Per tutta la vita: recensione del film con Ambra Angiolini

Il nuovo film di Paolo Costella vuole essere la rappresentazione di un campione di coppie italiane che hanno la possibilità di decidere nuovamente la loro vita matrimoniale.

Se ognuno di noi avesse la possibilità di tornare indietro nel tempo e poter riscrivere la propria storia personale rifarebbe le stesse scelte o cambierebbe radicalmente la strada della vita? Per tutta la vita si interroga proprio su questo, ponendo come premessa una situazione paradossale quanto realistica: una serie di matrimoni nulli scoperti dopo una decina di anni per via  di un sedicente officiante senza voti, devono essere celebrati nuovamente se vogliono risultare legalmente validi.
Ma dopo così tanti anni, le coppie hanno ancora intenzione di ufficializzare il loro amore oppure il tempo inesorabile ha cambiato il loro rapporto?

Per tutta la vita: la trama del film ci mette davanti alla possibilità di una scelta

Per tutta la vita Cinematographe.it

Film diretto da Paolo Costella, che di dinamiche familiari filmiche paradossali già sembra essere esperto, Per tutta la vita è distribuito da 01 Distribution ed esce nelle sale italiane dall’11 novembre 2021. Nel cast troviamo Ambra Angiolini, Fabio Volo, Claudia Gerini, Carolina Crescentini, Luca Bizzarri, Paolo Kessioglu, Filippo Nigro e Claudia Pandolfi.

La possibilità di riscoprire i rapporti dopo quasi dieci anni di quello che tutti pensavano fosse un matrimonio ufficiale e legale, è sintomatico di un cambiamento sistemico del proprio sentimento nei confronti dell’altro, e questo film paradossalmente ci mette di fronte alla possibilità di scegliere se rifare tutto da capo oppure approfittare per cambiare completamente vita. Ma non sempre le scelte sono giuste, condizionano solamente l’individuo a stravolgere completamente la propria esistenza, non necessariamente in meglio.

Per tutta la vita: cosa è stato già visto e detto?

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Le dinamiche di coppie “scoppiate” sono molto prevedibili, aleggia un sentore di già sentito e scritto per tutta la durata della pellicola. Questo aspetto porta a connotare il film come una commedia sentimentale asprigna, a tratti lenta e dimenticabile, non imponendosi in modo incisivo come una storia ( o storie) evidentemente innovativa e coinvolgente. La linearità della narrazione e di tutta la struttura diegetica sovrasta in modo irreversibile il flusso di azioni e reazioni dei personaggi, appiattiti da uno scheletro narratologico inconsistente. La componente di stimolazione percettiva non è in grado di coinvolgere del tutto lo spettatore, che si trova in un limbo di cliché tragicomici da storia familiare all’italiana. Dunque, situazioni-tipo che possono rifletterei specularmente sulla vita quotidiana di ognuno di noi, ma che perdono di credibilità nel momento in cui assumono una funzione spettacolare e filmica, per via inoltre della frammentazione tra le diverse storie di coppia mostrate.

Le quattro storie sono scardinate tra loro da vincoli di convergenza narrativa, se nonché presentano degli elementi grammaticali filmici in comune: il montaggio, infatti, è costruito per far incrociare i diversi personaggi in modo casuale per strada, permettendo una transizione naturalistica e che non spezzi il flusso diegetico. Le dinamiche di coppia si mescolano in modo vertiginoso non solo a livello metaforico e simbolico, dunque, ma soprattutto a livello estetico, permettendo una dinamica filmica fluida per quanto concerne la strutturazione delle dinamiche linguistiche e grammaticali. Un simbolismo che si confonde anche con il visivo e il visuale.

La naturalezza della quotidianità

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Tale espediente si mostra molto valido, conciso e al contempo interessante, ma che purtroppo da solo non riesce a sollevare l’estrema pacatezza concettuale e narrativa della trama del film di Paolo Costella.

La veridicità che si vuole conferire a questa pellicola è data anche da una recitazione per nulla enfatica, che però non deve essere letta in accezione completamente negativa: la possibilità di esprimere i propri dissidi in modo pacato e per nulla travolgente nelle forme quanto nello spirito, mostra come i moti interiori nella quotidianità non devono per forza esprimersi in modo violento e rivoluzionario. La calma composta di Carolina Crescentini, il dramma e risentimento soffocato di Claudia Pandolfi, la positività di facciata di Ambra Angiolini sono la rappresentazione di uno spaccato di società attuale, malato e credibile senza raggiungere però livelli di soddisfacimento spettatoriale troppo elevati.
Per tutta la vita è al cinema dall’11 novembre 2021 con 01 Distribution.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

3.2