Freaks Out: Le location dell’ultimo film di Gabriele Mainetti

Un viaggio alla scoperta dei luoghi reali che fanno da sfondo alla storia supereroistica ideata dal regista romano.

Se ancora non avete avuto modo di vedere Freaks Out, ultima fatica del regista, sceneggiatore e compositore Gabriele Mainetti, approfittate dell’arrivo del film su Sky Cinema e recuperatelo al più presto. Queste sono le opere di cui ha bisogno il cinema italiano: una produzione bella da vedere con una storia profonda che racconta il valore della diversità, un mix di romanzo d’avventura e di formazione, con una spruzzata di fantasia. Mainetti, dopo il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot (2015), torna con un lavoro ambizioso, la storia dei “freaks coi poteri” – Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Aurora Giovinazzo, Giancarlo Martini e Giorgio Tirabassi – che si muovono nella Roma del ’43, set prediletto per l’esplosione della sua fantasia. Ma come fare a ricreare la Capitale nel periodo della guerra, tra nazisti e deportazioni, bombardamenti e l’atmosfera popolare della Roma degli anni Quaranta? Partiamo insieme in un viaggio alla scoperta dei luoghi reali che hanno contribuito a dare vita alla storia di Freaks Out.

Freaks Out: tutte le location della Capitale

La vicenda dei quattro protagonisti di Freaks Out si muove soprattutto a Roma, e infatti la Capitale gioca un ruolo fondamentale tra le location del film. Mainetti ha scelto alcuni dei luoghi simbolo della sua città, ed è riuscito a trasformarli dandogli quell’atmosfera rurale della Roma del ’43. Del centro storico sono tantissimi gli angoli che si vedono nel film: il Foro Romano, per esempio, è lo sfondo in cui camminano i nostri freaks quando discutono se raggiungere o no il Zirkus Berlin e uno dei siti archeologici più visitati al mondo si mostra in tutta la sua bellezza. La scena del rastrellamento di ebrei da parte dei nazisti, che li ha spinti a questa decisione, avviene nel vicino ghetto ebraico, e in varie immagini si notano anche il Teatro di Marcello e il rione Monti. Quando le loro strade si dividono, Matilde (Aurora Giovinazzo) ha un incontro ravvicinato con due tedeschi sull’isola Tiberina, mentre il ritrovamento di Israel (Giorgio Tirabassi) avviene sullo sfondo del parco degli Acquedotti, quando la ragazza e i partigiani che l’hanno salvata assaltano una camionetta di soldati. Il sontuoso circo tedesco a cui si unisco Cencio, Fulvio e Mario (Pietro Castellitto, Claudio Santamaria e Giancarlo Martini), invece, è stato allestito presso l’ottocentesco forte Bravetta, situato nel quartiere Gianicolense.

Non solo Roma: le location nel viterbese

Se in Lo chiamavano Jeeg Robot le vicende si svolgevano interamente nella Capitale, per Freaks Out Mainetti ha dovuto per forza ampliare le location, in modo da ricreare al meglio le ambientazioni degli anni Quaranta in cui si svolge la vicenda. Le scene iniziali del film, per esempio, si sono svolte nel quartiere medievale di Viterbo, perfetto per ricreare il centro storico della Roma dell’epoca: in Piazza San Lorenzo è allestito il circo dei nostri freaks, ma si notano anche la mole di Palazzo dei Papi e della sua scenografica loggia e il campanile gotico della chiesa che dà il nome alla piazza, quando un bombardamento mette fine allo spettacolo. Viterbo non è l’unica location che è stata utilizzata nel Lazio. Chi è famigliare con il viterbese, infatti, avrà riconosciuto nella foresta in cui si nascondono i partigiani che hanno salvato Matilde la Faggeta Vetusta del Monte Cimino. Appartenente al borgo di Soriano nel Cimino, è una delle faggete più maestose e antiche d’Europa, inserita tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità dall’UNESCO nel 2017 per la sua notevole importanza naturalistica, ecologica e paesaggistica.

