Avengers: Endgame – chi muore nel film Marvel?

Come finisce Avengers: Endgame? Quali eroi si sacrificano per salvare l'umanità? Ecco svelato chi muore nel nuovo film Marvel al cinema dal 24 aprile.

Un arco narrativo giunge al suo termine, mettendo la parola fine ai Vendicatori. Tra i protagonisti di ben 22 film, chi è caduto in battaglia in Avengers: Endgame? Quali personaggi si sono sacrificati per salvare il nostro mondo dal titano Thanos? Scopriamoli insieme.

Avengers: Endgame è al cinema dal 24 aprile 2019. Attenzione, l’articolo contiene SPOILER.

Chi muore in Avengers: Endgame? Vedova Nera: un’assassina cresciuta in una nuova famiglia

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Vedova Nera, interpretata da Scarlett Johansson, è sempre stata un personaggio tenace e forte di un carattere deciso. Pronta all’azione, a posizionarsi in prima fila per combattere fino allo stremo delle proprie energie. Croce e delizia di una dei membri della prima generazione degli Avengers cinematografici, l’attaccamento alla famiglia composta da Iron Man, Captain America, Hulk, Thor e Occhio di Falco è ben saldo. Specialmente con Clint Barton (alias Occhio di Falco) aveva stabilito un rapporto piuttosto solido, fondato sul rispetto reciproco e un’esperienza vissuta e condivisa in molteplici campi di battaglia, durante il periodo di reclutamento come agenti dello S.H.I.E.L.D.. Dal primo film diretto da Joss Whedon (Avengers, 2012), il duo si è sempre contraddistinto per le capacità fisiche e di combattimento. Letali assassini dal cuore tenero, legati a doppio filo alla schiera di eroi che si è raccolto e diviso nel corso degli anni del Marvel Cinematic Universe.

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In Endgame la situazione è critica: per recuperare la Gemma dell’Anima attraverso il regno quantico, la coppia di assassini dovrà raggiungere il pianeta Vormir. È necessaria quella gemma per ripristinare l’equilibrio sulla Terra e riportare in vita gli Avengers spazzati via dallo schiocco di dita di Thanos in Infinity War. Per ottenerla, si dovrà compiere un sacrificio estremo: “un’anima per un’anima” recita Teschio Rosso, custode della Gemma. Nel precedente capitolo, Thanos era stato costretto a uccidere Gamora per il raggiungimento del suo obiettivo tanto agognato, lo sterminio di metà universo, sempre su Vormir; ora l’episodio si ripete. Tra Clint e Natasha avviene uno scontro mortale che dovrà concludersi con la dipartita di uno dei due Vendicatori. Vedova Nera, con assoluta presa di coscienza, decide di porre fine alla sua vita per salvare Clint e farlo riconciliare definitivamente con la sua famiglia, una componente preziosa che può risorgere dalle ceneri generate da Thanos.

Assistiamo dunque a un evoluzione concreta, con alla base molte sfaccettature che hanno definito una guerriera dedita alla protezione della squadra. Da integerrima combattente a persona leale e fedele: Natasha è la corrente di cosa c’è in gioco e sa quali rischi può correre nel procedere con tale gesto. L’obiettivo è uno soltanto: mantenere intatta l’incolumità di Clint, suo compagno di disavventure. Con la morte di Natasha su Vormir, si ricalca la stessa formula narrativa di Infinity War e si accumula lo stesso quantitativo di pathos. Endgame ci pone di fronte a una svolta spiazzante. Cosa si è disposti a fare per salvaguardare la struttura della realtà che gli eroi stanno manipolando? Concedersi alla fatalità del destino.

Chi muore in Avengers: Endgame? “Io Sono Iron Man”

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Una frase a effetto che riecheggerà per diverso tempo. Una frase che stabilisce uno status quo di un personaggio iconico, a capo degli Avengers: il miliardario e filantropo Tony Stark. L’arco narrativo più elaborato è tutto suo, in sede di sceneggiatura la definizione di un membro chiave dei vendicatori è a tutto tondo, non perdendosi mai in mancanze d’idee e di spessore psicologico. La chiave per la riuscita della missione finale è in mano all’incorruttibile Iron Man. La posta in gioco è alta a fine partita. L’unica possibilità su quattordici milioni per sconfiggere Thanos è racchiusa nel cuore di Stark, questo a detta di Stephen “Doctor” Strange.

Bisogna compiere un sacrificio che gli costerà parecchio, a partire dalla famiglia che Tony stesso si è costruito negli anni successivi allo sterminio del Titano. Viene riprodotto un guanto con il materiale utilizzato per le sue armature, con lo scopo di contenere le gemme recuperate nel viaggio quantico. Spetterà a Tony impugnarlo, nella battaglia conclusiva contro Thanos e i Chitauri, e schioccare nuovamente le dita per sterminare la razza aliena; un gesto sconsiderato, ma necessario per la salvezza dei suoi amici, preservando anche il futuro di Pepper Potts con la loro figlia Morgan.

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L’addio più lungo della storia dei film Marvel: uno schiocco che ha già reso la sequenza della morte di Tony Stark assolutamente memorabile. Le gemme contengono un indicibile potenza, e nel romperle si rischia di subire dei danni irreparabili agli organi e al sistema nervoso. Ciò avviene a fine scontro nell’atto conclusivo, Stark prevale su Thanos. L’intervento di Peter Parker e di Pepper per assisterlo durante i suoi ultimi respiri rappresenta il culmine di una scena fortemente drammatica, che si prende i suoi tempi per valorizzare la figura dell’eroe e dei suoi saldi principi. Una personalità agli inizi sfrontata, eccentrica e carica di autostima, si è dovuto mettere sullo stesso piano di Steve Rogers/Captain America, condividendo con lui il valore del sacrificio. Una grande evoluzione che va coronando un piano ben definito e una caratterizzazione sopraffina, ricca di risvolti toccanti riservati nel finale di Endgame. Difficile trattenere le lacrime durante il funerale di Tony Stark, con tutti i membri del cast riuniti per dare un ultimo saluto a un punto di riferimento, una guida, un mentore non solo nel gruppo dei Vendicatori, ma anche all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel stesso. Un addio che non verrà scordato.