Cannes 2019 – The Wild Goose Lake: recensione

Recensione di The Wild Goose Lake film del cinese Yi Nan Diao presentato a Cannes 2019: un thriller dai toni polar che guarda a Quentin Tarantino .

Dopo l’applaudito Fuochi d’artificio in pieno giorno del 2014 il regista cinese Yi Nan Diao è tornato a Cannes per presentare The Wild Goose Lake, in concorso alla 72° edizione del festival francese. Questo thriller drammatico e riflessivo racconta la storia di Zhou Zenong, un gangster in fuga ricercato dopo aver sparato a un poliziotto. Una giovane prostituta viene incaricata di aiutarlo a nascondersi e insieme i due sono protagonisti di un’avventura sulle rive del Wild Goose Lake.

Yi Nan Diao porta sullo schermo un noir malinconico con delle derive thriller che descrive un intricato sottobosco criminale cinese. La sua è un’impronta stilistica ben definita che sembra rendere omaggio al film La Signora di Shangai di Orson Welles. I tempi sono molto dilatati e incidono sul ritmo del racconto che rischia di annoiare lo spettatore, ma l’estetica incanta con una fotografia sensuale e suggestiva. Il regista si diverte a giocare con le ombre e altre scelte creative che sottolineano una sperimentazione intrigante che fa vivere le inquadrature in una dimensione ricercata e originale.

The Wild Goose Lake: un thriller polar incerto che guarda a Tarantino

Al centro della narrazione il mondo criminale che giustifica le numerose entrate a gamba tesa di una violenza esplicita e diretta. Non è un caso che Quentin Tarantino fosse presente in sala durante la proiezione, perché si percepisce un’influenza del regista californiano in molti dettagli. I vari personaggi sono spesso chiamati a risolvere i problemi con scontri corpo a corpo, inseguimenti e sparatorie, proponendo brevi momenti di azione che però non bastano a rendere il film dinamico.

The Wild Goose Lake cinematographe.it

L’ispirazione in questo caso non sembra venire dai gangster movie o dai polizieschi americani, bensì dal genere cosiddetto “polar”, quel misto di poliziesco e noir che ha caratterizzato per molti anni il cinema francese (Alain Delon ne ha preso parte molto spesso nel corso della sua carriera). Colori caldi, figure ambigue e misteriose avvolte dal fumo e dalla nebbia, dialoghi fatti di confessioni, segreti e confidenze non sempre sincere. Gli italiani potrebbero considerarlo invece un tentativo fallito di un Suburra o un Gomorra made in China.

Zhou e la prostituta sono i due personaggi principali ed è interessante il loro rapporto che si costruisce scena dopo scena. Lo spettatore è confuso riguardo all’indole di questo personaggio femminile che sembra nascondere qualcosa. Resta infatti un sentimento di incertezza e dubbio riguardo al futuro. Tuttavia, anche se essi sono in continuo movimento, il film sembra restare piuttosto fermo negli stessi luoghi e nella stessa condizione, senza trasmettere nulla emotivamente parlando.

The Wild Goose Lake risulta un film facile da dimenticare, anche se la regia è brillante e ambiziosa, e l’estetica colpisce. Anche il cast non contribuisce ad alzare il livello perché, a parte la performance di Hu Ge, il resto dei protagonisti non sembra molto in parte e non lascia il segno con una performance convincente o particolarmente carismatica.

Nel panorama dei film in concorso a Cannes 2019 questa produzione cinese non ha le carte in regola per sperare in un riconoscimento, anche se potrebbe comunque essere apprezzato da una parte di pubblico che ama il genere.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 4
Recitazione - 2
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8