Qualcuno salvi il Natale 2: recensione del film Netflix

Kurt Russel torna a vestire i panni di un Babbo Natale fuori dal comune, in una nuova avventure natalizia dal sapore dolce, ma tecnicamente poco convincente.

Bisogna avere uno sguardo particolare quando si guardano i film di Natale. Dimenticare un po’ della logica che i nostri occhi adulti sono a abituati a cercare, e lasciarsi andare all’immaginazione, anche quando sembra non avere troppo senso. Questo è l’approccio migliore per guardare Qualcuno salvi il Natale 2, attesissimo seguito del primo capitolo del film natalizio Netflix di grande successo. A differenza del primo capitolo, più realistico se pur con un tocco immancabile di magia, questa volta si fa un abuso eccessivo di computer grafica (anche piuttosto scadente) che rovina un po’ l’effetto finale. Nonostante qualche difetto, però, questo sequel rimane un prodotto piacevole, soprattutto per un pubblico piccolo, ed è comunque una visione divertente per tutta la famiglia, soprattutto per merito del geniale Babbo Natale di Kurt Russell.

Qualcuno salvi il Natale 2: l’avventura si sposta da Chicago al Polo Nord

qualcuno salvi il natale 2 cinematographe.it

In Qualcuno salvi il Natale 2, sono ormai passati due anni da quando i fratelli Kate (Darby Camp) e Teddy Pierce (Judah Lewis) hanno salvato il Natale e molte cose sono cambiate. Kate ora è un’adolescente cinica e sta trascorrendo controvoglia il Natale a Cancun in compagnia del nuovo fidanzato della madre e del figlio di lui, Jack (Jahzir Bruno). Lei non ha alcuna intenzione di accettare questa famiglia e decide di scappare, ma quando un misterioso piantagrane con poteri magici minaccia di distruggere il Polo Nord e di mettere per sempre fine al Natale, Kate e Jack si ritrovano a vivere una nuova avventura assieme a Babbo Natale (Kurt Russell) e alla sua consorte (Goldie Hawn).

Il Babbo Natale di Kurt Russel è ancora irresistibile

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Canta, balla, veste un giubbotto in pelle e guanti da motociclista e non fa oh oh oh: in Qualcuno salvi il Natale 2, il Babbo Natale di Kurt Russell è esilarante, fuori dagli schemi e porta in quel del Polo Nord molto di quella che è la sua vera personalità. Anche in questo secondo capitolo, la grande forza del film è proprio l’attore, che riesce come solo lui sa fare a mischiare lo stile dell’eroe dei film d’azione con lo spirito buono che, nei sogni dei bambini di tutto il mondo, incarna l’essenza del Natale. E ancora più dolce è vederlo al fianco della Signora Natale, che è anche la signora Russell nella vita reale: la splendente Goldie Hawn, solo un’apparizione nella prima pellicola, questa volta è protagonista quanto il marito. Adorabile nel ruolo della dolce nonna – che di nonna, nell’aspetto, non ha proprio niente -, la sua interpretazione è più classica e prevedibile, ma non per questo meno deliziosa. Anche se rispetto al primo film cambia quasi tutto, il Babbo Natale di Kurt Russel rimane davvero diverso dalla sua rappresentazione più classica, e con la sua ironia riesce a rendere sensato anche quello che sembra non avere minimamente senso. Come un aeroporto pieno di gente furiosa che, dal nulla, inizia a cantare come se fosse sul palco del Madison Square Garden. Tra battute, momenti d’azione e momenti di tenerezza, Babbo-Kurt e la piccola Darby Camp (che ora non è più così piccola) ci guidano verso il lieto che è prevedibile, ma non per questo meno dolce.

Una storia piacevole, una realizzazione che poteva dare di più

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Anche se la storia è piuttosto diversa dal primo capitolo del film, anche stavolta risulta essere piacevole. E non è una sorpresa, visto che alla regia troviamo un vero maestro dei film per ragazzi: dietro la macchina da presa arriva, infatti, la new entry Chris Columbus, amatissimo per le sue pellicole tra cui spiccano i primi due Harry Potter e il cult Mamma ho perso l’aereo. Il racconto scorre veloce e piacevole, anche se piuttosto scontato: scade, infatti, nel classico cliché dell’aiutante caduto in disgrazia che cerca vendetta distruggendo il Natale. Non una brutta idea, ma forse un po’ troppo usata. Insomma, manca un po’ in Qualcuno salvi il Natale 2 la profondità del rapporto tra Babbo Natale e i due fratelli Pierce, così come mancano la dimensione di crescita così tipica dei migliori film/romanzi di formazione e quella dolce atmosfera familiare che scalda il cuore durante le feste. Certo, il budget limitato non aiuta. Nonostante in cabina di regia ci sia un vero genio, nemmeno Columbus può fare miracoli e rendere più credibili degli effetti speciali piuttosto scadenti. Il problema è che la stragrande maggioranza degli ambienti e dei personaggi – tutto il Polo Nord, gli Elfi e perfino le renne – sono realizzati in computer grafica, e quindi il risultato finale è di una finzione fin troppo esagerata, che rende poco credibile persino una storia di Natale, che proprio credibile non deve essere.

In generale, Qualcuno salvi il Natale 2 perde il pregio migliore del primo film, ovvero essere in grado di intrattenere e divertire anche i più adulti. In questo caso, invece, è chiaro come il target sia più un pubblico molto giovane, che non si pone troppo domande e che si lascia incantare da luci e colori, anche se realizzati non esattamente al meglio. Si tratta, comunque, di un prodotto piacevole se non lo si guarda, come dicevamo all’inizio, con occhi troppo adulti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.5

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