Somebody I Used to Know: recensione della dramedy romantica Prime Video

Somebody I Used to Know è incentrato sul recupero della scintilla creativa e sul non essere mai troppo tardi nella vita per un secondo atto.

Non è certo che tutto è incerto“, per citare Blaise Pascal. Ma se c’è una cosa certa, è che la vita è piena di incertezze. E a causa di questa precarietà, è quasi impossibile non domandarsi di tanto in tanto “e se?”. E se avessi accettato l’altra offerta di lavoro? E se avessi abbandonato la comfort zone? E se avessi seguito il cuore? Dubbi che sorgono quando ci si trova in una condizione tutt’altro che ideale, che alla fine fa associare ogni decisione presa a un completo disastro. La nostra vita infatti non si scinde in due dimensioni parallele come in Sliding Doors e non ci offre la possibilità di un doppio come in La doppia vita di Veronica, ma ci impone delle scelte. È un argomento non facile da rappresentare sullo schermo senza cadere nel cliché. Nella dramedy romantica e riflessiva Somebody I Used to Know con Alison Brie, Jay Ellis (Escape Room, Top Gun Maverick) e l’attrice-cantante Kiersey Clemons – disponibile per la visione su Prime Video dal 10 febbraio 2023 -, il regista Dave Franco fa affrontare queste domande alla protagonista.

Somebody I Used to Know: “Ti ricordo te, mi ricordi me”

Franco ci introduce nella storia con un’oscurità (che è assenza di qualcosa, vuoto) a tutto schermo: l’inquadratura rimane nera per sette secondi; nel frame successivo Ally viene ripresa in primo piano nel pre-intervista, prima di registrare un (futile) ennesimo colloquio con un personaggio televisivo che salverà forse il futuro del programma di cui è produttrice profondamente insoddisfatta. La televisione di realtà non è mai stata la destinazione che aveva in mente, perché la protagonista ha lasciato la sua città e tutti i suoi affetti per andare a vivere a Los Angeles e fare la documentarista, da quel momento in poi non ha mai smesso di lavorare, sacrificando anche la vita sentimentale. Perciò, quando il futuro dello show televisivo è a rischio cancellazione, Ally si sente quasi sollevata. Non avendo nulla da perdere o da guadagnare, decide di tornare nella sua città natale senza essere preparata alle montagne russe emotive che l’attendono. A Leavenworth, incontra prima il suo ex fidanzato Sean (Jay Ellis), poi fa la conoscenza di una donna più giovane che le ricorda la persona che era una volta: piena di iniziativa, di slanci, di entusiasmo, di animo.

Una straziante dramedy romantica sul recupero della scintilla creativa e sul non essere mai troppo tardi nella vita per un secondo atto…

Somebody I used to know, recensione, Cinematographe.it

Se dovessimo scattarci una foto nei momenti di crisi, quelli che ci servono per prenderci il tempo e capire e recuperare un po’ della serenità svanita, ne verrebbe fuori uno scatto con luce scarsa. La fotografia di Somebody I Used to Know evoca sempre le emozioni contrastanti, le paure e i tentennamenti dei personaggi principali: Ally, Sean e Cassidy. La storia nella prima parte ci appare inconcepibile, nella seconda sa spiazzarci e svolgersi in un modo dolorosamente plausibile e reale. “Perché a volte si costruisce la propria vita su una cosa sola“, afferma la protagonista, ” ma se fosse quella sbagliata?“. Non mancano i momenti di leggerezza, per gentile concessione del fratello di Jeremy, fratello di Sean ( Haley Joel Osment ), un personaggio goffo ma assolutamente adorabile; nella sua immaginazione Ally gestisce tutta Hollywood; e di Benny (Daniel Mark Pudi) la cui scherzosa amicizia d’infanzia con la protagonista richiederebbe uno spin off. L’attrice principale, Alison Brie, che è anche co-sceneggiatrice del film insieme a Franco, ha recitato – lo ricordiamo – in The Post di Spielberg e in Una donna promettente) mette a nudo tutto in un film che la posiziona al centro. Riesce a mostrare la sua straordinaria gamma di recitazione: la sua performance sembra una miscela dei suoi ruoli passati. Le sue interazioni con Cassidy – la nuova fiamma di Sean che ha il volto di Kiersey Clemons – sono comprensibilmente tese (all’inizio) poiché entrambe si sentono selvaggiamente minacciate l’una dall’altra. Last but not least, tra il debutto alla regia di Dave Franco nel 2020 con The Rental – e adesso con questo secondo lungometraggio romantico e impenitentemente onesto-,  la star di Neighbours si sta rapidamente dimostrando un regista dalle mille sfaccettature. Per quel che accade nel plot, il secondo lungometraggio di Franco ci ricorda che non si può eliminare tutto un lato di sé stessi, che non siamo qui per resistere e sopportare, che bisogna allontanarsi da ciò che ci allontana da quel che siamo: inchioda insomma i suoi sentimenti risonanti sul recupero della scintilla creativa e sul non essere mai troppo tardi nella vita per un secondo atto.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

3.1