Un pizzico di Calabria e di Abruzzo nelle location di Freaks Out

Freaks Out cinematographe.it

Ma nemmeno il Lazio è bastato a Gabriele Mainetti per ricreare la sua visione, e così il regista si è spostato anche nel resto d’Italia per portare in vita il mondo di Freaks Out. La troupe e il cast hanno raggiunto la Calabria, e in particolare i paesaggi isolati e la natura rigogliosa della Sila, per girare molte scene fondamentali. Grazie ad una collaborazione con le Ferrovie dello Stato le scene della deportazione degli ebrei sono state girate sullo storico Treno della Sila, treno a vapore del secolo scorso che attraversa il paesaggio calabro incontaminato in un viaggio suggestivo. La stazione Tiburtina, invece, è stata ricreata nella stazione di Camigliatello Silano, la più alta stazione ferroviaria a scartamento ridotto d’Europa con i suoi 1.400 metri di altezza. Mainetti ha anche lavorato in Abruzzo, scegliendo uno dei paesi distrutti dal devastante terremoto del 2009. Si tratta di Castelnuovo, piccola frazione di San Pio delle Camere in provincia dell’Aquila, le cui rovine si sono prestate a diventare un luogo che ha subito pesantemente i danni della guerra. Qui i quattro circensi e il loro mentore si rifugiano tra le macerie, e prenderanno l’importante decisione di scappare per rifarsi una vita oltreoceano.

Cosa mangiare nei luoghi di Freaks Out?

Roma è conosciuta in tutto il mondo non solo per i suoi monumenti meravigliosi, ma anche per la sua gastronomia, una vera e propria religione per i romani doc. Impossibile visitare la Capitale senza gustare la sua cucina tipica, soprattutto le paste, prima su tutte la mitica carbonara, ma anche amatriciana e cacio e pepe. Di osterie dove provarle sicuramente non mancano, noi vi suggeriamo L’Antica Birreria Peroni. locale del 1906 dall’atmosfera allegra e con un’ampia scelta di piatti romani: oltre la pasta, nel menù della cena trovate anche la trippa alla romana, i fritti misti e altre squisitezze. Se vi trovate a passare dalla zona del ghetto, invece, non perdete l’occasione di assaggiare la cucina giudaico-romanesca in uno dei molti locali del quartiere, in particolare il celebre carciofo alla giudia.

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Anche oltre i confini di Roma, la cucina laziale sa sorprendere con sapori antichi e genuini, tutti da gustare. A Viterbo la protagonista assoluta delle tavole locali è la carne: non a caso uno dei piatti da provare è l’abbacchio, ovvero l’agnello preparato al forno. Non manca la cacciagione, in particolare di cinghiale e di lepre, la mitica porchetta e gli ottimi salumi. La zona del Cimino invece è famosa per la pasta e per le castagne. A Soriano nel Cimino si preparano gli gnocchi al ferro, chiamati così per il ferro da calza che viene utilizzato per la loro preparazione: potete assaggiarli, per esempio, al Ristorante Baita La Faggeta, locale tradizionale proprio all’ingresso della Faggeta. Sia Soriano, sia San Martino al Cimino, celebrano in ottobre la Sagra delle Castagne con grandi fiere in cui assaggiare la specialità locale declinata in diverse preparazioni. Squisita la zuppa di castagne e farro.

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Chiudiamo la nostra panoramica con le ultime due location scelte da Mainetti per Freaks Out. In Calabria si mangia bene, e sulla Sila ancora meglio: la zona di montagna è famosa soprattutto per la tipica ‘nduja, salume piccante di consistenza morbida ideale da spalmare sul pane, ma anche per la produzione di eccellenti insaccati, tra cui soppressate, capicolli, salsicce, pancetta, lardo e prosciutti. Ottimi anche i formaggi come il caciocavallo silano, la provola o il butirro (a pasta molle, a base di provola con burro all’interno), i funghi e le patate della Sila, molto rinomate. Se invece viaggiate in Abruzzo, il must da provare sono i mitici arrosticini abruzzesi, uno dei prodotti tipici più ricercati della regione : spiedini di carne di pecora da cuocere rigorosamente sulla brace. Uno tira l’altro.