Roma FF17 – What’s Love? – recensione del film con Lily James

Cita, rimaneggia, fa ridere di gusto e riflettere su quella cosa stranissima che è l'amore. What's Love Got to Do with It? è la solita rom com ma non è la solita rom com e per questo la amerete!

What’s Love? potrebbe sembrare, considerando il modo in cui inizia, una classica commedia romantica in cui due amici d’infanzia finiscono per innamorarsi. Se volessimo semplificare un film in una formula potremmo asserire esattamente questo, poiché Shekhar Kapur (che torna finalmente alla regia dopo Elizabeth: the Golden Age) di fatto si adagia sullo scheletro della rom com, ma impreziosisce il tragitto che ci conduce dal principio alla fine della storia con baldanzosa ironia, introducendo confronti e scontri che non si limitano solo alle diverse generazioni bensì anche alle diverse culture e ai diversi modi di vivere e considerare l’amore.

In uscita nelle sale cinematografiche italiane dal 16 marzo 2023 con Lucky Red, dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione Grand Public col titolo What’s Love Got to Do with It? ci introduce fin da subito nel particolare rapporto che intercorre tra Zoe (Lily James) e Kazim (Shazad Latif) – inglese lei, pakistano nato a Londra lui – aprendo la porta verso la realtà multietnica e colorata che si respira nella Londra borghese ma in particolare sulla tematica dell’amore e sul modo in cui esso viene inteso all’interno di questi due mondi. Si entra dunque quasi in una speculazione sociale di questo sentimento e ancor di più del contratto matrimoniale. È meglio delegare i genitori affinché trovino la ragazza giusta per il figlio? È meglio fare affidamento alle piattaforme social e agli incontri casuali e quindi scegliere da sé? O è addirittura più conveniente sbarazzarsi dell’idea stessa di avere una relazione per vivere liberamente la propria vita, fossilizzandosi sui propri interessi e sul proprio lavoro?

What’s Love? è la commedia romantica da guardare, crediate o no all’amore!

What's Love Got to Do with It? recensione cinematographe.it

La Zoe di Lily James opta per l’ultima scelta: è una ragazza autonoma, che ama il suo lavoro di documentarista e fugge dalle proposte assillanti della madre Cath (una strepitosa Emma Thompson) la quale, nonostante sia reduce da un matrimonio fallito, non vede l’ora di vedere la figlia tra le braccia di un bel principe azzurro e le sue intenzioni – lo si scoprirà verso la fine – trascendono l’idea di una sistemazione sociale per approdare invece sul lato più sentimentale.
Se la commedia inizia seminando tracce di humor britannico, vira poi amabilmente verso lidi bollywoodiani: la cultura indiana esplode in colori, sapori e tradizioni, supportata dal viscerale amore di Cath per quei matrimoni, quei cibi, quella gente e quei luoghi. Il personaggio della Thompson è psichedelico e ipnotizzante: si pone come collegamento tra questi due universi, ironizzando in maniera esilarante il modo di fare orientale. Sul grande schermo è dinamite pura!

Ma Shekhar Kapur, che per il lavoro di sceneggiatura si è lasciato ispirare da Jemima
Kahn (celebrità british che si occupa di moda, giornalismo, televisione e l’attivismo politico e sociale) non si limita solo a realizzare un film sulle differenze culturali, bensì introduce uno sguardo metacinematografico servendosi dell’impiego di Zoe e lasciando che l’intera storia scorra lungo la produzione di un documentario sui matrimoni assistiti. Ogni frangente viene perciò ripreso con un modo di fare che vira dalla naturalezza all’irruenza da venditore di pentole; non sempre chi arriva davanti all’obiettivo capisce cosa fare o non fare e spesso gli attori delle varie vicende interagiscono attivamente spiegando il perché dietro a certe scelte. Di conseguenza la regia è un cocktail di punti di vista e la fotografia sa tenere il passo ritraendosi nel freddo avvolgente della città o esponendosi alla potenza dei colori ostentati dalla cultura pakistana.

Un cast impeccabile in un film citazionista in cui Hollywood incontra Bollywood

Tuttavia What’s Love? è anche un’opera che sa giocare con le citazioni, intrecciando luoghi comuni e storie note. Lo fa sfacciatamente, tirando in ballo commedie divenute dei cult, da Quattro matrimoni e un funerale a Il mio grasso grosso matrimonio greco, fino a intrufolarsi tra i meandri delle fiabe Disney, quelle che Zoe si diverte a trasformare: Cenerentola, La Bella e la Bestia, Cappuccetto Rosso, La bella addormentata nel bosco, sono spunti dai quali partire per poi allontanarsene. La ragazza narra di sé dall’esterno, mentre la sua immagine e le sue azioni si sovrappongono alle parole; non c’è spazio per l’ovvio, per il lieto fine, per la sedentarietà. Tutto è perennemente in forse e niente, di fatto, la soddisfa adeguatamente.

I personaggi seguono il carisma che è giusto che abbiano all’interno di una commedia romantica e, come tanti piccoli pezzi di puzzle, vanno a dare un volto definito a una fetta della società odierna. Merito, chiaramente, di un cast impeccabile: se Emma Thompson conquista a ogni battuta, non affascinano meno le interpretazioni di Lily James, Shazad Latif, Shabana Azmi, Sajal Aly, Oliver Chris e Asim Chaudhry.

Una pellicola che vi farà ridere di gusto e riflettere moltissimo su quella “malattia mentale” che è l’amore. È meglio vivere nella perenne fase dell’innamoramento o raggiungere una stabilità di coppia senza l’incandescenza della passione? È meglio fare come i musulmani o come gli occidentali? Molto probabilmente non lo sapremo mai davvero, perché se c’è una cosa che What’s Love? ci ricorda è che non esiste un concetto univoco in grado di descriverci questo sentimento, non si può incatenare in una tradizione, in una formula o in un’abitudine, men che mai in un tempo. L’amore cambia, stravolge, ci coglie impreparati e ci obbliga, sempre, a fare i conti col nostro cuore.