Venezia 77 – Zanka Contact: recensione del film di Ismaël el Iraki

Casablanca ospita l'ardente storia d'amore tra Rajae e Larsen in un film di redenzione e grandi sentimenti, presentato a Venezia 77.

“Una puttana e un tassista si schiantano e vanno in paradiso…”. Mentre Rajae (Khansa Batma) parla la macchina sbanda, lo schermo diventa nero e la storia si riavvolge. Ora seguiamo Larsen (Ahmed Hammoud), rockstar in pensione e passeggero dell’auto tamponata. Inizia così Zanka Contact. Con una barzelletta che diventa realtà, tenendo aperta la possibilità che valga anche il contrario. Perché lo scontro cambia la vita dei due, e invita lo spettatore a prenderne parte.

Sesso, droga e rock&roll sono gli ingredienti di un film votato al movimento e ai grandi sentimenti. “Non siamo in una telenovela” urla il “protettore” di Rajae, prostituta dal torbido passato. Ma un po’ telenovela Zanka Contact lo è. E non solo. La pluralità di stili, le celebrazioni del cinema Western italiano, del primo Tarantino e del Gangster sudcoreano sono ingredienti a cui lo spettatore è sottoposto con uno slittamento continuo di tono e luci. Chissà se il giovane Ismaël el Iraki, qui alla prova con suo primo lungometraggio, ha mai visto Ammore e Malavita dei Manetti Bros. Anche lì l’azione intervallava entusiasmanti stacchi musicali.

Zanca Contact tra musical e action

Zanka Contact cinematographe.it

Diversamente dalle premesse, in Zanka Contact non è Larsen a cantare. Lui è l’icona rock, ma per qualche misteriosa ragione – i passati dei due guidano i loro “sì” e “no” prima che cambino di valore – non può più intonare i pezzi che l’hanno reso famoso. La sua vita è finita con la carriera, perché tutti lo riconoscono e si stupiscono sia vivo. A cantare il suo successo anni ’70 sono infatti gli altri. Personaggi di contorno, ugualmente appassionati di musica Rock e magliette di Appetite for Destruction dei Guns N’ Roses. Rajae invece non sa chi sia questo misterioso musicista che non la vuole sfruttare. “Voi bravi ragazzi siete i peggiori” lo rimprovera. Ma l’amore, si sa, in questi film fa magie e sblocca nuove realtà. La Casablanca “di vergini da sposare e puttane da deflorare” è infatti un imbroglio che Zanka Contact abbatte a suon di rock e giacchette in pelle di serpente.

Il suono (e il disturbo) dell’amore

A trasformare la fiamma in fuoco è la volontà di cambiare vita. Larsen e Rajae si salvano a vicenda, come in ogni storia di passione. L’azione in tal senso è utile a scandire i passaggi più emotivi. Non sempre però. Spesso sembra prevalere la semplice volontà di muovere un po’ la scena. Quindi ci si picchia – ognuno con la propria arma, chi con la chitarra, chi con le chiavi inglesi – ci si bacia, ci si vuole. Il sesso, come spesso accade nel cinema di questa nuova generazione, è invece più sfumato. Affidato a schermi neri, dissolvenze e controcampi. Ma nelle telenovelas non si va a letto, “si fa l’amore”, come avrà modo di canzonare uno dei cattivoni incontrati lungo il percorso. A inserire Zanka Contact e il suo regista nell’alveo dei “nuovi arrivati”, protagonisti della Mostra del Cinema di Venezia 2020, a cui Ismaël el Iraki affida il film, è anche un’ambientazione sfumata. C’è YouTube, ma l’icona rock protagonista si rifà alle band anni ’70 della scena underground di Casablanca e alcune presunte paternità non possono combaciare. Il tempo è prettamente cinematografico. Un mondo alternativo alla mercè delle storia.

Non mancano frasi glamour, fuori posto e stonate (“importo eroina nelle mie vene, esporto vomito nelle strade”). Quel che può starci c’è. Anche se a pagarne le spese è l’armonia di un film spesso maldestro, soprattutto nel montaggio. Dalla barzelletta non si torna più. Troppo impegnati a seguire la coppia in fuga verso l’orizzonte. La sensazione è di aver già vissuto questa storia, anche con interpretazioni più significative. Ma il tocco musicale, all’apice su un finale di totale redenzione, arriva allo spettatore puntuale e argina il film con un trucco semplice ma efficace. Ci si emoziona, anche se a comando. Come una risata a fine barzelletta.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

2.6