TFF37 – Queen & Slim: recensione

Queen & Slim (2019) è la storia di due personaggi che diventano simbolo, di una comunità che sa aiutarsi, di un film che mostra come nasce la coscienza.

Dalla cronaca nascono le leggende. Anche dal cinema possono prendere vita miti, figure che nell’epopea delle loro gesta e delle loro scelte, si elevano a torcia nel mezzo di una via oscura nella quale far risplendere la propria luce. È la percezione del simbolo quella che avvolge il debutto cinematografico di Melina Matsoukas, quella che esalta i propri protagonisti e li rende più di semplici persone, più di personaggi di cui la sceneggiatrice Lena Waithe ha scritto la storia. È per questo che i protagonisti di Queen & Slim non hanno un nome. O meglio, ce l’hanno, ma diventa rilevante soltanto quando se ne tramanderà il racconto, quando il loro volto e la loro foto, testimonianza della loro esistenza, passerà di televisione in radio, di strada in giardino.

È la contemporaneità della comunità di colore che Queen & Slim rappresenta come cronaca di una quotidianità che si ripete sempre uguale, che infanga l’orgoglio di qualsiasi persona di colore, ancora una volta scoraggiata, umiliata, piegata a dover obbedire a ordini che a nessun altro cittadino si comanderebbero, se solo quest’ultimo avesse la pelle di una tinta più chiara. È infatti con una sequenza che abbiamo ormai visto migliaia di volte all’interno di questo cinema che si apre l’opera. Una macchina con un guidatore di colore, un poliziotto che la ferma, una parola innocua di troppo che fa però scattare il grilletto.

Queen & Slim – Due volti, un simboloqueen & slim, cinematographe

Ma, questa volta, è contro l’autorità che viene indirizzata la pallottola, è contro un corpo che abusava del suo potere su un altro corpo che ha dovuto così cercare la difesa. Ma come può un nero uscire pulito da una storia come quella dei due protagonisti di Queen & Slim? Come potrà credere la gente che si trattava di preservare la propria vita, messa in pericolo da pregiudizi razziali che continuano a intercorrere tra esseri umani con lo stesso, identico sangue? Da quella notte in cui il colpo ferì mortalmente il poliziotto, i personaggi del film della Matsoukas sono costretti a scappare, per un’attraversata lungo i territori dell’America, in un viaggio on the road dove la meta è soltanto lì dove i ragazzi potranno proteggere la propria vita.

Dalla prassi da cui, dunque, la pellicola ha inizio, la regista e la narrazione tratteggiata dalla Waithe si sostengono vicendevolmente, come la coppia di attori Jodie Turner-Smith e Daniel Kaluuya, che con la loro tirata sintonia, l’ansia eppure l’alchimia che sapranno creare a dispetto delle difficoltà da affrontare sullo schermo, contribuiranno all’apologia dei loro personaggi. Una glorificazione che non vuol dire santificare l’omicidio commesso dai complici, che non cerca di donare ai protagonisti la beatitudine sconfiggendo l’odio con la morte. È il messaggio che, anche un’azione talmente estrema, può portare con sé. L’invito non a sparare a chi, fino a quel momento, ha fatto valere con presunzione il proprio ruolo, non la supremazia che bisogna esercitare con violenza e arroganza mettendosi al pari di chi ha fatto fuori parte dei nostri amici o fratelli.

Queen & Slim – Non più sopravvivere, solo viverequeen & slim, cinematographe

Con il gesto impulsivo, ma necessario di Queen & Slim, il film pone i personaggi come fulcro di una protesta che cerca di giustificare quella pallottola impazzita. Che, nell’esasperazione, ne evidenzia i motivi, che non vogliono essere di ribellione o vendetta, ma vogliono soltanto dire: noi siamo qui, noi esistiamo, noi siamo come voi. Nel percorrere a perdifiato l’autostrada per la salvezza, i personaggi sapranno trovare quel conforto da parte di una comunità che si lega nonostante i luoghi e la distanza, che non condividerà i modi, ma saprà comprendere cosa significa cercare di mantenersi in vita, perché è probabile che, almeno una volta nella vita, anche loro hanno provato che cosa significa quella sensazione. Sarà la solidarietà a spingere sempre più lontano i giovani fuggiaschi e sarà il loro imparare a scoprirsi che li condurrà alla forma più concreta di amore.

Con la calda regia di Melina Matsoukas e l’altrettanto irradiante fotografia di Tat Radcliffe, l’America si estende sotto le ruote delle macchine rubate o prese in prestito dai protagonisti di Queen & Slim, dalla presenza scenica di due interpreti che possiedono l’inquadratura e la riempiono sapendo lasciare l’uno gli spazi all’altra, fino all’incrociarsi di corpi, alla coincidenza di carne e di spirito, che si dirameranno nella storia facendo della loro avventura un’eco. In Queen & Slim c’è come nascono i miti e qual è la loro importanza nel proprio tempo. Un valore che ha due volti, due fisicità, un solo movente per ciò che hanno fatto e che cerca, nell’ingiustizia, una soluzione: non dover più pensare a sopravvivere. Solo vivere.

Queen & Slim, prodotto da BRON Studios, 3Blackdot, De La Revolutión Films, Hillman Grad e Makeready, sarà nelle sale dal 16 aprile 2020, distribuito da Universal Pictures.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.4