Eliza Graves: la spiegazione e l’analisi del finale del film

Un piccolo thriller dai toni macabri e surreali in cui niente è ciò che sembra e che pone la sua attenzione sulla sottile linea che separa la verità dalla menzogna, la sanità dalla pazzia e l’amore dall’ossessione.

Un cast di famosi attori britannici e un nome del calibro di Mel Gibson tra i produttori fanno solamente da giustapposta cornice a un film basato sulla breve ma intensa storia narrata in un racconto gotico intriso di macabra comicità pubblicato da Edgar Allan Poe nel 1845 intitolato Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma. Al momento di adattare una psichedelica storia sulla schermo, la pellicola Eliza Graves (conosciuto anche con il titolo più appropriato e intrigante di Stonehearst Asylum) ha deciso di eliminare l’ironia del racconto originale per addentrarsi negli oscuri meandri della mente umana e rappresentare in maniera caparbia l’inquietante idea di medicina nell’era vittoriana, prima della nascita di una più moderna e assodata psicanalisi per contraddistinguere tra senno e scelleratezza.

Tra diagnosi troppo semplicistiche e disturbi mentali nascosti da un’arguta scaltrezza, il film punta tutto su incertezze e incredulità, in cui lo spettatore non sa, tanto quanto i protagonisti, chi credere e di chi potersi fidare per arrivare all’amara verità finale. Eliza Graves gioca sui dettami del thriller psicologici e delle ansiogene decisioni che i personaggi devono compiere per ribaltare la situazione paradossale in cui si trovano, arrivando a puntare tutte le sue carte su un finale carico di ambiguità e lasciando a noi la facoltà di discernere la vera pazzia dalla reale assennatezza, nella speranza di scoprire dove si trova e se esiste un confine imprescindibile tra le due.

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Ben Kingsley è l’eccentrico e, allo stesso tempo, inquietante dottor Lamb, direttore dello Stonehearst Asylum.

Eliza Graves: la trama del film con protagonista Kate Beckinsale

1899. Università di Oxford in Inghilterra. Di fronte a una classe di giovani allievi pronti ad avventurarsi nel mondo della medicina, un professore dimostra un caso esemplare di isteria femminile in una paziente chiamata Eliza Graves, interpretata da Kate Beckinsale, la quale cerca in tutti i modi di convincere il suo “pubblico” di essere mentalmente stabile. Nonostante la donna sia assolutamente convinta di non soffrire di alcuna patologia, il docente mette in evidenza come tutti i pazienti affetti da disturbi mentali affermano di essere sani così come tutti i criminali si professano innocenti anche se in realtà non lo sono e avvisando i suoi studenti di non credere a nulla di ciò che sentono e solamente alla metà di ciò che vedono. Un inizio ad effetto che passa in sordina con il procedere della pellicola ma che in realtà si rivelerà determinante e da tenere a mente per il colpo di scena finale.

Nella sequenza successiva, a distanza di un periodo di tempo non precisato, il neo-laureato in medicina Edward Gate, interpretato da Jim Sturgess, arriva presso lo Stonehearst Asylum, un manicomio gestito da Silas Lamb, un eccentrico Ben Kingsley, per iniziare a lavorare come tirocinante. Benché il dottore non aspettasse nessun ragazzo da Oxford, egli si convince che una giovane mente laureata alla prestigiosa università possa risultare estremamente utile presso il loro ospedale. I metodi del Dr. Lamb sono decisamente poco ortodossi ma egli afferma di non credere nelle terapie antiquate che prevedono l’utilizzo di sedativi e le costrizioni corporali per calmare i pazienti ma piuttosto incoraggia le loro disillusioni quando capisce che queste ultime possono creare in loro una grande felicità.

