Barbarian: il film di Zach Cregger è basato su una storia vera?
Barbarian affronta temi molto profondi, come l’abuso e l’abbandono.
Diretto da Zach Cregger, al suo debutto come regista solista, Barbarian racconta la vicenda di Tess Marshall, una giovane donna interpretata da Georgina Campbell, che si ritrova in una situazione angosciante dopo aver prenotato una casa tramite Airbnb a Detroit. Al suo arrivo scopre che l’abitazione è stata riservata anche da un uomo misterioso, Keith, interpretato da Bill Skarsgård. Quello che sembra un banale disguido si trasforma presto in un incubo, tra stanze segrete, presenze minacciose e un clima costante di sospetto.

Barbarian nasce da una storia vera?
Zach Cregger ha dichiarato apertamente che Barbarian non è basato su una storia vera. La pellicola non racconta un fatto di cronaca né un evento realmente avvenuto, ma trae ispirazione da riflessioni personali e da alcune esperienze indirette del regista. L’idea centrale del film, ossia il disagio di trovarsi bloccati in una situazione potenzialmente pericolosa con uno sconosciuto, nasce dalla lettura del libro di Gavin de Becker The Gift of Fear.
Quest’opera, considerata un punto di riferimento nel campo della sicurezza personale, illustra come piccoli segnali apparentemente innocui possano rivelarsi campanelli d’allarme fondamentali per riconoscere un pericolo imminente. Cregger ha spiegato che, leggendo il testo, ha realizzato quanto spesso le donne si trovino a dover ignorare comportamenti maschili sgraditi perché la società li considera normali o poco rilevanti. Da qui la decisione di costruire una scena – e in seguito un intero film – intorno a un personaggio femminile che percepisce questi sottili indizi di minaccia.
L’idea della “doppia prenotazione”
Uno degli elementi narrativi più inquietanti di Barbarian è la doppia prenotazione dell’Airbnb, che costringe Tess a condividere l’alloggio con Keith. Sebbene questa dinamica sia centrale per lo sviluppo della trama, non nasce da un’esperienza diretta del regista.
Cregger ha però raccontato di aver vissuto un episodio spiacevole legato a un Airbnb, che forse ha alimentato il suo immaginario. Invitato a un matrimonio, si trovò a dover entrare in una casa in un quartiere poco rassicurante a tarda notte, ma il codice di accesso non funzionava. Dopo aver atteso al buio per oltre mezz’ora, pensò addirittura di forzare l’ingresso, finché un poliziotto lo dissuase. Alla fine dovette cercare un’altra sistemazione.

Detroit come scenario
Un altro aspetto che ha incuriosito il pubblico riguarda la scelta dell’ambientazione. Gran parte della storia di Barbarian si svolge in un quartiere fatiscente di Detroit, caratterizzato da case abbandonate e strade deserte. Alcuni hanno interpretato questa scelta come una critica sociale alla decadenza urbana della città, simbolo del declino industriale americano.
Cregger, però, ha chiarito che la sua intenzione non era quella di lanciare un messaggio politico o sociale, bensì di sfruttare l’atmosfera che un luogo simile poteva offrire alla narrazione. Detroit, con la sua combinazione di spazi deserti e segni di un passato prospero ormai lontano, rappresentava il contesto ideale per raccontare una vicenda come quella di Barbarian.

Barbarian è un film che esplora le paure
Pur non essendo tratto da eventi reali, Barbarian colpisce perché riesce a parlare di timori concreti e quotidiani. La paura di fidarsi della persona sbagliata, di non riuscire a leggere i segnali di pericolo o di rimanere intrappolati in una situazione senza via d’uscita sono esperienze che molti spettatori riconoscono.
Barbarian affronta anche temi più profondi, come l’abuso e l’abbandono, attraverso la metafora della casa infestata da segreti inconfessabili. In questo modo, Cregger non si limita a costruire un horror ricco di colpi di scena, ma invita il pubblico a riflettere su come la società spesso minimizzi o ignori i rischi percepiti dalle donne.
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