Good News: la storia vera dietro al film Netflix
La storia vera dietro a Good News e le differenze rispetto alla vicenda reale.
Good News, la black comedy coreana disponibile su Netflix, è ispirata a una storia vera. I fatti narrati in questo thriller, diretto e co-sceneggiato da Byun Sung-hyun, con un cast composto da Sul Kyung-gu, Hong Kyung e Ryoo Seung-bum, fanno infatti riferimento al dirottamento di un aereo giapponese, avvenuto nel 1970, da parte di giovani appartenenti a un’organizzazione politica militante chiamata Red Army Faction.
Tuttavia, Good News è tutt’altro che un report lineare sull’incidente in questione, quanto una narrazione che prende le mosse dalla realtà per poi dirottarci verso la satira, evitando un’analisi intensa dell’attacco iniziale. L’intuizione del regista è stata quella di omettere il focus sulla tensione, che è di fatto ciò che fanno tutti i film del genere, concentrandosi (per esempio) su scene alquanto bizzarre, come quella del passeggero con i tappi alle orecchie, che si addormenta durante l’annuncio iniziale. In questo modo Byun smorza i momenti drammatici per concentrarsi sulle risposte dei vari governi e regalarci una storia che guarda al passato, facendo riflettere sul presente.
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La verità è relativa in Good News

Lavorando su questa prospettiva, la sceneggiatura di Good News provvede a prendere le distanze dalla realtà, concedendosi delle libertà storiche, introducendo personaggi fittizi e dandogli un ruolo che fa riflettere sia sul dirottamento aereo avvenuto decenni fa che sulla situazione politica attuale.
“Anche la verità può mentire. E a volte sono le menzogne a dire la verità”, afferma in Good News Mr. Nobody (interpretato da Sul Kyung-gu), figura enigmatica che agisce come intermediario occulto per il governo sudcoreano. È una battuta che sintetizza uno dei temi centrali del film: la relatività della verità e il modo in cui il potere la piega ai propri interessi.
In una delle scene più significative, Nobody dialoga con Seo Go-myung (Hong Kyung), giovane tenente dell’aeronautica e per certi versi alter ego dello spettatore (il suo sguardo coincide col nostro). Attraverso i suoi occhi, il film mostra l’inerzia e la vigliaccheria dei funzionari di medio livello dei governi giapponese, sudcoreano e statunitense, intenti più a proteggere la propria immagine che a risolvere la crisi.
Good News: a cosa e a chi si è ispirato Byun Sung-hyun?

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Nell’ideazione di Good News il regista, già autore dell’acclamato thriller d’azione Kill Boksoon, voleva cimentarsi con una commedia nera capace di leggere la realtà politica contemporanea con ironia e disincanto, ispirandosi a film come Parasite di Bong Joon-ho e Triangle of Sadness di Ruben Östlund, opere che fondono satira sociale e riflessione morale.
Come ha raccontato in un’intervista rilasciata sul TIME, la politica (non solo in Corea) “è diventata un susseguirsi di eventi assurdi”.
L’idea di Good News prende forma quando Byun Sung-hyun scopre per caso la storia del dirottamento aereo del 1970, raccontata in un programma televisivo. Colpito dall’assurdità dell’episodio e dal suo potenziale narrativo, il regista decide di trasformarlo nella base di una commedia nera capace di riflettere sui meccanismi del potere e sulla distorsione della verità.
Per costruire la sceneggiatura, Byun avvia un lungo lavoro di ricerca, analizzando articoli di giornale, documenti d’archivio e interviste dell’epoca. Più che alla ricostruzione cronachistica dell’evento, si interessa alle sue conseguenze: alle reazioni politiche e mediatiche, alle contraddizioni istituzionali e alle dinamiche di opportunismo che seguirono. Da questo materiale prende forma un racconto che, pur ispirato a fatti reali, rilegge la storia attraverso una lente satirica e contemporanea.
La situazione politica degli anni ’70, tra Guerra Fredda e dissidi interni
Il dirottamento del volo 351 avvenne nel 1970, in pieno periodo della Guerra Fredda, quando le tensioni tra blocco occidentale e blocco comunista erano particolarmente intense. In Giappone e nella penisola coreana, il clima politico era segnato da movimenti giovanili radicali e da forti pressioni diplomatiche, che rendevano qualsiasi incidente internazionale delicato e altamente simbolico. Questo contesto rende comprensibile la reazione cauta e strategica dei governi coinvolti, così come la decisione di offrire asilo ai dirottatori da parte della Corea del Nord.
