Un Natale a modo mio: recensione del film Netflix
La recensione della classica rom-com a sfondo natalizio che David I. Strasser ha messo sotto l’albero degli abbonati di Netflix. Dall’1 novembre 2025.
Mentre le città, le attività commerciali e le case si stanno già popolando di luci, addobbi, alberi, doni e prelibatezze in vista delle festività più attese dell’anno, anche Netflix ha iniziato con largo anticipo a rilasciare una gran quantità di contenuti a tema per accendere, fare crescere e alimentare il fervente spirito natalizio dei suoi abbonati. Ecco allora apparire sin dall’1 novembre 2025 sulla piattaforma a stelle e strisce le prime immancabili commedie romantiche a sfondo natalizio. Tra quelle proposte dalla grande N c’è anche Un Natale a modo mio.
Ispirazione da ritrovare, strappi familiari da ricucire e schermaglie amorose alla base della ricetta narrativa di Un Natale a modo mio

La protagonista della storia è Maggie, una cantautrice che da anni cerca di affermarsi nel panorama musicale e che ora, di fronte alle sfide delle nuove app e dei social media, teme di essere obsoleta e incapace di competere in un mondo dominato dalla tecnologia. Mentre aiuta i genitori nella fattoria durante il periodo natalizio, incontra Archer, un imprenditore tornato in città per trascorrere le vacanze da solo. L’uomo sviluppa app su larga scala ed è un appassionato di tecnologia. All’inizio, la donna lo incolpa di tutti i suoi problemi di scrittura. Con sua sorpresa, lui la incoraggia a riprendere contatto con la musica che conta davvero e a scrivere con il cuore; la tecnologia può essere utilizzata come supporto per aiutarla a realizzare i suoi sogni senza sostituire l’arte della scrittura di canzoni. Archer sta affrontando la perdita di un familiare e, grazie ai suoi forti legami familiari, Maggie lo aiuta a trovare il modo di andare oltre anni di liti familiari. In questa storia d’amore natalizia, Maggie e Archer scoprono entrambi che c’è un valore nel preservare ciò che è già stato sperimentato e nel fare spazio a nuove idee e metodi per unire le persone e contribuire a realizzare i sogni.
Tanti déjà-vu e una successione di dinamiche già viste per l’ennesima rom-com a sfondo natalizio

È sufficiente leggere la sinossi e assistere ai primi minuti per cominciare ad avvertire la sensazione di déjà-vu che abitualmente si manifesta nella mente dello spettatore di turno ogniqualvolta si assiste a prodotti come questo. Quello scritto a quattro mani da Heidi R. Kling e Betsy Morris, affidato alla regia di David I. Strasser, non si discosta di un millimetro dal modus operandi e dagli stilemi al quali il tv-movie natalizio ha abituato il fruitore abitudinario del filone in questione. Le dinamiche narrative, le one-lines dei personaggi e gli intrecci sentimentali e affettive seguono infatti delle traiettorie predefinite che nulla hanno di inedito o quantomeno originale. Quelle proposte dalle autrici dello script di Un Natale a modo mio sono quelle classiche, prese e rimescolate per l’occasione in un minestrone che nulla di nuovo ha da aggiungere alla causa. La scrittura infatti ripropone situazioni già viste un’infinità di volte che rendono il tutto logoro e ripetitivo, causando quella serie di rimembranze di cui sopra e che non giovano in nessun modo alla visione. Il fruitore si trova nuovamente al cospetto di un copione già visto, del quale conosce a memoria ogni singolo passaggio. A poco servono dunque le minime varianti immesse nella timeline per tentare invano di spostare gli equilibri e provare a sorprendere in qualche modo chi si trova davanti allo schermo. Sotto l’albero il regista statunitense mette quel regalo riciclato che tanto infastidisce chi consapevolmente lo riceve.
Un Natale a modo mio è un prodotto narrativamente, drammaturgicamente e tecnicamente strandardizzato, concepito per le festività, la famigliola e il divano di casa

Una volta scartato, il film ci consegna l’intramontabile tira e molla amoroso che serve da ingrediente basic della commedia romantica e della cosiddetta screwball comedy. Ecco allora materializzarsi in ambientazione natalizia le schermaglie amorose della coppia di turno che dopo un’iniziale distanza e diffidenza finisce uno nelle braccia dell’altro. A completare la ricetta ci sono i dissidi e gli strappi domestici destinati a ricucirsi, oltre alla presenza dell’artista in crisi alla ricerca d’ispirazione, lo stesso che che di recente il pubblico ha potuto ritrovare pure in Natale con te e più in là in La melodia del Natale. Applicando la proprietà commutativa se cambiamo l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Ed è ciò che accade con Un Natale a modo mio, un tv-movie piatto anche registicamente, con una direzione che si limita a confezionare e incasellare in maniera lineare inquadrature, emozioni e dialoghi per arrivare senza pretese a chi guarda. Viene da sé che c’è davvero pochissimo da dire e da aggiungere da un punto di vista analitico rispetto a un prodotto narrativamente, drammaturgicamente e anche tecnicamente strandardizzato, concepito per la famigliola e il divano di casa.
Un Natale a modo mio: valutazione e conclusione

Per la serie regali non graditi sotto l’albero di Natale, approda su Netflix con largo anticipo rispetto alle festività l’ennesima commedia romantica che ripropone allo spettatore la stessa minestra riscaldata di sempre a basi di schermaglie amorose, strappi familiari ricuciti e ispirazione artistica ritrovata. Un tv movie registicamente piatto che segue le dinamiche narrative e drammaturgiche dell’ormai logoro e ripetitivo filone natalizio.