Un nuovo giorno: recensione

Giulio è solo un bambino, ma già sa che c’è qualcosa di sbagliato. A scuola, tra i banchi della sua aula, non riesce a trattenersi dal modificare il suo nome dandogli un’accezione femminile. Lui è Giulia Saponaro, non Giulio. La convinzione fin dalla tenera età di appartenere ad un corpo inappropriato è il tormento con cui è portato costantemente a scontrarsi e confrontarsi; crescere affrontando violenze e pregiudizi, sconfitte ed ingiustizie, senza per questo rinnegare mai il proprio animo, la propria natura, il proprio essere. Così Giulia nelle vesti di un uomo vivrà lunga parte della sua tormentata vita alla ricerca costante di una felicità reale e tangibile, di un bisogno che solo un corpo nuovo, un corpo da donna, saprà compensare. Affiancata dalle persone che riempiono di amore i suoi giorni e portandosi dentro coloro che l’hanno ferita, intraprenderà un viaggio dove non c’è possibilità di ritorno, un futuro diverso che saprà farle trovare la pace.
Pensare, sentire, ragionare come una donna. Nessun problema, almeno che tu non abbia l’aspetto di un uomo.

Un nuovo giorno – Il travaglio della protagonista e dello spettatore

Storia vera trasposta al cinema, Un nuovo giorno è il film del regista e sceneggiatore Stefano Calvagna (Il lupo, Il peso dell’aria, Non escludo il ritorno) che ripercorre le tappe chiave della fragile vita di Sveva Cardinale, un travaglio per colei che lo ha vissuto e per chi è costretto a guardarlo. Con uno stile che potrebbe esser definito chiaro e semplice, ma in verità è soltanto estremamente amatoriale, il film è un aberrante susseguirsi di luoghi comuni in una vita costellata da innumerevoli disgrazie, del quale ovviamente ci si dispiace al pensiero che siano avvenimenti realmente accaduti, ma da cui non si riesce ad allontanare quell’alone da soap opera che pervade senza via di scampo l’intero svolgersi del racconto. Un andirivieni di treni ed aerei trasporta Giulia da Milano a Roma fino a Bangkok, luogo di rinascita dove spogliarsi di quella pelle abitata per troppo tempo e rivestirsi di ritrovata speranza, la stessa che ha lo spettatore nel veder giungere presto la fine il film.

Un numero inverosimile di scene inutili sono montate ed assemblate sgradevolmente tra loro, molte delle quali arrivano ad assomigliare a quei video musicali di inascoltabili canzoni neomelodiche che magari abbiamo messo una sera con degli amici giusto per fare due risate, toccando un livello di trash degno delle migliori serie tv argentine che trasmettono su quei canali tv che non sapevamo neanche di avere. Passate le sofferenze della scuola, ad interpretare Giulia prima dell’intervento è Luca Filippi (In fondo al bosco), pessima impressione per un protagonista continuamente allucinato che non sa rendere in modo credibile movenze ed atteggiamenti femminili finendo per diventare inevitabilmente una macchietta, unico attore inadeguato di un cast che poteva essere l’unica salvezza (mancata) di un tremendo film. Aspettando questo giorno nuovo che sembra non arrivare mai, anche la colonna sonora si premura di affossare ulteriormente l’intera opera, un accompagnamento brutto, ma soprattutto fastidioso, che perfora l’orecchio e sa come acquietarsi.

Film low budget – Quando non si può puntare sulla quantità serve almeno la qualità

Sceneggiatura dai dialoghi banali che sfiorano, accarezzano, abbracciano il ridicolo; un miscuglio di negatività tra abusi fisici, psichici, malattie, amori tormentati e sogni infranti è il mare di sciagure che investe l’esistenza di Giulia, un’agonia che in tal modo rappresentata sembra voler essere completamente inflitta anche allo spettatore più distaccato. Un nuovo giorno è un film low budget e questa condizione si percepisce, ma il rimprovero, se pur forse ad infierire, è comunque d’obbligo: quando una produzione non può contare sulla quantità, è meglio che questa si impegni interamente, mentalmente, fisicamente, spiritualmente, emotivamente sulla qualità. Il progetto non è riuscito, aspettiamo semmai un nuovo giorno, con un nuovo film.

Regia - 0.5
Sceneggiatura - 0.5
Fotografia - 0.5
Recitazione - 1
Sonoro - 0.5
Emozione - 0.5

0.6