rassicuranti, familiari, si comportano come veri e propri franchise, promettendo allo spettatore esattamente ciò che si aspetta di vedere. Nick Hornby, in questo senso, è un sigillo intaccato di qualità di scrittura, di fascino e di ritmo per le commedie romantiche. Juliet, naked – tutta un’altra musica, ultimo film tratto da uno dei suoi romanzi, ne è la dimostrazione.

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In sala dal 6 giugno distribuito da BIM, Juliet, naked porta sullo schermo Ethan Hawke nei panni di una rockstar in pensione e Rose Byrne in quelli di una timida e discreta signora della provincia londinese. La commedia segue le regole auree di Hornby, mixando in una nuova ricetta alcuni ingredienti già noti e ben rodati. Il risultato è come (quasi) sempre un film ben riuscito, personaggi con cui è facile entrare in empatia e un finale in grado di dare nuova speranza nelle relazioni sentimentali – ma non in maniera del tutto scontata.

Juliet, naked: Nick Hornby e la musica

Tra i temi ricorrenti della poetica di Hornby c’è sicuramente la musica. Lo scrittore, sceneggiatore e giornalista britannico, infatti, ha costruito diverse storie attorno a una grande passione musicale: tra tutte, oltre quella raccontata in Juliet, naked, si ricorda la mania per le compilation del protagonista di Alta Fedeltà, Rob (Gordon nel film, Fleming nel libro) interpretato nella versione cinematografica da John Cusack. Il film è diventato negli anni un cult per i musicofili, portati ad apprezzare una commedia romantica diversa dal solito in cui, più che il finale positivo, ad appassionare è la grande familiarità con il protagonista. Come molti spettatori, infatti, Rob è incastrato in un’eterna adolescenza e si sente realmente compreso solo dai suoi miti musicali.

Alta Fedeltà Nick Hornby cinematographe.it

Allo stesso modo, anche uno dei protagonisti di Juliet, naked, Duncan (Chris O’Dowd) passa i suoi momenti preferiti in compagnia di memorabilia, vinili e cd e nell’adorazione del suo mito musicale, Tucker Crowe (Ethan Hawke). Come in Alta Fedeltà, la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale, confermando la grande versatilità di Hawke anche come cantante. Il segreto – per così dire – di Hornby è a sua volta una delle regole più vecchie e note del mondo: lo scrittore parla principalmente di ciò che conosce bene. La prova della grande passione musicale di Hornby è la pubblicazione del libro-compilation 31 canzoni (2002) in cui dedicava 26 brevi saggi ai brani più rappresentativi e importanti della sua vita.

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Juliet, naked: Nick Hornby e la responsabilità degli adulti

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Altro tema importante su cui Hornby torna più volte è la difficoltà degli uomini e delle donne ad affrontare il passaggio all’età adulta, dove per “età adulta” s’intende una definitiva e coraggiosa assunzione delle proprie responsabilità. Questo è sicuramente il problema del protagonista di About a Boy – Un ragazzo, Will (Hugh Grant), che impara il valore della propria età attraverso l’amicizia con il giovanissimo Marcus (Nicholas Hoult). La storia di Will ha talmente fatto centro da essere stata scelta per un film con il re della commedia romantica inglese – Hugh Grant – nel pieno della sua carriera, ed è stata uno dei romanzi più venduti in tutto il Regno Unito. La stessa questione è al centro dell’evoluzione del personaggio di Rob, nel già citato Alta Fedeltà. Ripercorrendo a ritroso la sua storia sentimentale, incontrando le sue ex fidanzate, interrogandosi, confrontandosi con i suoi amici, Rob scoprirà, infatti, il proprio ruolo nei fallimenti relazionali e deciderà di buttarsi in una nuova avventura: quella in cui “si fa sul serio”.

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Esemplare, in questo senso, anche la storia di Sam, il giovane protagonista di Slam – Tutto per una ragazza, diventato un film di produzione italiana nel 2016. Per quanto l’adattamento nostrano non renda al massimo il ritmo delle commedie inglesi per cui sono pensati i libri di Hornby, anche in questo caso il tema del “diventare grandi” è centrale ed evidente. Nella storia di Sam, diventato padre a 16 anni, c’è un costante interrogarsi su quali siano le conseguenze delle proprie azioni e – ancora una volta – sul concetto di responsabilità. Nel confronto con i genitori- eterni adolescenti, si capisce che l’età adulta non è solo una questione anagrafica, ma anche e soprattutto un frutto di una scelta.

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Juliet, naked: Nick Hornby, la passione, la redenzione

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Una delle caratteristiche dei personaggi di Hornby – specialmente quelli maschili – è la passione. Che sia la fede nella propria squadra calcistica raccontata in Febbre a 90° (il cui plot è stato riproposto anche nel remake L’amore in gioco con Jimmy Fallon e Drew Barrymore), o il mito assoluto di Tony Hawke per il protagonista di Slam, quasi tutti hanno un ideale a cui tendere, un amore che li fa andare avanti. O, ancora, che siano i miti musicali di Alta fedeltà o la rockstar Tucker Crowe, i personaggi hanno sempre qualcosa di straordinario a cui dedicare la propria quotidianità. Non di rado, l’evoluzione degli uomini raccontati da Hornby passa anche verso il ridimensionamento del mito e un bagno di realtà che lava via, puntualmente, le ossessioni. Parlando di commedie romantiche, va da sé che lo sprone all’evoluzione nasce da un innamoramento e dalla voglia di mettersi in gioco con la controparte femminile. Nella commedia dolce-amara Non buttiamoci giù (2014), i quattro protagonisti hanno deciso di mettere fine alla propria vita e si incontrano esattamente nel momento della fatidica scelta. Anche qui, sarà un sentimento romantico a indurli a darsi una seconda possibilità e a rimandare l’inevitabile di qualche settimana, certi che il Cupido di turno interverrà per rendere le loro vite migliori.

Il segreto di Nick Hornby, allora, qual è? Come mai ogni suo libro portato al cinema diventa una commedia – se non di successo – molto ben riuscita? Hornby parla di cose semplici, familiari, utilizza cliché con maestria e sobrietà, fermandosi sempre un attimo prima di diventare stucchevole. Legge con onestà i limiti e le fissazioni della sua generazione, che ritrae con amorevole spietatezza come repressa, emotivamente incapace e insicura. Parla di errori, di rimpianti, di ossessioni, tracciando ritratti in cui chiunque – con un briciolo di lucidità – potrebbe riconoscersi, uomini e donne, eterni Peter Pan col talento “a riuscire a invecchiare, senza diventare adulti”.