François Truffaut: tutte le donne e le storie d’amore che hanno ispirato i suoi film
François Truffaut, uno tra i più grandi autori francesi del cinema internazionale, era chiamato anche "l'uomo che amava le donne".
François Truffaut, uno dei più grandi autori del cinema francese e del cinema internazionale, è tra i i fondatori di quella che sarebbe diventata la Nouvelle Vague, dei quali furono esponenti anche Jean-Luc Godard e Éric Rohmer, corrente cinematografica che prendeva ispirazione dal Neorealismo italiano e che verrà successivamente ripresa più volte dando vita a quelle pellicole dette della Nuova Hollywood. Dall’infanzia difficile che segnerà per sempre il regista, dove riceverà amore e calore solo dalla figura della nonna materna e dalla passione per la lettura, all’adolescenze turbolenta, dove il suo comportamento lo fece espellere da numerose scuole, perdere il lavoro più volte, trovando poi un’occupazione stabile e in linea con la sua passione per il cinema. Si tratta della prima professione con cui François Truffaut si farà conoscere e cioè quella di critico cinematografico.
Da critico cinematografico a regista premio Oscar
Ad offrirgli il lavoro, nel 1949, a 18 anni, fu André Bazin, che per il regista fu quellafigura paterna che gli mancò sempre: Truffaut non è mai entrato in contatto con il suo padre biologico, del quale trovò informazioni solo alla fine degli anni ’60, e venne riconosciuto dopo anni dal marito di sua madre dal quale adottò appunto il cognome Truffaut. François Truffaut, durante il lavoro di critico, pubblica una serie di articoli per una rivista di recente fondazione, i Cahiers du cinéma. Diventando un duro critico del cinema francese contemporaneo, prediligendo un approccio più personale, sia dal punto di vista tecnico che narrativo, alcuni suoi pezzi lo portano all’attenzione di Roberto Rossellini, per cui farà da assistente alla regia per film mai portati a termine. Ma per i suoi articoli gli venne anche proposto, da parte di Henri-Pierre Roché, di realizzare delle pellicole tratte dai suoi libri. Dall’intervista ad Hitchcock alla fondazione della sua società di produzione, François Truffaut è stato autore di alcuni intramontabili capolavori come il primo lungometraggio I quattrocento colpi, fortemente autobiografico, Jules et Jim, Fahrenheit 451, Effetto notte, che gli varrà l’Oscar come Miglior film straniero, e moltissimi altri. Noto anche per essere un “seduttore incorreggibile”, la sua vita sentimentale gli diede il soprannome anche di “un uomo che amava le donne”.
Nel 1957, al Festival di Cannes, François Truffaut conosce Jeanne Moreau, attrice vista nel film Ascensore per il patibolo, del quale l’autore elogerà bellezza e doti recitative in un articolo pubblicato sui Cahiers du cinema. Il 1957 è un anno fondamentale per il regista, è il momento che segna la sua scelta di dedicarsi all’attività di regista e che lo porterà nel 1959 alla realizzazione, appunto, del film I quattrocento colpi. Con Jeanne Moreau l’autore passerà molto tempo a scrivere, a parlare del libro di Roché, Jules e Jim, che diventerà un film, e a scrivere, passando anche momenti difficili. Jeanne Moreau, amante e musa, comparirà nei film Jules e Jim e La Sposa in nero, usciti nel 1962 e 1967. Un anno dopo, nel 1968 Truffaut decide di sposare la donna che sarà uno dei suoi più grandi amori, Claude Jade, appena diciannovenne quando il regista avanzò la sua proposta di matrimonio. Le nozze che erano alle porte quando il Maggio francese mandò tutto a monte: si dice che François Truffaut non si presentò al matrimonio proprio per il suo impegno politico e per dedicarsi alle proprie iniziative professionali. François Truffaut conobbe Claude Jade sul set di Baci rubati, del 1968, innamorandosi di lei a prima vista. Nonostante il matrimonio mandato a monte, i due rimarranno ottimi amici per molti anni e il regista la dirigerà nuovamente in Non drammatizziamo… è solo questione di corna e L’amore fugge, rispettivamente del 1970 e 1979.
François Truffaut e alcuni dei suoi amori più noti
Innamorandosi di tutte le protagoniste dei suoi film, portandone molte alla fama, nel ’61 conobbe Marie France Pisier, con la quale fuggì per un mese abbandonando la moglie, che all’epoca era Madeleine, figlia del proprietario di una società di distribuzione, dalla quale ebbe 2 figlie e dalla quale divorziò nel 1964. Nel marzo del 1963 François Truffati si era innamorato perdutamente dell’attrice Françoise Dorleac che diresse l’anno successivo in La calda amante e che nelle inquadrature volle riprendere da ogni angolazione possibile. La Dorléac nel ’67 andò incontro a un tragico destino: alla guida della sua macchina verso l’aeroporto di Nizza, l’auto andò fuori strada ribaltandosi e prendendo fuoco rapidamente. Scomparsa all’età di 25 anni, la notizia della sua morte portò il regista a ritirarsi per mesi dalle scene. Tra il 1968 e il 1970 François Truffaut ebbe una storia d’amore anche con la diva del cinema francese, e non solo, Catherine Deneuve, con la quale il regista girerà La mia droga si chiama Julie e L’ultimo metrò, usciti il primo nel 1969 e il secondo nel 1980, e della quale scriverà in seguito “quello che mi piace di lei è il suo mistero“.
I due protagonisti di una delle coppie d’oro del cinema girarono il mondo insieme, ma si trattò di una storia che finì nel giro di alcuni mesi e che portò Truffaut in ospedale per un esaurimento nervoso. I due rimasero comunque in buoni rapporti, collaborando appunto nuovamente insieme negli anni ’80. Ultimo amore del regista fu Fanny Ardant, protagonista dei film La signora della porta accanto e Finalmente domenica, ultime 2 pellicole del regista, datate rispettivamente 1981 e 1983. Il regista si innamorò di lei dopo averla vista recitare in alcuni film per la tv e, durante un rendez-vous alla Les Films du Carrousse decise e le disse che il prossimo film sarebbe stato solo per lei. Fanny Ardant rimase accanto al regista fino alla sua morte, nel 1984; François Truffaut, nato esattamente 90 anni fa, il 6 febbraio 1932, morì di tumore al cervello, operato tardivamente, all’età di 52 anni.
Leggi anche Monica Vitti e Michelangelo Antonioni: una storia d’amore e film