Venezia 80 – Una sterminata domenica: recensione del film di Alain Parroni

La recensione dell’opera prima di Alain Parroni, nelle sale dal 14 settembre 2023 dopo l’anteprima mondiale alla Mostra di Venezia.

Poco prima dell’uscita nelle sale con Fandango il 14 settembre 2023, l’opera prima di Alain Parroni dal titolo Una sterminata domenica è attesa da due importantissimi appuntamenti festivalieri in quel di Venezia e di Toronto, dove la pellicola è stata selezionata rispettivamente nelle sezioni Orizzonti e Discovery. Due vetrine, quella lidense e canadese, che faranno sicuramente da cassa di risonanza mediatica e apripista al percorso distributivo che vedrà impegnato il film del regista capitolino da qui alle prossime settimane. Ma al di là di come sarà accolta dal pubblico e dagli addetti ai lavori, l’opera si è dimostrata all’altezza dei suddetti palcoscenici, dove il solo essere presenti nella line-up è motivo di prestigio e di grandissima soddisfazione per coloro che hanno contribuito alla sua nascita sia da dietro che da davanti la macchina da presa.

Con Una sterminata domenica, Alain Parroni  firma un coming of age anticonvenzionale nel quale segue e intreccia le esistenze di tre millennial alle prese con la fugacità della giovinezza

Una sterminata domenica  cinematographe.it

Al timone un regista che ha dimostrato sin dai suoi lavori precedenti sulla breve distanza, tra cui il pluripremiato Adavede, di avere le idee abbastanza chiare su cosa raccontare e su come raccontarlo. In Una sterminata domenica porta sullo schermo un po’ di sé, di ciò che è stato, delle sensazioni e delle emozioni che lo hanno attraversato in passato, con il classe ‘92 che firma un coming of age anticonvenzionale nel quale segue e intreccia le esistenze di tre millennial alle prese con la fugacità della giovinezza, le sue problematiche, paure e incertezze, ma anche con la noia e la mancanza di prospettive. Il tutto sullo sfondo di una torrida estate romana, con il trio di diciannovenni che si muovono come mine vaganti tra la campagna del litorale e la città eterna, percorrendole in lungo e in largo a piedi e a bordo di una Fiat Punto Bertone decappottabile gialla del 1999 in una sorta di road movie a tappe. Le singole esperienze che Alex, Brenda e Kevin vivono non sono una sequenza casuale di avventure sentimentali e identitarie, bensì gradini sulla scala del processo di orientamento, di crescita e maturazione. L’autore, con la complicità in fase di scrittura di Giulio Pennacchi e Beatrice Puccilli, non ha la presunzione di dipingere un affresco generazionale a tuttotondo, piuttosto apre una finestra sulla gioventù odierna che cresce a 30 km da una delle più antiche città del mondo, tra profonde ambiguità, stereotipi e contraddizioni, cercando costantemente una propria autonomia e un posto nel mondo. Un microcosmo umano e un habitat che il regista conosce molto bene, avendone fatto parte a suo tempo.

Una frammentazione spazio-temporale che scompone la linearità cronologica di una domenica d’estate come tante in tasselli rimontati in modalità random

Una sterminata domenica  cinematographe.it

Ed è su questo girovagare senza meta dei giovani protagonisti di Una sterminata domenica, qui interpretati con grandissima naturalezza e autenticità da Enrico Bassetti (Alex), Federica Valentini (Brenda) e Zackari Delmas (Kevin), in una frammentazione spazio-temporale che scompone la linearità cronologica di una domenica d’estate come tante in tasselli rimontati in modalità random, che si ricompone il plot. Quest’ultimo vive di sussulti, di sali e scendi emotivi che toccano il picco in un tour de force finale che lascerà il segno nel trio e di conseguenza nello spettatore di turno, testimone oculare di una verità che imploderà sullo schermo nel potentissimo epilogo. Il limite semmai sta nella durata eccessiva della timeline, con la prima ora che vede il racconto accumulare situazioni spesso fotocopia con il chiaro intento di creare i presupposti della detonazione prevista nell’epilogo. Allo scoccare della seconda ora, il film ingrana finalmente la marcia giusta innescando un crescendo ritmico ed emotivo decisamente più convincente. 

La regia è caratterizzata da uno stile che mescola senza soluzione di continuità un approccio semi-documentaristico a un’estetica più impattante 

Una sterminata domenica  cinematographe.it

Per dare forma e sostanza al tutto, Parroni opta per un approccio semi-documentaristico con pedinamento dei personaggi e obiettivo della macchina da presa costantemente puntato sui corpi, che va di pari passo con un’estetica e una ricerca della composizione decisamente più contemporanea attraverso l’utilizzo di focali grandangolari che rendono le topografie protagoniste almeno quanto i personaggi che le animano. Un mix reso possibile grazie al corretto dosaggio ed equilibrio tra due stili di norma antitetici ma che il regista riesce di fatto a far coesistere, ben supportato dalla fotografia, dal sound design e dalla colonna sonora.

Una sterminata domenica: valutazione e conclusione

Una sterminata domenica cinematographe.it

Un’opera prima coraggiosa che porta sullo schermo un romanzo di formazione anticonvenzionale, nella quale Alain Parroni dipinge un ritratto di una gioventù spaesata e alle prese con il tortuoso percorso di orientamento, crescita e maturazione. Con uno stile che mescola senza soluzione di continuità un approccio semi-documentaristico a un’estetica più impattante, il regista ci trascina al seguito di tre millennial in un road movie fisico ed emozionale tra la campagna del litorale laziale e la città eterna. Il risultato è una narrazione volutamente frammentata e non lineare che dopo avere accumulato un po’ troppo nella prima ora, ingrana finalmente la marcia giusta nella seconda, spingendo lo spettatore verso un epilogo che lascerà il segno. Il film viene impreziosito dalla naturalezza e dalla forza espressiva dei suoi giovanissimi interpreti. Da segnalare l’ottimo lavoro di sound design e la potenza comunicativa della colonna sonora firmata da Shirō Sagisu.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.7