Tra i vari ospiti della struttura c’è anche Eliza, la giovane introdotta nella prima scena del film, e sin da subito Edward inizia a provare una particolare infatuazione per lei benché la donna sembri non ricambiare il sentimento e faccia di tutto per respingere le attenzioni dell’uomo. In occasione di una festa in cui medici e pazienti si mischiano e si confondono tra di loro, si ha il primo indizio che ci sia qualcosa che non vada nell’attuale situazione in atto: in seguito a una diatriba tra Edward e un paziente di nome Finn, interpretato da David Thewlis, quest’ultimo si propone candidamente di brindare alla loro riappacificazione ma, prima che il giovane ragazzo possa bere dal suo calice, Eliza gli rovescia il drink facendo sì che sia necessario portarlo nelle cucine per cercare di rimuovere la macchia provocata dal vino. Nel nuovo ambiente, lontano da orecchie indiscrete, la giovane donna gli consiglia di scappare dal sanatorio il prima possibile, finché è ancora in tempo, ma il ragazzo si rifiuta di andare via senza la compagnia della sua amata al suo fianco.

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Jim Sturgess è il protagonista Edward Newgate, un giovane neo-laureato all’Università di Oxford arrivato all’ospedale per svolgere un tirocinio.

La situazione si carica di inquietanti retroscena quella stessa notte, quando Edward avverte un rumore sospetto proveniente dal condotto del suo alloggio e incuriosito, lo segue fino allo scantinato dell’ospedale, scoprendo che nei sotterranei sono stati rinchiusi i veri membri dello staff del manicomio, incluso il Dr. Salt, che prende il volto di Michael Caine, il quale gli spiega come Lamb sia un pericoloso chirurgo che, durante la guerra, uccideva i propri pazienti e che avrebbe fatto lo stesso con lui se egli avesse commesso l’errore di bere il proprio drink durante il banchetto della scorsa serata. Scoperta la reale identità del supposto direttore, Edward cerca di reclutare Eliza come sua complice in modo da liberare le persone segregate ma la donna si rifiuta di venire coinvolta e gli racconta degli abusi che la ragazza ha subito proprio dal Dr. Salt.

Nel frattempo, durante la celebrazione per il nuovo anno, Finn uccide una delle giovani pazienti, ma prontamente Lamb la fa passare come una morte accidentale. A questo punto, convinto che qualcosa debba essere fatta per fermare i crimini dei due uomini a capo dell’istituto, Edward decide di aggiungere del sedativo allo champagne celebrativo, ma proprio nella sua messa in opera viene sorpreso da Finn che avvisa i compari di ciò che il ragazzo sta tentando di compiere. Lamb decide quindi di punire il giovane utilizzando la “terapia” dell’elettroshock ma, prima che essa inizi, Edward decide di rivelare a Eliza il vero scopo per il quale egli si era recato nell’ospedale psichiatrico, ossia per salvarla dagli abusi che ella stava subendo e ai quali aveva assistito in prima persona durante la lezione di medicina tenutasi all’inizio del film.

Proprio mentre il finto dottore sta cominciando la procedura per utilizzare l’elettroshock su di lui, il ragazzo gli chiede di vedere per un’ultima volta la fotografia della signora Graves che tiene nella sua giacca. Lamb acconsente alla richiesta ma, a suo discapito, scopre che quella che tiene in mano non è la foto della giovane e bella paziente bensì di una delle sue vittime che egli aveva brutalmente assassinato. Lo shock provoca in lui uno stordimento durante il quale Eliza cerca di liberare Edward ma viene aggredita da Finn, il quale, dopo un’accesa colluttazione con la donna, finisce per essere fulminato fino alla morte con l’elettroshock, facendo sì che le scariche generino un incendio all’interno dell’edificio.

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Il dottor Lamb e Edward nella scena in cui il chirurgo tenta di utilizzare l’elettroshock sul giovane, il quale rappresenta uno dei momenti più salienti del film.

