The House: recensione del film antologico Netflix

Disponibile alla visione nel catalogo Netflix dal 14 gennaio 2022, The House è un film d'animazione in stopmotion realizzato da quattro giovani artisti belgi, visionari e malinconici, perfettamente a loro agio con il perturbante.

Su Netflix, dal 14 gennaio 2022, è disponibile un film antologico in stop-motion, tecnica d’animazione molto antica – risale all’Ottocento – che sembrava scomparsa dal ventaglio di possibilità cinematografiche e che consiste nella trasformazione in video, attraverso il montaggio, di ventiquattro fotogrammi al secondo: si tratta di The House, realizzato da quattro giovani cineasti belgi (Emma de Swaef e Marc James Roels; Niki Lindroth von BahrPaloma Baeza), sequenza di tre diverse storie legate dalla persistenza di uno stesso elemento coesivo, la presenza di una casa maledetta che, da sogno di una terra promessa d’armonia e riscatto, si trasforma in incubo per chi vi abita. 

Tre film diversi legati tra loro dalla presenza di una casa maledetta, allegoria dell’ingovernabilità della vita

The house cinematographe.it

Si comincia con un primo mediometraggio (diretto da Emma de Swaef e Marc James Roels), forse il migliore dei tre per il perfetto equilibrio tra delicatezza e surrealismo dark e destabilizzante, ambientato in un’epoca vagamente vittoriana: una famiglia antropomorfa composta da genitori e due bambine, di cui una poco più che neonata, accetta, per migliorare le proprie condizioni di vita e soprattutto per desiderio paterno di riscatto, di perdere la propria casa e vivere nella sontuosa dimora creata per loro da un architetto mefistofelico, il cui desiderio di costruzione è paradossalmente subordinato a un’intenzione distruttiva e vampirizzante. 

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Si prosegue con un secondo film, diretto da Niki Lindroth von Bahr, di ambientazione contemporanea, il cui protagonista è uno sviluppatore dalle sembianze di topo (sia chiaro: umanizzato e nevrotizzato a sufficienza) che cerca di nascondere crepature e infestazioni presenti nella casa per venderla al miglior prezzo e così pagare i debiti che lo affliggono, ma le cose non vanno come si aspetta e a pagare, anche in termini di salute mentale, è proprio lui.

Si conclude con un episodio (diretto da Paloma Baeza) che vede protagonista, in un futuro indefinito, abbacinante e funestato da un’apocalittica alluvione, una solerte padrona di casa, dall’aspetto di gatta, che non accetta che la sua abitazione, alla quale dedica molta cura e che intende trasformare nel cuore pulsante di una comunità di nuovi residenti, sia minacciata dall’acqua. L’unica soluzione è imparare a navigare, concedersi la resa all’attraversamento inconsapevole verso un domani disertato da certezze

The House fa di una casa – la propria casa – il centro del perturbante, sentimento di estraneità che nasce da ciò che è vicino, da ciò che più è domestico.

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Realizzati con evidente scrupolo formale, i tre film che concorrono all’antologia, sono accomunati dall’emersione del perturbante, un sentimento di estraneità che si rivela a chi ne fa esperienza e ne sconta l’angoscia proprio nel luogo che più dovrebbe essere loro più familiare: la casa. Eppure, i protagonisti delle vicende rappresentate si misurano con l’impossibilità del controllo e l’inevitabilità della perdita: dei genitori (e della fiducia nella loro integrità), nel primo caso; dell’equilibrio mentale, nel secondo, e, nel terzo, di un’utopia, quella di una vita felice in cui l’esterno è schermato e neutralizzato, presenza benefica che non incombe e non disturba, ma circonda e confina armoniosamente.

The House sembra, così, sublimare inquietudini affatto infantili che però nell’infanzia si radicano: la paura  terrorizzante di ciò che non si conosce e non si può dominare, l’intima essenza della vita, materia sfuggente che non dà mai garanzie. Il film, che s’inserisce nella tradizione dell’animazione dall’estetica e dalla sensibilità indie, notevole per qualità tecnica, ma anche esigente nei confronti di un pubblico a cui chiede la disponibilità a lasciarsi attraversare dallo straniamento, piacerà a chi non ha paura di sostare non tanto nel brivido orrorifico quanto nella sospensione e, in certa misura, anche nell’incomprensione. 

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Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1

Tags: Netflix