Braveheart – Cuore impavido: la storia vera di William Wallace

In Braveheart - Cuore impavido si segue a grandi linee la storia originale di William Wallace, con qualche elemento "romantico" in più: ecco le reali vicende dietro l'eroe scozzese.

Mel Gibson nel 1995 portava sul grande schermo la storia dell’eroe scozzese William Wallace, da lui stesso interpretato in Braveheart – Cuore impavido. Nel film, scritto da Randall Wallace, lo accompagnavano nel cast Sophie Marceau nei panni di Isabella di Francia, Catherine McCormack che interpreta Murron e Brendan Gleeson nel ruolo dell’amico del protagonista, Hamish Campbell, mentre Patrick McGoohan interpreta Re Edoardo I d’Inghilterra. Per quanto nudo e crudo risulti quanto vediamo nella pellicola, si tratta, come grandissima parte delle volte che accada, di una storia vera che è comunque in parte romanzata!

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Braveheart – Cuore impavido: il vero motivo che ha spinto Wallace a combattere gli inglesi

Partendo dall’aspetto fisico, Mel Gibson con il suo 1.77 metri non è (letteralmente) all’altezza della reale forma fisica che avrebbe avuto William Wallace secondo gli storici dell’epoca: Harry il Cieco, che ha scritto un poema in cui narra le sue gesta, lo descrive alto ben 2 metri! Un’altra vicenda non accurata è quella legata alla morte del padre: Sir Malcolm Wallace di Riccarton (secondo alcune fonti in realtà di nome Alan) muore sì per mano degli inglesi, ma nel 1291, quando William, nato nel 1270, aveva 21 anni e non era certo un bambino. Egli aveva inoltre due fratelli, non uno: uno di nome Malcolm e uno di nome John. È vero, comunque, che è stato educato da due zii sacerdoti, che gli insegnarono francese e latino, con un’educazione al di sopra della media per l’epoca.

Ma è nel motivo della sua ascesa nello scontro tra inglesi e scozzesi che esce fuori l’elemento romanzato di Braveheart – Cuore impavido. Ovviamente dietro c’è comunque un odio pregresso dovuto all’uccisione del padre, ma il motivo scatenante non è certo la condanna a morte della sua amata. Riguardo un possibile “casus belli” viene riferita una leggenda, secondo cui avrebbe intrapreso una rissa con dei soldati inglesi, sterminandoli, dopo essere stato intercettato da loro per del pesce che aveva pescato. A seguito di ciò fu emesso il suo mandato d’arresto.

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Braveheart – Cuore impavido: il conflitto con gli inglesi

Sullo sfondo storico in cui si muove William Wallace, troviamo come pedina principale Edoardo I d’Inghilterra che, nominato dagli scozzesi arbitro per la nomina del nuovo sovrano di Scozia per poter garantire l’imparzialità della scelta, ha nominato John Balliol. Non si è limitato ad essere semplice giudice imparziale, ma si autoproclama, nell’occasione, Capo supremo e rivendica la Scozia come “stato vassallo”. Nel 1296, John Balliol si rifiuta di porgergli omaggio, di qui iniziano gli attacchi egli inglesi nelle città di confine, finché questi non viene costretto ad abdicare.

Prima della battaglia di Stirling, avvenuta nel 1297, William Wallace aveva vinto già alcune battaglie contro le forze inglesi: una a Loundon Hill, una ad Ayr e l’ultima a Scone. Nella battaglia di Stirling unisce le proprie forze a quelle di Andrew De Moray, un nobile primogenito che aveva già acceso la ribellione nella zona. La battaglia ebbe luogo l’11 settembre del 1297 nel celebre ponte di Stirling: mentre le truppe inglesi, guidate dal Conte del Surrey, lo attraversavano verso nord, gli scozzesi li attendevano dall’altra parte e li uccidevano mentre passavano. L’esercito inglese allora inizia a ritirarsi vedendo l’avanguardia sterminata, ma il ponte finisce per crollare. I nemici vengono comunque spinti verso la riva del fiume perché, a loro insaputa, gli scozzesi avevano guadato da nord raggiungendoli. Durante la battaglia vinta dagli scozzesi, comunque, Andrew De Moray resta ferito e successivamente muore, lasciando William Wallace da solo a gestire il conflitto.

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Braveheart – Cuore impavido: la disfatta a Falkirk e l’esecuzione

A seguito della battaglia di Stirling Bridge, Wallace viene nominato Guardiani di Scozia. L’esercito scozzese a questo punto lascia avanzare gli inglesi lasciando loro terra bruciata e riducendoli in scarsità di cibo e di forza morale. Nonostante ciò, a Falkirk arriva la dolorosa sconfitta, il 15 giugno 1298: gli inglesi attaccarono per primi con la cavalleria, inducendo i cavalieri scozzesi alla fuga e rompendo le 4 formazioni a riccio cui era disposto l’esercito nemico. Per gli scozzesi è una vera e propria disfatta, tanto che William Wallace scappa, rimettendoci in reputazione. Solo successivamente, a settembre, decide di cedere il titolo di Guardiano a John Comyn e Robert Bruce: quest’ultimo, dunque, non lo tradisce prima della battaglia. Avendone pieno titolo, solo nel 1302 stipula un trattato di pace con Edoardo I, al quale William Wallace si rifiuta di collaborare, andandosene in Francia. Egli sarebbe stato catturato da un cavaliere scozzese nel 1305 a Glasgow: dopo un processo di facciata viene giustiziato il 23 giugno 1305 a Smithfield, dove, come da tradizione per la pena dei traditori dell’epoca, viene impiccato, squartato e decapitato, con la testa impalata e esposta sul London Bridge. Le sue membra sarebbero state esposte a Londra, Newcastle, Berwick, Edimburgo e Perth.

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