Eliza Graves: la spiegazione del finale del film

Mentre il fuoco divampa all’interno dell’ospedale psichiatrico, Eliza porta i pazienti fuori dal manicomio ma non prima di aver liberato Edward, il quale possiede solo un’ultima azione da compiere prima di scappare insieme alla sua amata: trovare Lamb che adesso si trova uno stato di semi-incoscienza per il rimorso di ciò che ha commesso negli anni passati. I flashback ci rivelano l’ultimo tassello mancante della sua mente, ossia il motivo per cui ha ucciso tutte quelle persone. Sotto pressione e dopo aver assistito agli orrori della guerra, il chirurgo giustiziava i suoi pazienti come se stesse offrendo loro una sorta di grazia e pensando di compiere così un atto misericordioso anziché sconsiderato quale era. Dopo aver condotto tutte le persone, inclusi i prigionieri nelle segrete e lo stesso Lamb, fuori dall’edificio in fiamme, Edward chiede per l’ennesima volta a Eliza di scappare via insieme a lui ma la donna, nonostante sia propensa ad approvare la sua richiesta, afferma che non può accettare in quanto non è “normale”. Dal canto suo, egli le risponde che nemmeno lui è ciò che si direbbe una persona normale ma è follemente innamorato di lei tanto da essere disposto a rivelare il suo segreto più grande.

Qualche tempo dopo, il marito di Eliza Graves e il professore di Oxford, visto all’inizio della pellicola, arrivano allo Stonehearst Asylum richiedendo l’immediato rilascio della donna. L’attuale responsabile dell’istituto, una certa Mrs Pike, informa presto i due uomini che la ragazza ha già lasciato la struttura in quanto è stata dimessa dal giovane dottor Newgate. Con un twist finale totalmente inaspettato il professore di Oxford afferma che questo non è assolutamente possibile in quanto lui è il dottor Edward Newgate, rivelando inoltre che il ragazzo conosciuto con quel nome per tutta la pellicola non solo non si chiama così ma non è nemmeno un medico, bensì un paziente fuggito due mesi prima da un ospedale di Londra nel quale si trovava in cura per un disturbo mentale.

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Kate Beckinsale è la protagonista Eliza Graves, una donna malata di isteria femminile e che viene rinchiusa per questo nello Stonehearst Asylum.

Per quale motivo però un paziente rinchiuso in un manicomio scapperebbe da quest’ultimo posto per entrare in un’altra struttura esattamente identica? La spiegazione è ovvia: il ragazzo aveva conosciuto Eliza durante la conferenza tenutasi all’università, solo che non si trovava tra il pubblico costituito dai giovani studiosi di medicina, ma piuttosto egli era il paziente da presentare agli allievi subito dopo la signora Graves. Proprio in quest’occasione, egli aveva visto Eliza e se ne era perdutamente innamorato (o sarebbe meglio dire che ne era diventato ossessionato), tanto da fuggire dall’ospedale rubando l’identità del suo medico curante con l’obiettivo di trovare la donna e andare a vivere un’esistenza felice e indisturbata insieme. Secondo il dottore, il ragazzo è gravemente affetto da pseudologia fantastica, la sindrome del bugiardo patologico, per cui nessuno sa più cosa sia reale in ciò che dice e cosa no e nemmeno si conosce il suo vero nome talmente ne ha assunto diversi con il passare del tempo.

Il giovane viene considerato un guscio vuoto senza una reale identità, incapace persino di provare dei veri sentimenti. Ma sarà veramente così o per lui c’è ancora speranza dopo aver conosciuto Eliza? Agli spettatori l’ardua sentenza basandosi su ciò che è stato mostrato nel corso della pellicola. Il film decide di lasciarci però con un’ultima nota ottimistica finale in cui si svela che Eliza e il suo giovane spasimante si sono trasferiti nell’istituto di igiene mentale di Santa Cristina, in Toscana, nel quale sono conosciuti sotto il falso nome di Dr Lamb e sua moglie. Un posto immerso nel verde in cui i due possono felicemente danzare in un bellissimo giardino e senza essere disturbati da nessuno, lontani da mura in cui essere rinchiusi, sedativi e restrizioni da sopportare, con la semplice possibilità di vivere della compagnia l’uno dell’altro.

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