Peter Pan & Wendy: recensione del film Disney di David Lowery

La recensione di Peter Pan & Wendy, ottavo lungometraggio da regista di David Lowery. Una fiaba folk dolce, ma anche politica e impegnata.

Adattare l’intramontabile e immortale racconto di formazione di J.M. Barrie, Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere si è rivelata nel corso degli anni una scelta piuttosto audace e in più di un caso seguita da esiti fallimentari, basti pensare a Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015) di Joe Wright, esempio memorabile e immediato di scarsissima attitudine e legame autoriale tra un regista di drammi storici e romantici ed un racconto spensierato e allo stesso tempo incredibilmente profondo sull’infanzia e la perdita dell’innocenza. A distanza di otto lunghi anni, un altro autore ritenta la fortuna, si tratta di David Lowery, ed il suo film è intitolato Peter Pan & Wendy.

Fiaba folkloristica, realismo e inclusività

La filmografia di David Lowery è senz’altro curiosa nel suo muoversi senza sosta tra un dramma rurale dall’anima malickiana fortemente indipendente qual è Senza santi in paradiso (2013) ed un’avventura folkloristica capace di rileggere Tolkien attraverso i dettami dell’horror, dell’onirico e del cinema surrealista come Sir Gawain e il Cavaliere Verde (2021), passando per una meravigliosa fiaba Disney dall’anima dura ma dal cuore dolce come Il drago invisibile (2016), un dramma intimista, logorante e indimenticabile come Storia di un fantasma (2017) ed una commedia agrodolce Eastwoodiana e incisiva a tal punto da segnare l’addio di Robert Redford al cinema, ossia Old Man & The Gun (2018).

Non sorprende dunque che Lowery abbia decisa di mettersi alla prova dando la sua visione autoriale di Peter Pan, mettendo da parte la magia sospesa e fortemente attrattiva sia del film d’animazione Le avventure di Peter Pan del 1953 che della versione live action di P. J. Hogan del 2003, Peter Pan, preferendo ad essa un realismo assoluto ed essenziale molto più ascrivibile ad un modello cinematografico che guarda tanto alla lezione del neorealismo italiano, quanto alla fiaba politica di autori letterari quali Orwell e Golding.

Forte della ricerca cinematografica compiuta con Sir Gawain e il Cavaliere Verde, dalle parti della fiaba e dell’horror folk alla Robin Hardy mescolato senza colpo ferire alla narrativa avventurosa e cavalleresca fantasy di Tolkien, David Lowery filtra il racconto di formazione di Peter Pan secondo la medesima ricerca autoriale e stilistica.

Peter Pan & Wendy differenze film animazione Cinematographe.it

I suoi giovani protagonisti sono calati infatti in un’ambientazione naturale minimalista, impoverita e svuotata di qualsiasi elemento magico, fatta eccezione per la fatina Trilli (interpretata dalla Yara Shahidi di  Black-ish), in virtù di un realismo ancora una volta assoluto e capace di rendere grezza e decisamente asciutta una fiaba folkloristica e di crescita che dovrebbe essere spensierata e che diviene secondo la visione di Lowery decisamente riflessiva, matura e in più di un momento cupa.

A sorprendere però non sono soltanto le questioni autoriali ed estetiche che ancora una volta confermano l’eclettismo di Lowery, a suo agio nel dramma, nell’horror e poi nel cinema dell’infanzia, così come le evidenti qualità artistiche del direttore della fotografia di Peter Pan & Wendy, ossia Bojan Bazelli che torna a collaborare con Lowery dopo l’esperienza dolcissima e di grande cuore di Il drago invisibile, piuttosto ciò che sorprende è il carattere assolutamente inclusivo di un film apparentemente infantile e destinato ad un pubblico ampissimo – non a caso distribuito su Disney+ – ma dalla natura sotterranea decisamente politica e maniacalmente attenta ai dettami delle nuove regole cinematografiche, così come ai cambiamenti della società.

Dalla scelta dell’interprete di Trilli, al carattere inclusivo – tanto in termini di genere, quanto di condizione sociale – del clan dei Bimbi Sperduti, fino alla ciurma di Capitan Uncino. Ad un occhio attento non potranno sfuggire chicche di notevole interesse su cui Lowery sceglie di soffermarsi molto poco, ma abbastanza da garantir loro una visibilità e audacia d’indubbio coraggio, sfidando la polemica e i detrattori in continuo agguato.

Violenza e crescita, i due nodi di Peter Pan & Wendy

I due nodi probabilmente più interessanti però sono la presenza della violenza, mai realmente eccessiva e messa in luce dal cinema di Lowery, anche se decisamente suggerita e avvolta nell’ombra, perciò ancor più feroce e incisiva, e la riflessione sulla crescita e la messa a confronto tra l’ingenua volontà di restare fanciulli come unica condizione per non smettere di sognare di Peter Pan e quella invece di crescere, maturare ed esplorare la propria identità e capacità che appartiene sia a Wendy (Ever Anderson) che a Capitan Uncino (Jude Law).

Tra cinema musical e fiaba folk, Lowery riesce perfino ad inserire sequenze action dalla violenza ben presente, anche se opportunamente celata, basti pensare alla strage compiuta all’interno della grotta dall’enorme coccodrillo sbucato dalle acque dell’isola che non c’è ai danni della ciurma di Capitan Uncino, così come le frecce scoccate dai Bimbi Sperduti destinate in ognuno dei casi a bulbi oculari, crani e così via.

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Lowery si diverte e nel dirigere con grande brio, sapienza e dinamismo la sua versione di Peter Pan riesce nell’impresa di non stancare mai lo spettatore che pur conoscendo a memoria accadimenti e sviluppi del romanzo di Barrie, non può far altro che continuare a guardare, sorpreso e ammaliato dalla magia cinematografica che ancora una volta appartiene al cinema instancabile e alla continua ricerca di David Lowery.

Peter Pan & Wendy: conclusione e valutazione

Laddove stonano alcune delle interpretazioni del cast giovane, di cui certamente non resterà memoria, o comunque molto difficilmente, a convincere e appassionare è la visione autoriale di David Lowery forte di un immaginario e di una personalità cinematografica assolutamente riconoscibile, attrattiva e interessante, supportata dalla meravigliosa fotografia di Bojan Bazelli che rende tutto così luminoso, onirico e sospeso da confortare lo spettatore avvolgendolo in un abbraccio luminoso, poetico e spensierato dal quale non vorrebbe congedarsi più.

Peter Pan & Wendy è disponibile sul catalogo Disney+ a partire da venerdì 28 aprile.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3