Sciatunostro: recensione del film di Leandro Picarella dal RoFF 2025

Nel docufilm Schiatunostro di Leandro Picarella, l’estate di due ragazzi sull’isola di Linosa diventa un viaggio poetico nella memoria e nel tempo

Per Borges il tempo essenziale è quello circolare. Per i greci, era quel continuo divenire, l’universo come incessante prodursi e disfarsi. E se vogliamo, è un po’ il tempo della giovinezza: quella innocente e libera vissuta dai due protagonisti del docufilm scritto e diretto da Leandro Picarella, Sciatunostro, presentato alla Festa del Cinema di Roma 20 nella sezione Progressive Cinema. “Un’estate fa”, avrebbe cantato Califano, e sarebbe stato un incipit perfetto per questa storia, in cui i ricordi di vecchi filmini di un videoamatore si intrecciano con le adolescenze di due ragazzi. Picarella è autore dei film Segnali di vita e Divinazioni.

Sciatunostro è ambientato sull’isola di Linosa, nel cuore dell’arcipelago delle Pelagie, un luogo magico circondato dall’immensità del mare e dalle infinite possibilità che una vita giovane può intraprendere. Proprio come quelle dei due protagonisti, Ettore e Giovannino, due amici di undici e sette anni intenti a vivere la stagione estiva tra bagni a mare, avventure adolescenziali e giornate lunghissime. Prodotto da Qoomoon con Rai Cinema e sostenuto dalla Sicilia Film Commission, il film vede come interpreti due attori non professionisti: Ettore Pesaresi e Giovanni Cardamone, abitanti dell’isola che hanno accettato con entusiasmo il progetto.

Sciatunostro insegue la fugacità del tempo attraverso gli occhi di due ragazzi

Sciatunostro Recensione Film Cinematographe.it

Ettore e Giovannino giocano dalla mattina alla sera, con la semplicità di due adolescenti nella stagione più bella dell’anno. Fino a quando, verso la fine dell’estate, Ettore scopre dai genitori che a settembre dovrà lasciare l’isola per trasferirsi ad Agrigento e continuare gli studi. Un cambiamento drastico che segnerà non solo l’infanzia dei due ragazzi, ma anche la loro amicizia. Il film segue anche la vicenda di Pino (Sorrentino), un vecchio videoamatore che trascorre le giornate rivedendo e montando i suoi filmini del passato, continuando comunque a filmarne di nuovi. Il suo è una sorta di archivio personale che diventa anche memoria collettiva, in cui il passato si cristallizza nelle immagini, continuando ad esistere in forme differenti.

Picarella pedina i suoi giovani protagonisti con fare rosselliniano: usa la macchina da presa come un personaggio silenzioso che li osserva, e lavora con attori non professionisti, restituendo una verità cinematografica profondamente sincera. Il film non segue un flusso preciso di eventi: preferisce giocare di istanti, guizzi improvvisi, attimi di lunghe giornate estive che si susseguono senza un ordine prestabilito. Proprio come si ricorda l’adolescenza da adulti: un andirivieni di ricordi che si affastellano confusamente nella memoria. E così, le immagini del videoamatore Pino assumono un significato ulteriore: le diverse generazioni di Sciatunostro si incontrano e si cercano nei video di repertorio e nell’attimo presente, fino a fondersi insieme.

Sciatunostro: un film libero nella forma e nella sostanza

I personaggi di Ettore e Giovannino sembrano usciti dalle pagine di Cesare Pavese: giovani, liberi, spontanei. Anche nei rapporti di forza che si creano tra loro — Ettore, il più grande, guida e ispira Giovannino, più ingenuo e infantile — c’è la purezza delle relazioni adolescenziali. I due ragazzi sembrano più personaggi letterari che cinematografici, con il pregio di essere inafferrabili e spregiudicati. Ma Sciatunostro insegna anche un’altra cosa: che i giovani sono sempre gli stessi, con i loro sogni, le loro paure, le loro piccole follie. E che l’estate è la stagione dei ragazzi, quella in cui tutto può accadere.

Il film apre così un discorso sulle tante immagini che conserviamo nei nostri archivi personali, frammenti di realtà che, rielaborati, possono diventare nuova linfa vitale. Sciatunostro è un viaggio delicato nella memoria, dove il passato si confonde con il presente. E quando arrivano i Baustelle (nella versione alternativa del brano Playa con Baby K) che cantano l’estate, allora tutto si fa più bello e poetico. Il discorso sul riutilizzo dei vecchi filmini diventa così uno strumento per fare un cinema alternativo, leggero e consapevole, capace di rivelare nuove storie da raccontare.

Sciatunostro: valutazione e conclusione

Sciatunostro è un film che guarda al passato per capire il presente. Picarella costruisce un racconto sospeso, pieno di luce, dove il tempo diventa materia viva, da toccare e da ricordare. Nella semplicità dei gesti dei due ragazzi, nei loro silenzi e nelle loro risate, c’è tutto il mistero dell’esistenza: l’attimo che sfugge, il ricordo che resta, la tenerezza delle prime separazioni. È un film libero e poetico, che restituisce al cinema la sua funzione più pura: custodire la meraviglia delle cose semplici, quelle che la memoria – anche quando si perde – riesce sempre a ritrovare.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3