Renegades – Commando D’Assalto: recensione

Recensione di Renegades - Commando D'Assalto, il film diretto da Steven Quale e sceneggiato da Luc Besson con Sullivan Stapleton e J.K. Simmons nel cast, in uscita al cinema il 5 ottobre.

Bosnia, 1995, a pochi mesi dalla pace che avrebbe messo fine a uno dei più orrendi massacri della storia moderna, un commando di Navy Seals mette a segno un’operazione ad alto rischio, assicurando alla giustizia un criminale di guerra. Tornati alla base Matt (Sullivan Stapleton), Stanton (Charlie Bewley), Ben (Joshua Henry), Duffy (Diarmaid Murtagh) e Porter (Dimitri Leonidas) vengono informati dalla bella Laura (Sylvia Hoeks) dell’esistenza di un tesoro immenso. Si tratta di oro nazista, lingotti per la precisione, per un valore di 300 milioni di dollari, persi dai tedeschi in fondo a un lago poco distante durante il secondo conflitto mondiale e che ora aspettano solo che qualcuno li recuperi. Peccato che il recupero sia tutt’altro che semplice…e che obblighi i nostri eroi a diventare dei Renegades, ovvero dei Rinnegati.

Diretto ufficialmente da Steven Quale (a lungo assistente di James Cameron e regista indipendente), Renegades è in realtà in tutto e per tutto l’ennesima fatica di Luc Besson, autore del soggetto originale, della sceneggiatura e produttore di quello che (sulla carta) doveva essere un heist movie anticonvenzionale. Al suo interno del resto vi sono i classici elementi che hanno fatto la fortuna di film come L’Audace colpo dei Soliti Ignoti, Lo Specialista, The Italian Job o Le Iene: un gruppo di pittoreschi furfanti (sovente poco affidabili) che cercano di mettere a segno il colpo della vita…

Renegades – Commando D’Assalto: il film diretto da Steven Quale su una sceneggiatura di Luc Besson manca di ironia e originalità

Invece purtroppo bisogna prendere atto per l’ennesima volta che Luc Besson, quando non è direttamente dietro la macchina da presa, tende da sceneggiatore e produttore ad esaltare i difetti che da sempre gli sono imputati: mancanza di originalità e brio, il citazionismo mal assortito, una certa presunzione e sopratutto lo scopiazzare il peggio della tradizione americana in materia di blockbuster. Si è visto con l’orrenda serie Taxxi, con le saghe di Taken o con Transporter. In Renegades – Commando D’Assalto le cose non vanno molto meglio, anzi.

Il film è una sorta di remake delle pellicole firmate da maestri degli anni ’70 come Castellari, Guy Hamilton o Corbucci, senza però averne neanche un centesimo dell’ironia, la simpatia e sopratutto l’originalità. Se infatti i tre citati maestri di cinema (considerati da Tarantino tra i più importanti della sua formazione) supplivano sovente alla mancanza di mezzi con l’inventiva e la creatività, Besson e la sua crew hanno fatto qui l’esatto opposto. Hanno investito quasi 70 milioni di euro e costretto il cast a estenuanti training sott’acqua, per un qualcosa che non è né carne né pesce, si capisce solo cosa non è.

Renegades – Commando D’Assalto a che genere appartiene?

Renegades - Commando D'Assalto

Renegades – Commando D’Assalto non è né una commedia, né un film d’azione, non appartiene al genere heist, né a quello del war movie; casomai ha caratteristiche miste di tutti questi generi senza però esserne una fusione. Steven Quale e Besson si sono avvalsi di veri Navy Seals per allenare un cast che comprende tra gli altri J.K. Simmons ed Ewen Bremner, dell’ottimo montaggio di Florent Vassault, della bella fotografia di Brian Pearson per le scene in superficie e di quella del fuoriclasse Pete Romano (Transformers, Inception, Mission Impossible e chi più ne ha più ne metta) per le incredibili riprese subacquee.

Tutto è stato sprecato da una sceneggiatura a dir poco asfittica, spenta, senz’anima, piena di deja vu e con dialoghi a dir poco sonnolenti se non proprio irritanti. L’intero iter narrativo non ha un solo momento di suspense o di sorpresa, implode, rimane più sott’acqua dei suoi improbabili Navy Seals, forse il peggiore (e non nel senso buono) gruppo di soldati mai visto su uno schermo. Del resto sia Stapleton che Bewley (i due attori protagonisti) si sono sempre “distinti” al massimo per le loro performance in prodotti commerciali di bassissima caratura come 300 – L’Alba di un Impero, Twilight o la scalcinata serie Strike Back. La povera Sylvia Hoeks (La Migliore Offerta e Blade Runner 2049) è forse l’unica che ci prova sul serio…

Renegades - Commando D'Assalto

E proprio a Strike Back (una delle peggiori serie degli ultimi anni) assomiglia in tutto e per tutto questo Renegades, con cui condivide il gigantismo di cartapesta, l’anima da tigre di cartone, la scarsissima energia, le battutine trite e ritrite, lo sviluppo e la caratterizzazione dei personaggi, talmente insopportabili ed anonimi che vederne morire uno durante il film sarebbe quasi una gioiosa variazione. Più di tutto risulta incomprensibile l’aver voluto ambientare il film in un paese ed in un periodo (la Bosnia del 1995) che ben poco si prestano nella memoria collettiva a parodie o siparietti comici.

A conti fatti Renegades sembra più un parente finto ricco di quella miriade di action movie spazzatura girati in questi anni in Europa dell’est, dove hanno trovato il loro ospizio artistico le vecchie balene imbolsite dell’action fine anni 80′ e anni ’90 come Steven Seagal, Jean Claude Van-Damne, Wesley Snipes o Dolph Lundgren. Renegades ne ha la stessa pesantezza, la stessa aria scalcinata e miserrima, ed invece di far divertire al massimo farà pietà o tenerezza tra quegli spettatori che ripenseranno a quando, nella loro adolescenza, vedere Rombo di Tuono, Kickboxer, Trappola in Alto Mare o Passenger 57 era un’ottimo motivo per non fare i compiti di matematica o saltare la lezione di piano. Sempre baracconate erano certo… ma almeno ti facevano divertire!

Renegades – Commando D’Assalto è al cinema dal 5 ottobre con M2 Pictures.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 2
Sonoro - 1.5
Emozione - 1

1.9