Un mondo sotto social: recensione del film de I Soldi Spicci

Dal 15 settembre arriva al cinema Un mondo sotto social, l'opera seconda del duo comico siciliano di youtuber I soldi spicci che prova a smascherare (con poco coraggio) le dinamiche del mondo degli influencer.

Non è un caso che quest’anno il David di Donatello “Premio del Pubblico” sia andato al film Persi nel tempo, terzo lungometraggio dei Me contro Te, i giovanissimi youtuber Luigi Calagna e Sofia Scalia seguiti da oltre 1 milione e mezzo di follower. È un mondo, quello dei creator digitali, a cui il cinema fa venire l’acquolina in bocca, proprio per la loro attrazione super popolare che richiama in sala quei numeri da capogiro nella speranza (concreta) di tramutarli in biglietti staccati. Figli naturali di quel mondo lì, ma eredi diretti di una comicità più teatrale e meridionale come Ficarra e Picone e Checco Zalone, I Soldi spicci, ovvero Claudio Casisa e Annandrea Vitrano, a partire dal 15 settembre 2022 e distribuiti da Medusa Film, tornano nelle sale dopo l’esordio del 2018 La fuitina sbagliata con Un mondo sotto social, titubante satira con la chimera della riflessione sull’universo fagocitante e contraddittorio delle piattaforme dei like.

Orgoglio siciliano e sogno (illusorio) milanese: Un mondo sotto social è la seconda scommessa di un duo #NoFilter

A Roccapinola Sicula, ridente paesino immaginario affacciato sul mare di una non precisata provincia siciliana, Claudio e Anna si scontrano per pochi istanti nel traffico mattutino seppure i due, visti anche i mezzi di locomozione, non potrebbero essere più diversi. Lui, a sei km orari in monopattino, è un rigoroso milanese mancato direttore della “Casi Social”, agenzia che scova influencer di talento per pubblicizzare prodotti e attività che arrancano. Lei, frettolosa e spazientita sullo scooter, fa la meccanica come il padre e quel mondo “scimunito” di Instagram e Facebook le crea repulsione tanto da possedere ancora il caro vecchio Nokia 3310.

Fatto sta che Anna, nuova pupilla del talent-scout, si ritrova seppur con molte riserve a prestare il volto per una campagna pubblicitaria di profumi, salvo poi pubblicare una diretta in cui sfoga tutta la sua avversità per i social con tanto di peto (!), messaggio che smuove a suon di mi piace milioni di persone ora tifosi dell’ hashtag #NoFilter. Sarà per entrambi l’occasione per entrare uno nel mondo dell’altra, in una sorta di Sono Pazzo di Iris Blond o di A Star is Born, in cui ad un tratto l’allievo supera (forse s’innamora e poi si dimentica) del maestro.

Il rossetto della discordia: I Soldi Spicci mettono sotto-sopra il funzionamento dei like

un mondo sotto social recensione cinematographe.it

Coming-of-meta che non sperimenta alcun linguaggio o traiettoria seppur azzardando un’interessante considerazione, Un mondo sotto social gioca a smascherare il meccanismo contorto e perverso della cerchia delle influencer, portando all’iperbole comica la vacuità e le manie delle neo-soubrette dello smartphone, e lo fa attraverso la contrapposizione del personaggio frivolo e iper femminile interpretato da Giulia Elettra Gorietti, proposta come una sorta di Giulia De Lellis che detta mode e viaggia con assistente e chihuahua in braccio (povero animale, tenuto costantemente in posizione verticale) e da quello della tomboy disillusa, verace e, come la chiama il padre, “scunzata” di Annandrea Vitrano.

Accusata di ipocrisia per un gesto vanesio, e dunque di aver tradito l’immagine genuina e senza filtri che tanto millantava, l’additamento verso Anna racchiude per il film tutto il suo senso. Ovvero l’idea, scritta e diretta dallo stesso Casisa, secondo cui anche un messaggio contrario alle tendenze acchiappa-like, se trasmesso su una piattaforma, tende proprio per i suoi stessi automatismi a snaturarsi, a degenerare, a contraddirsi, a svuotarsi ‒ vuoi per la rabbia degli utenti i quali non perdonano, vuoi per coloro che ‘monetizzano’ dietro quel messaggio.

Un mondo sotto social sostiene (a metà) una tesi interessante sul meccanismo delle influen(z)cer e della rappresentazione ‘altra’ del femminile, ma in modo troppo poco graffiante

un mondo sotto social recensione cinematographe.it

Disamina condivisibile. Ma per I Soldi Spicci, che su Instagram, Facebook e Youtube ci vivono e ne beneficiano, la riflessione rimane sottaciuta e anzi silenziata da un monologo a due finale nel quale Claudio e Anna, personaggi e persone, tutto sommato non condannano il mezzo e chi lo usa, ma anzi ci spiegano che i social “sono un posto meraviglioso”, “basta solo stare attenti da chi ci lasciamo influenzare” e, nondimeno, che “l’autenticità è una cosa bellissima”.

Allora tutto si smonta e si riduce; quell’ora e mezza di sbeffeggiamento mediatico e gag nate dalla frattura fra analogico e digitale, dove a farci ridere è stato per lo più il personaggio spassoso del Sig. Spallitta e la sua incapacità di parlare in inglese rivendicando la musicalità della lingua siciliana (come dargli torto), rende Un mondo sotto social involontariamente (?) paravento, un’opera seconda coraggiosa a metà, che mette le mani avanti invitando, chi non lo abbia ancora fatto, a seguirli e diventare fan dei loro contenuti. Perché ora la nuova moda è “essere sé stessi” (qualunque cosa voglia dire). Rimane da chiedersi quanto dietro ad uno schermo o una macchina da presa si riesca, per davvero, a rimanere tali.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.3