Soul: recensione del film d’animazione Disney-Pixar

Jazz, sogni nel cassetto e amore per la vita sono gli ingredienti di Soul, l'ultimo - straordinario - film d'animazione Disney-Pixar.

Dopo il successo strepitoso di capolavori della portata di Monsters & Co., Up e Inside Out, il genio di Pete Docter torna all’opera in Soul, meravigliosa fiaba allegorica perfettamente adatta al periodo natalizio.
Soprattutto in questa fase storica, si sentiva la necessità di un’opera che riunisse le famiglie (se non  – ahimé – in una sala cinematografica) davanti allo schermo per godersi un racconto visivo magico e rassicurante, grazie al quale riflettere sull’importanza di avere uno scopo, nella vita, una fonte d’ispirazione in grado di trascendere ogni difficoltà e donare la serenità interiore.

Pochi gli ingredienti di questo film d’animazione e  – a dirla tutta – nemmeno tutti necessariamente originali, se non nella resa visiva: un uomo con una grande passione e un sogno nel cassetto ostacolato dal banale e inesorabile bisogno di una certezza economica, la grande occasione e la beffarda imprevedibilità di una vita che a volte obbliga a fermarsi per ritrovarsi, pena vagare nell’insoddisfazione per tutto il corso dell’esistenza. Dov’è allora l’eccezionalità di Soul?
Come altre opere di Pete Docter, questo film Disney-Pixar punta tutto sull’approfondimento e l’analisi di un sentire comune, in questo caso quel senso di costante insoddisfazione che spesso impedisce di percepire la propria vita come piena e realizzata, portando a convincersi che la felicità risieda necessariamente nel raggiungimento di un obiettivo, talvolta una chimera, in grado di mettere tutto a posto. Ma se invece la felicità fosse già davanti ai nostri occhi?

Soul: cose per cui vale la pena di vivere

Soul, Cinematographe.it

In Soul Joe Gardner è un musicista di talento che, purtroppo, sta per accantonare il suo grande desiderio di successo in favore di un posto fisso da professore di musica, in grado di metterlo al sicuro dalla precarietà economica e dalle pressioni di una madre ingombrante. Fino a quando un suo ex allievo non gli presenta su un piatto d’argento l’occasione della vita: accompagnare al piano la grande sassofonista Dorothea Williams, con la possibilità di seguirla per l’intero tour.
Joe abbandona così ogni certezza per seguire quello che crede essere il suo unico scopo nella vita: suonare. Ma un incidente di percorso e una relativa serie di equivoci lo catapulteranno in un’altra dimensione in cui da professore dovrà improvvisarsi mentore di una nuova anima molto ribelle (22, che fior di personaggi storici, da Gandhi e Copernico a Maria Antonietta hanno provato a “domare”), in cerca di una scintilla che la aiuti a trovare il suo posto nel mondo. Solo così potrà (forse) tornare indietro in tempo per il tanto agognato concerto.

Soul, Cinematographe.it

Si sussegue quindi una rocambolesca serie di eventi, metafora di un percorso interiore che costringerà Joe a rivedere le proprie priorità, riformulando il suo concetto di scintilla, fino a quel momento inadeguatamente legato a uno scopo, a una passione, che non può prescindere da un sentimento più grande: l’amore per la vita.

Soul: affinché un’anima non sia più perduta deve riprendere contatto con la vita

Soul solleva fondamentali questioni esistenziali, ponendosi – come nel caso di numerose opere Disney-Pixar più alla portata di un pubblico di adulti che di bambini. Le anime perdute personificate da Pete Docter e Kemp Powers non sono altro che specchio di quella alienazione quotidiana che attanaglia la nostra naturale propensione alla felicità, oscurando la possibilità di riconciliarsi col mondo semplicemente osservandolo, toccandolo, respirandolo. Senza lasciarsi oscurare da quella smania di possedere e raggiungere che non fa altro che allontanare gli essere umani dal contatto profondo con la Madre Terra, unica vera ancora di salvezza per ristabilire un senso che vada al di là di ogni contingenza materiale.

Soul, Cinematographe.it

Joe dovrà quindi imparare, complice la piccola 22 e il corpo di un simpatico gatto, che ogni anima è perduta finché non ritrova se stessa. E che siamo tutti parte di un grande Uno, in cui ogni creatura vivente conta e possiede un’anima, a volte dall’identità inaspettata.

La vita è Jazz

Soul, Cinematographe.it

A ritmo di intensi brani Jazz, il film di Pete Docter e Kemp Powers riesce così a trafiggere il cuore dello spettatore col suo messaggio carico di speranza, in un mondo in cui la vita è diventata sempre più simile a una sessione Jazz, dove trovare un’ispirazione e improvvisare è indispensabile. Così come creare la propria bolla per fuggire con la testa altrove, quando la realtà diviene troppo schiacciante.

Soul è disponibile su Disney+ dal 25 dicembre. Nel cast vocale originale troviamo anche Jamie Foxx (Joe), Tina Fey (22) e Angela Basset (Dorothea); Joe e 22 sono invece doppiati in italiano rispettivamente da Neri Marcorè e Paola Cortellesi.

Leggi anche: analisi e spiegazione del capolavoro Disney-Pixar

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4.5
Emozione - 4.5

4.5