Uno Dovrà Morire: recensione del film spagnolo, su Paramount+

Sette persone rinchiuse in una casa: chi è stato? Devono scoprirlo mentre scorre un timer: se non viene ucciso qualcuno, moriranno tutti...

Uno Dovrà Morire è film spagnolo in tre episodi diretto da Manolo Cardona e disponibile su Netflix dal 5 maggio 2023. Nel cast lo stesso regista insieme a Maribel Verdù, Carla Adell, Juan Carlos Remolina, Adriana Paz, Dragoberto Gama, Fernando Becerril, Tiago Correa.

Sette persone si svegliano in una stanza, legate mani e piedi. Tre sono familiari (genitori e figlia), gli altri sembrano essere perfetti sconosciuti: un poliziotto, un’assistente di volo, un medico e un anziano.  
Dopo essersi faticosamente liberati, i sette capiscono di essere intrappolati quando una voce all’interfono gli comunica le tre regole del gioco a cui devono necessariamente partecipare: uno di loro dovrà morire e nessuno può offrirsi volontario, chi viene scelto deve essere d’accordo con la maggioranza per la sua morte. Se non avverrà questo, moriranno tutti. Parte quindi un timer di 60 minuti che noi seguiremo in tempo (quasi) reale: inizia il conto alla rovescia e, mentre i sette cercano di capire perché sono lì e chi c’è dietro il loro rapimento, dovranno provare a sopravvivere a tutti i costi.

Uno Dovrà Morire: giallo o survival movie?

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Puzzle movie alla Squid Game, che si rifà a modelli contemporanei come Knives Out (rinunciando però all’umorismo) e rimodellando canoni consolidati e ormai classici come Saw (eliminando ogni accenno al torture porn). Anche se però le suggestioni di Uno Dovrà Morire vengono da molto lontano, e precisamente da quel capolavoro assoluto che è Dieci Piccoli indiani, l’immortale -e immorale- testo di Agatha Christie che aspetta solo di essere amputato dai tagliagole del politically correct a tutti i costi nella foga della cancel culture di moda oggi (il titolo originale inglese era proprio Ten Little Niggers, con quella parola lì poi eliminata già nell’edizione americana And Then There Were None): un gruppo di persone rinchiuse in una stanza, e la consapevolezza che ad uno ad uno dovranno morire. O no?

Ben lontano dal raggiungere le vette assolute del libro della Christie, ma anche la consapevolezza postmoderna di Knives Out e la sadica pornografia dello sguardo di Saw, Uno Dovrà Morire si limita ad essere un divertissement giallo che inanella situazioni già viste con piglio sicuro e attori centrati.

Uno Dovrà Morire va allora avanti così, un po’ mistery un po’ survival, con un solo grande merito: non prendersi mai troppo sul serio. Consapevole di essere prodotto di consumo, senza guizzi di originalità né picchi di emozione, il film si srotola con una trama abbastanza intelligente da stimolare la curiosità dello spettatore, che si trova catturato nella ragnatela di misteri che una regia un po’ svogliata mette in scena.

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Una scena che però nonostante risuoni l’eco di altri film e ben altre situazioni filmiche, sa farsi accattivante e affascinante quanto basta, mentre si appoggia alla trama principale che è un po’ una comfort zone comoda e rassicurante, nel momento in cui ammicca allo spettatore mostrandogli esperienze consolidate e ambienti conosciuti ma sempre funzionali ad ogni racconto giallo che vuole essere degno di questo nome.

Uno Dovrà Morire: conclusione e valutazione

Uno Dovrà Morire riporta alla mente i gialli di una volta, perché si rifà a modelli consolidati: lo sanno tutti, dal regista agli attori, e il piacere del racconto viene un po’ meno. Funziona invece la trama, ma tutto il resto è appena sopra il livello di guardia. Buono per una serata di pioggia.

Regia - 2
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.5