TFF33 – Lo Scambio: recensione del thriller psicologico ispirato ad una storia vera

La sezione principale di questa edizione del Torino Film Festival, Torino 33, prosegue la sua offerta con Lo Scambio, il thriller psicologico tutto italiano per la regia di Salvo Cuccia, ispirato ad una storia vera e scritto – tra gli altri – da Alfonso Sabella, magistrato impegnato sul fronte antimafia in Sicilia ed assessore uscente alla legalità del Comune di Roma. Un film basato sull’inganno che si cela dietro all’apparenza, a cominciare dal titolo, che potrebbe rimandare lo spettatore al delicato momento in cui avviene lo “scambio” tra riscatto e rapito o ad uno scambio di persona, che però si rivela essere di natura ben più complessa di quanto la trama di primo acchito potrebbe suggerire, in un gioco di specchi in cui vittime e carnefici tendono a sovrapporsi e sostituirsi.

Barbara Tabita in una scena del film

Barbara Tabita in una scena del film

Lo Scambio è ambientato a Palermo, nella metà degli anni ’90: durante una sparatoria in un  mercato rionale un ragazzo rimane ucciso ed un altro è in fin di vita. Un sedicente commissario di polizia ed  i suoi rudi colleghi indagano sul delitto mettendo sotto torchio uno degli amici della vittima, possibile custode di informazioni utili alle indagini; nel frattempo la moglie depressa del commissario, in bilico tra visioni e realtà, vive tormentata dal pensiero del rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo, nelle mani della criminalità organizzata da oltre due anni, e dalla sofferenza per non aver potuto mettere alla luce figli propri. Ma sarà davvero tutto come sembra?

Salvo Cuccia sceglie di adottare una sceneggiatura scarna ed essenziale per lasciare spazio al potere simbolico delle immagini. Lo Scambio è una storia che parla di un lato inedito della mafia, quello dei rapporti interni tra i suoi componenti, detentori di un concetto di umanità personalizzato e paradossale, in cui la vita ha valore solo se se si tratta dei propri cari.
Ho cercato l’essenza dell’agire criminale partendo da fatti veri-ha dichiarato il regista- Mi interessava sondare la natura dei personaggi e delle situazioni, per estrarne una drammaturgia che vivesse di vita propria, al di là dei fatti reali, visto che gli elementi di partenza erano molto forti ed era evidente la relazione tra cause ed effetti.
Il concetto di “scambio” assume così molteplici accezioni, rivelando anche la malattia di una società in cui a comandare e ad impartire regole e giustizia è sempre meno lo Stato e sempre più la malavita.

lo scambio

Una scena del film

Lo Scambio: nel cuore malato della criminalità organizzata

Lo Scambio mostra un mondo freddo ed asettico, in cui i sentimenti vanno controllati in vista di un obiettivo ultimo legato al dominio, un bene ritenuto ben più importante dei rapporti umani. Nonostante l’incertezza degli stessi protagonisti, consapevoli vittime dei loro stessi delitti, il potere del “sistema” ha la meglio, condizionando e sottomettendo la stessa vita di che crede di essere padrone del mondo.
Nonostante l’idea di fondo, mostrare il cuore malato e contraddittorio della mafia attraverso l’ambiguità del suo modus operandi, Lo Scambio manca di mordente: colpa di una sceneggiatura povera nel complesso ma ricca di battute cliché che finiscono per banalizzare e smorzare le intenzioni registiche, rendendo una variazione sul tema potenzialmente originale, uno dei tanti  film sulla criminalità organizzata.

Il cast  de Lo Scambio è composto da Filippo Luna, Paolo Briguglia,Barbara Tabita, Vincenzo Pirrotta, Maziar Firouzi, Orio Scaduto, Sergio Vespertino, Alessandro Agnello, Giovanni Cintura, Maurizio Maiorana, Tommmaso, Caporrimo, Sandro Maria Campagna, Davide Celona, Giacomo Guarneri.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.6

Voto Finale