Il ricatto: il finale del thriller con Elijah Wood scritto da Damien Chazelle

La spiegazione del finale de Il ricatto, un thriller psicologico ambientato in un teatro, che mette in risalto il tema musicale, come accade in ogni film di produzione di Damien Chazelle.

Il ricatto (il cui titolo originale è Grand Piano) è un film del 2013 diretto da Eugenio Mira, già regista di Agnosia, The Birthday, Diminutos del calvario e Fade. A lui si accompagna uno sceneggiatore di tutto rispetto, che ha acquisito notorietà grazie ai suoi Whiplash del 2014 e La La Land del 2016: si tratta di Damien Chazelle, vincitore del Premio Oscar come Miglior Regista proprio per il film musicale con Emma Stone e Ryan Gosling.

Il ricatto vanta anche un cast importante, con attori del calibro di Elijah Wood (nel ruolo di Tom Selznick), John Cusack (nei panni di Clem), Tamsin Egerton (Ashley), Kerry Bishé (Emma Selznick), Alex Winter (l’assistente) e Dee Wallace (l’intervistatrice).

Il ricatto: trama e significato del finale

Protagonista de Il ricatto è il pianista Tom Selznick, un musicista che decide di tornare a esibirsi a cinque anni da un fallimento: un’esibizione finita male, durante la quale si era bloccato mentre eseguiva una melodia complicata, chiamata “cinquette“. Dopo essersi preparato per il concerto di debutto, non senza timori, trova sul pianoforte varie scritte aggiunte in rosso sullo spartito musicale: tra tutte spicca “Sbaglia una nota e morirai“. A prendere di mira Tom è un cecchino, che lo ricatta (da qui il titolo del film in italiano, mentre l’originale in inglese metteva in risalto solo lo strumento musicale), esercitando sul pianista una violenza psicologica tale da indurlo a stravolgere completamente l’esibizione. Tom inizialmente pensa si tratti di uno scherzo, ma quando il cecchino si mette in comunicazione con lui tramite un auricolare e gli invia le fotografie di sua moglie Emma minacciandolo, il pianista si rende conto della serietà della situazione e decide di fare tutto ciò che il cecchino gli ordina.

Il finale esplicativo de Il ricatto ha spiazzato parte del pubblico, che ha concluso la visione della pellicola non senza dubbi. In realtà, la risoluzione scelta dal regista spagnolo Eugenio Mira e dallo sceneggiatore Damien Chazelle è coerente, definitiva e non lascia spazio a libere interpretazioni.

il ricatto cinematographe

Tom Selznick, marionetta nelle mani del cecchino che lo ricatta, non sa quale sia il reale motivo per il quale l’uomo desideri ardentemente che il pianista (lui stesso) concluda lo spettacolo nel migliore dei modi. Si renderà conto della ragione solo una volta che, dopo aver origliato la conversazione tra il cecchino e il suo braccio destro, il potenziale killer non sarà costretto a rivelargliela: dopo una serie di note in successione, le ultime quattro battute della cinquette, eseguite in maniera perfetta, lo strumento musicale sbloccherà automaticamente un meccanismo che si trovava lì sin dalla costruzione del pianoforte.

Tale meccanismo rilascerebbe una chiave, oggetto che il cecchino aveva bramato di ottenere sin dal primo istante, ma che non aveva potuto procurarsi in quanto incapace di eseguire una melodia tanto complessa come la cinquette. Svelato l’arcano, Tom si rende conto di quanto sia importante la sua persona per il cecchino e decide di tenerlo in pugno, rifiutandosi di eseguire le ultime quattro battute della melodia. A quel punto a perdere la vita saranno quattro persone: due amici di Tom ed Emma, il collaboratore del cecchino e il cecchino stesso, dopo una violenta colluttazione con Tom, conclusasi con la caduta del potenziale killer dal soffitto del teatro al pianoforte e con la fuga generale del pubblico.

Il ricatto si conclude con Tom, che decide comunque di eseguire la cinquette, per buttarsi alle spalle una volta per tutte quanto accaduto e probabilmente per godersi il tanto agognato bottino, questa volta da solo. Neanche nelle ultime scene del film è visibile ciò che il pianoforte custodisce, ma si evince sia una chiave sia dalla rivelazione precedente del cecchino che dall’immagine di una chiave, che compare nei titoli di coda del film, proprio sotto il titolo.