In fondo al bosco: recensione del film di Stefano Lodovichi

Leggenda, thriller e dramma familiare con un pizzico di horror: siamo proprio sicuri di poterli leggere così vicini senza storcere il naso? È possibile fonderli insieme senza correre il rischio di lasciare lo spettatore in attesa di risposte che non avrà? Sky Cinema e OneMore Pictures sono convinte di sì e lo fanno investendo su un film di un regista poco più che esordiente di nome Stefano Lodovichi, 32enne al suo secondo lavoro dietro la macchina da presa dopo Aquadro.

Si tratta della prima produzione Sky che uscirà direttamente in sala senza passare dall’emittente TV via cavo  e s’intitola In fondo al bosco; ed è proprio dai boschi del Trentino Alto Adige che comincia la narrazione, più precisamente da quelli della Val di fassa. Stiamo parlando di una zona in cui ogni 5 dicembre si celebra la festa dei Krampus: una notte durante la quale l’intera popolazione si traveste da demone mettendo in atto qualcosa a metà tra l’esorcizzazione delle paure e l’ammonire i bimbi “cattivi”. Nient’altro che un’altra leggenda attorno alla quale si è creata il mito dell’arrivo di San Nicolò, Santa Claus, Babbo Natale o che dir si voglia. Ma quella notte del 2010 il piccolo Tommaso Curci si perde tra la fitta boscaglia delle montagne (non mancano gli spunti narrativi tratti da fatti realmente accaduti) buttando le fondamenta per la costruzione di un dramma familiare che vede impegnati Filippo Nigro (ACAB, E la chiamano estate) nel ruolo del padre Manuel e Camilla Filippi (La vita facile, Viva l’Italia) in quelli di sua moglie Linda.

in fondo al bosco

Genitori disillusi che si sono rassegnati alla morte di loro figlio, dovranno rimettere in discussione le proprie convinzioni quando, cinque anni dopo, verrà trovato un bambino in un cantiere della periferia di Napoli che il test del DNA rivelerà essere Tommi, interpretato da Teo Achille Caprio (relativamente più famoso come doppiatore e alla sua prima apparizione al cinema).

In fondo al bosco

Da una sceneggiatura scritta a sei mani insieme ad Isabella Anguilar e Davide Orsini (coi quali aveva già collaborato per la scrittura del suo primo film), Lodovichi riesce a colorare le sue inquadrature in modo saggio e mai spiacevole. I colori caldi del legno delle baite fanno a cazzotti coi lampeggianti blu della polizia creando un’atmosfera sempre adatta a ciò che si vuole raccontare, attingendo inevitabilmente dalla visione della natura simile a quella di Von Trier e da canoni di suspance che avevano fatto la fortuna, in primis, di Hitchcock e centinaia di registi sparsi in giro per il mondo e la cinematografia successiva.

In fondo al bosco – un film riuscito anche se…

Un film che, per genere di appartenenza, deve poter contare su una buona qualità del suono e una colonna sonora all’altezza, ma che ha anche la fortuna di attori protagonisti all’altezza della situazione. In primis il Manuel di Nigro, un uomo solo, senza sentimenti, in una comunità asettica; un uomo debole che ha la colpa di non avere nessun altro oltre a sé e che rimane intrappolato in una gabbia insieme ad una donna che ama ma da cui non è amato. Un personaggio con una rabbia interiore fuori dal normale ma che lo aiuta a combattere e ad esplodere, quando necessario. Il personaggio interpretato dalla Filippi, invece, restituisce alla pellicola quel senso di freddezza che pervade l’intera opera a partire dalle location. Disinnamorata del marito, della vita e di se stessa, è il perno psicologico della narrazione.

Tutto questo contribuisce alla realizzazione di un film non brutto nel complesso, ma che sembra dover raccontare qualcosa in più. Sembra essersi fermato prima di quanto gli sia spettato senza neanche dare adito alla possibilità di un sequel. La storia inizia e finisce all’interno dei 90 minuti di girato in cui è facile contare le situazioni che si risolvono un pochino forzatamente, tutte nell’ultimo quarto d’ora e che impediscono di poter uscire dalla sala col senso di vuoto interiore al quale auspicavano.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.2

Voto finale