Insider – Dietro la verità: la storia vera del film di Michael Mann

Insider - Dietro la verità racconta la storia vera di Jeffrey Wigand, l'uomo che ha rischiato tutto per vendicarsi dell'azienda produttrice di tabacco che lo aveva licenziato.

Insider – Dietro la verità è un film drammatico americano del 1999 diretto da Michael Mann, tratto da una sceneggiatura di Eric Roth e Mann basata sull’articolo di Vanity Fair di Marie Brenner, dal titolo L’uomo che sapeva troppo.

Il film è interpretato da Al Pacino e Russell Crowe, con attori secondari che comprendono Christopher Plummer, Bruce McGill, Diane Venora e Michael Gambon. Racconto romanzato di una storia vera,  il film si basa sul segmento della CBS 60 Minutes incentrato su Jeffrey Wigand, un informatore dell’industria del tabacco coinvolto insieme al produttore della CBS Lowell Bergman in una strenua lotta per difendere la propria testimonianza contro gli sforzi per screditarla.

Sebbene non sia stato un successo al botteghino, Insider – Dietro la verità ha ricevuto recensioni incredibilmente positive, con particolare apprezzamento per il ritratto di Wigand di Crowe e la regia di Mann. È stato nominato per 7 Academy Awards, tra cui quello per il miglior film e il miglior attore protagonista (Russell Crowe).

Insider – Dietro la verità: la trama del film, ispirato a una storia vera

Jeffrey Wigand Insider - Dietro la verità Cinematographe.it

Jeffrey Wigand è un onesto padre di famiglia, dirigente di una delle principali aziende di tabacco statunitensi. Quando viene licenziato e si trova in serie difficoltà economiche, decide di denunciare i  suoi ex datori di lavoro, colpevoli di mentire sulla composizione chimica delle sigarette in commercio.

Nel frattempo, Lowell Bergman, cronista d’assalto addetto ai celebri servizi della CBS,  Sessanta Minuti,  sfrutta il suo convinto idealismo entrando in contatto con Wigand e cercando di convincerlo a concedergli un’intervista. Ma la decisione di schierarsi contro il potere delle multinazionali del tabacco mostrerà presto le sue disastrose conseguenze: fra insidie giudiziarie, minacce e scorrettezze, l’impresa fa infatti di tutto per screditare l’immagine del testimone e del giornalista e rendere loro la vita impossibile.

Bergman e Wigand, nonostante gli ostacoli, tuttavia, non si lasciano intimorire e continuano  lotteranno fino alla fine, riuscendo a trasmettere l’intervista chiave che tempo prima era stata registrata presso gli studi televisivi senza mai essere mandata in onda, se non in versione ridotta e rivista, per paura delle ripercussioni legali.

Insider – Dietro la verità: l’articolo di Vanity Fair che racconta la storia vera del film

The Insider - Dietro la verità Cinematographe.it

La trama di Insider – Dietro la verità prende spunto dall’articolo di Variety firmato da Marie Brenner, dal titolo L’uomo che sapeva troppo. Il pezzo racconta il vissuto interiore di Jeffrey Wigand, l’uomo che – reagendo al proprio licenziamento – si è trovato coinvolto in una battaglia di dominio pubblico contro il colosso del tabacco per il quale lavorava, mettendo a repentaglio il proprio bilancio economico e gli affetti. Di seguito la traduzione di un estratto:

Non è mai stata l’ambizione di Jeffrey Wigand diventare una figura centrale nella grande cronaca sociale delle guerre del tabacco. Secondo la sua stessa descrizione, Wigand è un pensatore lineare, un lavoratore. Il 30 gennaio, quando lui e io organizziamo un incontro al bar dello sport all’Hyatt Regency di Louisville, è nella prima fase di presa di coscienza di essere entrato in un particolare incubo americano in cui la sua vita non sarà più controllabile. Il suo avvocato chiamerà in seguito questo periodo “settimana infernale”.

