TFF34 – Wexford Plaza: recensione del film di Joyce Wong

Wexford Plaza è il film d’esordio della regista canadese di origine asiatica Joyce Wong, presentato nella sezione Festa Mobile della 34esima edizione del Torino Film Festival.

Un film che nasce dall’interessante spunto della vicende di Betty (la dolcissima e talentuosa Reid Asselstine), una guardia notturna addetta alla sicurezza di un desolato Centro Commerciale, sovrappeso ed in perenne ricerca dell’anima gemella attraverso un social (un Tinder qui chiamato Winder). Betty sembra avere una madre assente e gode dell’unica amicizia dei suoi due colleghi nerd, due ragazzotti pseudo-pervertiti che si burlano in continuo di lei con scherzi a sfondo sessuale poco graditi ma da lei accolti sempre con garbata leggerezza.

Quando la giovane Betty conosce Danny (Garrel Gamotin), un amico del collega Rich più grande di lei, si invaghisce subito, complice anche l’iniziale gentilezza e simpatia del ragazzo. Ma quando improvvisamente lui sembra smettere di mostrarle il proprio interesse, Betty si troverà alle prese con l’umiliazione causata da una sua foto un po’ osé (scattata per Danny) finita sul web. Cosa sarà successo? È stato Danny a volersi prendere gioco di lei in un modo tanto meschino?

Wexford Plaza utilizza la delicatezza di Betty per parlare di un dramma attuale: la diffamazione attraverso i social network

Wexford Plaza

A fornire la risposta la divisione del film in due capitoli, una scelta insolita trattandosi nelle intenzioni di una “commedia amara” di appena 80 minuti di durata; la regista sceglie di narrare i fatti prima dal punto di vista di Betty e poi di Danny per far scoprire allo spettatore la realtà dietro la diffusione tanto offensiva di quella foto, una verità che – ad essere sinceri-  non era così imprevedibile da dove riepercorrere gli stessi eventi da due punti di vista differenti.

Questo il principale problema di Wexford Plaza: perché gettare delle ottime basi per far sorridere e riflettere sulle difficoltà di una ragazza semplice in cerca dell’amore per poi smorzare divertimento e ritmo col ricorso ad un secondo capitolo in cui si ripetono gli eventi del primo senza sorprendere o dare spiegazioni altrimenti non fornibili?

Wexford Plaza, dopo un inizio frizzante ed avvincente, si perde così in un ripetitivo ritorno sulle stesse scene, approfondendole solo con stralci di vita di Danny che avrebbero potuto essere introdotti semplicemente in un unico montaggio in cui alternare i punti di vista di entrambi i protagonisti. Un espediente che appesantisce una scrittura lacunosa pure per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi ed i perché delle loro azioni, che culmina infatti in un finale che non chiude perfettamente i conti, né rimane aperto in un modo funzionale a smuovere una riflessione post-visione.

Wexford Plaza: chi si accontenta gode ma purtroppo spesso anche chi gioca sporco

Wexford Plaza

Nonostante le promettenti premesse, quindi, Wexford Plaza resta così un film che funziona solo per metà, con una protagonista davvero interessante ed un messaggio che parla di claustrofobica solitudine, evidente negli spazi lavorativi di Betty così come nella sua vita, fatta di magre consolazioni ma anche della fondamentale capacità di accettare tutto con un dolcissimo sorriso, cercando di volgere gli aventi avversi a proprio favore e vedendo sempre il bicchiere mezzo pieno, anche quando si tratta invece di poche gocce.

Wexford Plaza è stato sceneggiato dalla regista Joyce Wong ed è prodotto da Harry Cherniak, Matt Greyson e Joyce Wong; nel cast del film anche Ellie Posadas e Francis Melling.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8