Black Mass: tensione introspettiva nella colonna sonora

Tom Holkenborg, meglio conosciuto con il nome d’arte Junkie XL, ha realizzato la colonna sonora di Black Mass, caratterizzata da un’elegante uso degli archi e in particolare del violoncello, che trasmette un’introspezione profonda. Collaboratore di Hans Zimmer (Interstellar) e Harry Gregson-Williams (Sopravvissuto – The Martian), Holkenborg ha composto recentemente 300: L’alba di un impero, Divergent, Run All Night – Una notte per sopravvivere e Mad Max: Fury Road; è già stato annunciato che lavorerà alle colonne sonore di Batman v Superman: Dawn of Justice e Deadpool. Black Mass ha subito affascinato Holkenborg, che ha inizialmente composto una suite guadagnandosi la fiducia del regista Scott Cooper:

Aveva tutta l’emozione e il pathos che volevo, oltre a questa sensazione inquietante che si sarebbe poi sviluppata nel corso della narrazione. E dopo quella suite, Tom ha creato una partitura perfettamente evocativa che ha aiutato a dare al film la sua forma.

Il tema ricorrente che sentiamo durante tutto il corso del film viene presentato proprio all’inizio di Black Mass, è collegato a James “Whitey” Bulger ed è stato il primo elemento sul quale ha lavorato Holkenborg:

È una persona così malvagia, così incredibilmente oscura, volevo scrivere un tema che sottolineasse le ombre, ma che trasmettesse anche le sfaccettature multiple del suo carattere. Alla fine sono arrivato a un pattern ricorrente nelle basse frequenze, sentito attraverso il pianoforte e il violoncello.

L’introspezione è il perno della colonna sonora di Black Mass

Questi strumenti danno solennità alla colonna sonora di Black Mass, ma sottolineano anche la tensione in modo grave, ma sempre raccolto: sono rare le tracce d’azione, la musica racconta i momenti più concitati sempre attraverso il lato più introspettivo e psicologico dei personaggi, dando uno strato di grande profondità al film. Scott osserva che «la musica aiuta davvero a far entrare il pubblico nella mente imprevedibile di Whitey Bulger». Il tema principale fissa l’attenzione dello spettatore: la musica, quando si presenta, è come un flusso di emozioni che si concentrano sul lato umano dei personaggi, magnificamente espresse attraverso gli archi.

Per John Connolly, Holkenborg ha composto una melodia ondeggiante, dove ha sempre un carattere prelevante il violoncello:

Il suo tema parte da una nota grave e va fino a una nota acuta che suona come se volesse andare più in alto ma non ce la fa mai, e quindi torna indietro. È come se avesse un forte desiderio di arrampicarsi, ma qualcosa lo spingesse verso il fondo, e mentre il film prosegue, questo effetto diventa sempre più intenso.

Tom Holkenborg dipinge Black Mass con una palette orchestrale ristretta, ma calda ed avvolgente, mantenendo toni moderati e controllati: la tensione traspare, ma non prende il sopravvento; la musica lavora su un piano d’analisi profondo, nonostante la sua semplicità compositiva. Non sono molti i momenti in cui la colonna sonora si staglia emotivamente, proprio perché ricerca i sentimenti più introspettivi. Ciascuna traccia dà un’immagine di questa delicata estetica musicale, attraverso ampi movimenti degli archi e motivi ricorrenti del pianoforte. A volte questi ostinati danno un senso di tensione sinistra, come in “It’s Just the Beginning”, “Jimmy and Marianne” e “Valhalla”, mentre “Bulger Burial Ground” e “No Drugs, No Murder” hanno ritmi più sostenuti e loop di percussioni. L’ascolto della colonna sonora a sé può sembrare ripetitivo, mentre quello abbinato alle immagini permette di avere più sfumature di significato, anche se non immediate. Le ultime scene di Black Mass sono accompagnate da una lunga sequenza di musica (“Strictly Criminal” e “Take Care Kid”), stavolta fortemente empatica, fino al raggiungimento di una climax imponente.

Tom Holkenborg ha rinunciato ai temi d’azione per analizzare la sfaccettata psicologia dei personaggi: ha reso una complessità introspettiva attraverso un’assoluta immediatezza strutturale e timbrica.