Wigand ha recentemente appreso di una feroce campagna orchestrata contro di lui e sta cercando di documentare tutti gli aspetti del suo passato. “Come ti sentiresti se dovessi ricostruire ogni momento della tua vita?” Mi chiede, teso per l’ansia. È inondato di richieste di interviste. I furgoni delle TV sono spesso fermi davanti al DuPont Manual, il liceo dove ora insegna. In due giorni Wigand, l’ex capo della ricerca e sviluppo (R & D) della Brown & Williamson Tobacco Corp., sarà in prima pagina sul Wall Street Journal per la seconda volta in una settimana. Tra cinque giorni, sarà in Sessanta Minuti.

Wigand è intrappolato in una guerra tra il governo e i suoi tentativi di regolare l’industria del tabacco da 50 miliardi di dollari e le stesse compagnie del tabacco, che insistono sul fatto che il governo non ha competenze nei loro affari. Wigand è sottoposto a un ordine restrittivo temporaneo da un giudice dello stato del Kentucky per non parlare delle sue esperienze alla Brown & Williamson (B & W). È impantanato in una palude di accuse e reclami lanciati contro di lui dal suo ex datore di lavoro, la terza più grande compagnia di tabacco della nazione, il produttore di sigarette Kool, Viceré e Capri.

Nel bar, Wigand si siede con il suo agente di sicurezza, Doug Sykes, un ex agente dei servizi segreti. Wigand è consumato, un combattente alle corde. Ha raggiunto quel momento in cui capisce che le circostanze lo hanno catapultato nella storia, ed è spaventato, lontano dai suoi ormeggi. Indossa occhiali da aviatore con la montatura d’argento, che toglie frequentemente per massaggiarsi gli occhi. Sebbene sia stato su CBS Evening News due volte negli ultimi cinque giorni, nessuno nel bar lo riconosce. Wigand ha 53 anni. Ha i capelli brizzolati, il naso piccolo e il collo spesso da combattente, a causa dei suoi giorni come cintura nera nel judo. C’è una certa diffidenza sul suo volto, un’oscurità misteriosa che mi ricorda le fotografie dello scrittore John Irving. Wigand indossa gli stessi vestiti che ho visto per giorni – jeans e una camicia di flanella scozzese rossa, il suo guardaroba di base per un lavoro da 30.000 dollari l’anno come insegnante di chimica e Giapponese.

Di fronte a noi, su un grande schermo, è in corso una partita di basket. “Mi hanno tenuto sveglio fino alle due della notte scorsa. Proprio quando pensavo di dormire un po’, gli investigatori mi hanno chiamato a mezzanotte. Alle sei del mattino venivo di nuovo svegliato da qualcuno di Sessanta Minuti che mi diceva che avrei dovuto rilassarmi. Come posso rilassarmi? “Wigand fissa lo schermo della TV. “Stai diventando una figura nazionale”, dico. Wigand improvvisamente sbotta con rabbia. “Sono una figura nazionale invece di avere una famiglia. OK.? Sono sull’orlo della bancarotta e sto per perdere la mia famiglia. Useranno le mie carte vincenti contro di me.”

Seguo Wigand fuori dall’Hyatt e in fondo alla strada verso un ristorante chiamato Kunz’s. Una leggera neve sta cadendo. A questo punto, Jeff Wigand e io abbiamo trascorso diversi giorni insieme, e io sono abituata alle sue esplosioni. Una forma di oltraggio morale sembra averlo guidato da B&W, ed è spesso irascibile e a volte, per questioni personali, inesorabilmente negativo: “Cosa pensa tuo fratello?” “Chiedilo a lui.” “Tua moglie è una buona madre?” La sua espressione si indurisce; si ritira in se stesso…

Insider – Dietro la verità: le differenze tra film e storia vera

Jeffrey Wigand ha fatto due richieste agli autori di Insider – Dietro la verità: ha voluto che i nomi delle sue due figlie venissero cambiati e che nella pellicola non comparissero sigarette, come segnale della sua feroce opposizione contro l’intero business mortale del tabacco. Quest’ultima richiesta, tuttavia, non è stata rispettata in quattro circostanze: si vedono fumare, infatti, un soldato islamico, una donna nell’aeroporto, un uomo nella sala delle deposizioni e durante il montaggio dell’intervista di Wigand viene inserito il processo di impacchettamento delle sigarette.