4 Metà: la spiegazione del finale della commedia Netflix

La spiegazione del finale e il significato di 4 Metà, la divertente commedia Netflix sull'anima gemella.

4 Metà è una commedia romantica che tratta in modo originale e divertente il tema dell’anima gemella. L’incipit vede una coppia felicemente sposata, Luca e Sara, che invita a cena due amici, uno dei quali è fermamente convinto che esista l’anima gemella nel senso mistico e romantico, come unica e insostituibile anima predestinata per ognuno di noi. Luca, il padrone di casa, invece, più relativista e disincantato, è assolutamente convinto che non ci siano leggi predeterminate ma che siano le diverse possibilità e variabili incontrollabili del destino a creare le coppie. E per scardinare il concetto astratto di anima gemella dell’amico, gli fa un racconto (da cui parte il film vero e proprio): due anni prima, lui e Sara invitano a cena 4 cari amici single, due donne e due uomini, con l’intenzione di farli fidanzare. Dario, Giulia, Matteo e Chiara, i 4 single invitati, hanno personalità ben definite e soprattutto opposte. Da una parte abbiamo Dario, un avvocato molto narcisista, tipico donnaiolo da una botta e via, che ama soprattutto se stesso e la sua libertà. Come lui, Giulia (Matilde Gioli), è indipendente e capace di stare bene da sola essendo una donna in carriera che investe tutto nel lavoro e abbastanza cinica in materia sentimentale. Dall’altra parte abbiamo gli altri due single dalla personalità opposta ai primi, due romanticoni sentimentali e bisognosi di affetto: Matteo (Matteo Martari) un intellettuale timido, sensibile e assertivo e Chiara (Ilenia Pastorelli) una giovane donna medico, tenera e romantica che cerca l’amore vero e sfugge relazioni superficiali.

Luca, il demiurgo di quell’incontro, si diverte poi a raccontare ai due amici (e a noi spettatori) l’evoluzione di quella cena e descrive però l’esito in due versioni diverse: che cosa sarebbe accaduto se i 4 single si fossero innamorati e scelti in base alla loro somiglianza di personalità, “chi si somiglia si piglia”, (Dario e Giulia, Matteo e Chiara) o sulla base della loro diversità, “gli opposti si attraggono”, (Dario e Chiara, Matteo e Giulia). Adotta insomma l’espediente narrativo del film Sliding Doors per fare vedere ai due amici che credono nell’anima gemella (e a noi spettatori) che cosa accadrebbe nelle due ipotesi differenti.

4 metà, Cinematographe.it

Durante la doppia storia delle doppie coppie avremo delle belle sorprese, perché tutti i personaggi di 4 Metà, affrontando le prove della vita, saranno costretti a tirare fuori tratti della personalità imprevedibili.

Ma alla fine del doppio racconto, Luca si rifiuta di confessare all’amico (e a noi spettatori) come siano andate effettivamente le cose cioè quali coppie si siano formate effettivamente nella realtà. Non vuole dire se nella realtà si siano formate le coppie fra simili o quelle fra opposti. E, sorpresa finale, anche quando arrivano i 4 single invitati di nuovo a cena non ci è dato sapere come sia andata e il finale del film rimane aperto.

 

4 Metà: perché il finale è stato lasciato aperto?

4 metà, Cinematographe.it

Perché il finale di 4 Metà è stato lasciato aperto? Evidentemente per sostenere la tesi relativista-possibilista di Luca. La mentalità comune della maggior parte delle persone infatti oscilla fra i due poli opposti del pragmatismo “razionale”, che cerca leggi oggettive per “controllare” e catalogare le vicende umane e interpretare la realtà (leggi del tipo “chi si somiglia si piglia” o “gli opposti si attraggono”) o al contrario del misticismo che “mitizza” appunto l’anima gemella come unica e insostituibile che esisterebbe secondo una sacra e misteriosa predeterminazione.

La realtà invece, come spiega Luca, è molto più complessa e contraddittoria perché sottoposta alla variabili incontrollabili del caso. E perché una coppia funzioni, quello che conta non è la somiglianza o differenza di carattere e personalità dei partners, ma la capacità di ogni persona di sapersi trasformare e cambiare in relazione alle vicende offerte dalla vita. Per sentirci “completi”, come il mitico ermafrodito di Platone che vaga cercando la propria metà, abbiamo bisogno di mescolarci con l’altro, creando una dialettica che ci faccia perdere vecchie caratteristiche e acquisirne di nuove per poterci così avvicinare all’altro. “Amare”, in sintesi, significa diminuire il proprio ego per trovare la complicità con il partner. “Amare” ci fa sentire vivi perché ci spinge di continuo a trasformarci in relazione al partner.

4 metà, Cinematographe.it

D’altra parte questi due modi di analizzare la realtà (razionalismo pragmatico e misticismo) si possono vedere rispecchiati nella psicologia dei 4 single: i due razionali e cinici e i due romantici e sentimentali. I primi due freddi e razionali (Dario e Giulia) cercano di controllare tutto ma alla prova della vita di coppia verranno travolti dai sentimenti e trasformati dagli eventi (come per esempio la maternità) così come i due “sentimentaloni” (Matteo e Chiara) saranno costretti a tirar fuori maggiore forza di carattere e freddezza.

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