Pokémon: Detective Pikachu – recensione del film

Con un protagonista adorabile e dalla parlantina sfrenata, Pokémon: Detective Pikachu poteva essere il film perfetto per i fan. Dal 9 maggio al cinema.

Pokémon: Detective Pikachu poteva essere l’esperienza conclusiva: uomini e Pokémon che collaborano insieme in una città senza Poké Ball, in un live-action dove poter ritrovare quei mitici personaggi che hanno costellato l’infanzia (e non solo) di tantissimi e ora coinvolti in un genere di avventura inesplorata e dai continui risvolti. Poteva essere l’esaltazione dell’intrattenimento con i fiocchi, dove non solo l’indimenticabile Pikachu indossava il tipico cappello alla Sherlock Holmes, ma diventava un investigatore stile noir con la voce, niente di meno, che del mattatore hollywoodiano degli ultimi anni, mr. Ryan Reynolds.

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Invece così non è stato, forse troppo convinti del richiamo che avrebbe comunque suscitato, forse più concentrati sull’operazione mash-up in sé, che sulla sua vera evoluzione da progetto embrionale – anche questo nato in ambiente Nintendo – a blockbuster del momento (la coincidenza con le sale ancora invase da Avengers: Endgame è un fatto, ma dopo le due settimane di distanza con il lavoro dei fratelli Russo, il film avrebbe potuto certamente avere la propria risonanza). Pokémon: Detective Pikachu, idea da videogame trasposta al cinema, lascia con la delusione in bocca per ciò che sarebbe potuto essere e ciò che, poi, effettivamente è stato.

Pokémon: Detective Pikachu – il protagonista giusto per il mistero sbagliatoPokémon: Detective Pikachu cinematographe.it

E non si tratta certo di una pellicola disastrosa. Non nella sua totale interezza, per lo meno. Affidata la regia a Rob Letterman, che dall’animazione di Shark Tale (2004) e Mostri contro alieni (2009) è passato a I fantastici viaggi di Gulliver (2010) e Piccoli Brividi (2015), la storia del Pokémon e il suo giovane partner Justice Smith decolla con la descrizione del suo protagonista giallo e ne connota l’adorabile indole, che molto si rifà all’altrettanto irresistibile aspetto che il film gli ha donato. Buffissimo, una parlantina senza freni e un vero amante del caffè nero amaro: Pikachu parte benissimo nella pellicola a lui dedicata e nell’esplorazione del rapporto con un umano con cui, per la prima volta nella storia dei Pokémon, può davvero comunicare.

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L’interazione dei due personaggi principali, ben più sbilanciata verso la simpatia per il piccolo detective, orchestra una prima parte di relazioni, conoscenze e un piano che si apre davanti a Tim Goodman (Smith) e al suo compagno, pieno di potenziale per poter entrare ancora più a fondo nel legame tra i protagonisti e riservare duetti comici ed emotivi elettrizzanti. Ma, proprio quando per il film è arrivato il momento di mettere il turbo, è lì che il meccanismo si inceppa, che si arresta bruscamente e non riesce più ad avanzare. Freno che non solo assottiglia l’interesse per gli accadimenti della pellicola, ma rimette in prospettiva tutto un apparato tecnico ed estetico che, in riferimento a quelle alte prospettive che il film prometteva, viene alquanto disilluso.

Pokémon: Detective Pikachu – nessuno stile per il Pokémon più amato di tuttiPokémon: Detective Pikachu cinematographe

Per nulla curato sotto il punto di vista visivo, la confezione di Pokémon: Detective Pikachu è assai più basica rispetto alle possibilità che un mondo formato da umani e Pokémon in armonia avrebbe potuto creare. Nessuno stile particolare, nessun taglio o colore o luce caratteristica a determinare un assetto registico e di allestimento visuale che potesse aggiungere peculiarità alla più che anonima messinscena. Ampliata anche da cigolanti passaggi interni, che a tratti producono un senso di attrito nelle singole sequenze. Mai tanto, però, come nelle scene d’azione dell’opera, che più del senso di movimento e pericolo provocano solo un’accozzaglia prolungata e inefficace.

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Pur non potendo offrire una prospettiva ben più rosea di così, Pokémon: Detective Pikachu ha comunque la possibilità di riaccendere, anche in minima parte, il sogno d’allenatore coltivato da molti per tanti anni, può distrarre con svagatezza, far apprezzare il più tenero dei Pokémon – non tutti, purtroppo, resi adeguatamente in live-action -, ma può anche far desiderare di tornare indietro prima dell’uscita della pellicola. Quando ancora si poteva sperare di poter vedere un film sui Pokémon travolgente ed eccitante. Gotta catch ‘em all.

Pokémon: Detective Pikachu, prodotto da Legendary Pictures, The Pokémon Company, Toho e Warner Bros., sarà in sala dal 9 maggio, distribuito da Warner Bros.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.3