Apocalypse Now: il significato del film di Francis Ford Coppola
Apocalypse Now racconta il trauma della Guerra del Vietnam attraverso gli occhi allucinati dei suoi protagonisti e li rende simboli universali.
Nel 1979 Francis Ford Coppola presentava al grande pubblico la sua travagliata ultima produzione Apocalypse Now, su cui aveva investito una quantità impressionante di energie anche attraverso la sua compagnia American Zoetrope, ma oltre al carico lavorativo, il film è carico anche di investimenti economici e di intricati rapporti per la gestione delle lunghe riprese.
Il soggetto originale del film deriva dal romanzo del 1899 di Joseph Conrad Cuore di tenebra, incentrato sul traffico illegale di avorio nell’Africa Nera controllato dal torbido personaggio Kurtz, che si configura come la vera incarnazione del male. In questo senso, gran parte degli sforzi del regista e degli sceneggiatori (Michael Herr e John Milius oltre allo stesso Coppola) sono stati orientati a traslare il racconto su uno sfondo socio-politico altrettanto coevo e vicino agli spettatori; se infatti il colonialismo e l’imperialismo potevano avere molta presa sui lettori di fine secolo, la guerra del Vietnam con i suoi indicibili orrori sono diventati il fulcro della narrazione per Coppola e i suoi attori.
Apocalypse Now: il significato del film va ricercato tra le pieghe dei suoi personaggi
Riguardo a quella ferita (per molti versi ancora aperta oggi) Apocalypse Now ha molto da raccontare, soprattutto attraverso il suo personaggio più carismatico e controverso, il colonnello Kurtz. I soldati incaricati della missione, Kilgore e compagni, rappresentano nell’economia del racconto lo standard di uomini toccati dal conflitto asiatico, in cui i traumi si sono stratificati fino a entrare a far parte della vita quotidiana di ognuno di loro. A far da contraltare, il colonnello Kurtz rappresenta la totale degenerazione delle ferite e dell’orrore vissuto in terra vietnamita dai singoli soldati impunemente inviati a combattere una guerra non loro.
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Il significato di Apocalypse Now è quindi da ricercare nelle pieghe di questi personaggi, nella complicata gestione emotiva che rende espliciti i loro comportamenti e le loro personalità. Il bisogno di affrontare le conseguenze della guerra del Vietnam e della sua gestione da parte del governo americano a una manciata di mesi dal termine del conflitto costituiscono una chiave di lettura privilegiata di questa storia, in cui addirittura l’incarnazione assoluta del male diventa vittima del sistema che lo ha forzato a certi comportamenti distorti. Sono proprio le ultime parole proferite da Kurtz a confermare come sia stato proprio l’Orrore a provocare la deviazione del colonnello e della sua allucinazione di potere.
Apocalypse Now e il male assoluto
Apocalypse Now: Final Cut – curiosità sulla versione definitiva del film
Apocalypse Now si pone come una sorta di grido di aiuto che chiede giustizia per il dolore vissuto da intere generazioni per colpe determinate da altre persone ai piani alti della società, ma è anche l’intera società culturale a pretendere una contropartita per tutti i sacrifici che si sono dovuti affrontare. La lettura fortemente orientata di questo film è giustificabile anche alla luce del progetto produttivo che Coppola ha cercato di portare a compimento con la sua American Zoetrope, un utopico gruppo di persone dedito a rendere l’arte cinematografica un veicolo di messaggi anche sociali e politico, in cui lavorare andando oltre le loro singole personalità. La storia di questa cooperativa produttiva è ben nota, ma ciò che è riuscita a inserire in un racconto come Apocalypse Now è il simbolo di tutte le riflessioni del periodo, di quegli Anni ’70 così densi di istinti e battaglie sociali. Le stesse pulsioni che permettono a Coppola di poter definire il male assoluto incarnato dal colonnello Kurtz una semplice vittima, come molti altri giovani ragazzi, di un sistema che lo ha reso il mostro manipolatore che conosciamo da spettatori, sia del film che della guerra del Vietnam, considerato anche che tra i tanti primati che detiene, questo conflitto è stato anche il primo a essere vissuto praticamente in diretta mediatica, attraverso reportage tv, editoriali e radiofonici.