Oltre al contesto internazionale della Guerra Fredda, la situazione politica interna in Giappone e nella penisola coreana contribuì a rendere l’incidente particolarmente delicato. In Giappone, le autorità erano alle prese con movimenti giovanili radicali e con la necessità di salvaguardare la propria immagine internazionale. In Corea del Sud e del Nord, le tensioni tra i due Stati rendevano ogni decisione strategica rischiosa e qualsiasi errore diplomatico avrebbe potuto avere ripercussioni significative sul piano internazionale.
Good News: la storia vera del dirottamento del volo 351 della Japanese Airline
Detto questo, è lecito chiedersi: cosa accadde realmente al volo 351 della Japanese Airline? Good News conserva i dettagli generali del dirottamento. Come vediamo nel film, il volo interno fu preso di mira, poco dopo il decollo da Tokyo, da un gruppo di comunisti militanti (il più giovane era un adolescente). Il gruppo di dirottatori prendeva ispirazione dal manga Ashita no Joe, simbolo di ribellione giovanile e lotta contro l’autorità. La storia del pugile ribelle che sfida le convenzioni sociali incarnava per loro uno spirito di resistenza e azione diretta, che si tradusse nella scelta di compiere un gesto drammatico come il dirottamento.
L’intenzione della Red Army Faction, ovvero dei dirottatori, era quella di portare avanti una rivoluzione armata immediata contro la classe capitalista giapponese. Da lì, avrebbero usato il Giappone come base per rovesciare gli Stati Uniti e i suoi alleati. A causa dell’aumentata attenzione della polizia in Giappone, il gruppo cercò un altro Paese per l’addestramento guerrigliero.
Il piano originale era di volare fino a L’Avana (Cuba), dove si sarebbero organizzati e addestrati, ma il Boeing 727 non era adatto per quel tragitto. Così i dirottatori cambiarono destinazione verso la Corea del Nord, fermandosi a Fukuoka, dove furono autorizzati a fare rifornimento di carburante in cambio del rilascio di 23 passeggeri (donne, anziani e bambini). Ai piloti fu consegnata una mappa della penisola coreana strappata da un libro di scuola media.
Avendo solo quella mappa e senza sapere come contattare l’aeroporto di Pyongyang (capitale della Corea del Nord), i piloti dirottarono verso la zona proibita tra le due Coree. Guidati da una voce alla radio, atterrarono in quella che credevano fosse la capitale del Nord. In realtà era l’aeroporto Gimpo di Seoul, dove era stato ordito un elaborato stratagemma: le bandiere sudcoreane furono sostituite con quelle nordcoreane, alcuni attori si finsero soldati del Nord e un gruppo di bambini del luogo iniziò a cantare canzoni tradizionali.
Nonostante lo sforzo, i dirottatori si accorsero di essere stati ingannati. Come nel film, il vice ministro giapponese Shinjiro Yamamura si offrì volontario per prendere il posto degli ostaggi restanti e i dirottatori accettarono, volando in direzione Pyongyang, dove gli fu concesso asilo. Due giorni dopo (il 5 aprile 1970) l’aereo, il ministro e i piloti fecero ritorno all’aeroporto di Haneda, a Tokyo.
È importante sottolineare che nessun nome corrisponde a quello reale in Good News, questo per sottolineare il fatto che non si tratta di una ricostruzione storica fedele.
Le differenze sostanziali tra realtà e finzione
Come è chiaro, pur basandosi su fatti realmente accaduti Good News prende significative libertà creative rispetto al dirottamento del volo 351 della Japan Airlines nel 1970. L’evento storico, seppur drammatico, fu gestito con precisione diplomatica: un gruppo di giovani militanti della Red Army Faction dirottò il volo interno verso la Corea del Nord, ottenendo asilo politico e riportando l’aereo e gli ostaggi in Giappone due giorni dopo.
Nel film, il dirottamento diventa invece il punto di partenza di una riflessione più ampia sul potere, sull’informazione e sull’ambiguità della verità. I nomi e i ruoli dei protagonisti sono cambiati e personaggi come Mr. Nobody e Seo Go-myung, assenti nella realtà, servono a incarnare rispettivamente il cinismo del sistema e la moralità individuale messa alla prova.
Anche il tono è completamente differente: mentre la cronaca storica descrive un evento risolto senza vittime, il film lo trasforma in una commedia nera, in cui funzionari e agenti governativi reagiscono con confusione e ipocrisia e ogni decisione politica diventa un gioco di facciata.
Il finale, pur richiamando la conclusione storica, aggiunge un significato simbolico. I dirottatori ottengono asilo, ma Seo Go-myung rimane nell’ombra, privato di riconoscimenti, mentre Mr. Nobody assume il suo nome, sottolineando come il coraggio e la responsabilità possano restare invisibili, al di là della gloria o della cronaca ufficiale.