Venezia 75 – Nuestro Tiempo: recensione del film di Carlos Reygadas

Presentato alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia, Nuestro Tiempo è un film toccante, capace di scombussolare le nostre sicurezze.

Nuestro Tiempo (Our Times il titolo originale) è un film di Carlos Reygadas, presentato in concorso alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. I protagonisti della pellicola sono lo stesso Reygadas, Natalia López (già al lavoro con il cineasta messicano nei precedenti Post Tenebras Lux e Stellet Licht) e Phil Burgers, alle prese con un intenso e complesso dramma familiare e sentimentale.

Nuestro Tiempo: in costante bilico fra etica e passione

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Juan (Carlos Reygadas) ed Esther (Natalia López) vivono insieme ai figli nella campagna del Messico, gestendo un piccolo allevamento di tori da combattimento. Juan si divide fra la sua produzione poetica, conosciuta in tutto il mondo, e la selezione e l’allevamento dei tori, mentre Esther si occupa della gestione operativa del ranch. Gli equilibri della coppia vanno in pezzi nel momento in cui Esther si invaghisce dell’addestratore di cavalli Phil (Phil Burgers). Fra pulsioni difficili da contenere e sentimenti contrastanti, la stabilità della coppia viene messa a dura prova, costringendo Juan ed Esther a decisioni estreme per tentare di salvare il loro matrimonio.

In un’edizione della Mostra estremamente variegata per generi e contenuti, Nuestro Tiempo rappresenta la visione scomoda, spiazzante e dalla difficile classificazione che rinvigorisce un concorso giunto ormai agli ultimi giorni, tradizionalmente dall’appeal meno elevato. In poco meno di 3 ore, Carlos Reygadas mette in scena un trattato sulla vita sentimentale e sessuale di coppia, scardinando alla base le nostre certezze e i nostri punti di riferimento con un racconto mai prevedibile o accomodante e trovando nei tori allevati dai protagonisti una spalla allegorica per esaltare il sottile confine fra valori e passione che governa umani e animali.

Nuestro Tiempo racconta i compromessi che dobbiamo accettare per mantenere ciò a cui teniamo

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Dopo una prima ora dai ritmi blandi e dall’andamento ondivago, utile però a porre le basi del racconto, veniamo trascinati in uno scontro emotivo e psicologico che scuote, affascina e a tratti indigna per la sua rappresentazione della fedeltà coniugale come un’utopia e per la sua esaltazione della massima apertura sessuale all’interno e all’esterno della coppia. Dopo aver provato sulla propria pelle, durante il precedente matrimonio, quali siano le ripercussioni emotive di una passione non soddisfatta, Juan ha scelto un approccio estremo e particolarmente difficile da accettare per la morale comune, ovvero concedere a Esther la massima libertà sessuale all’esterno del matrimonio. Un sistema basato sulla verità e sulla trasparenza, che entra però in crisi nel momento in cui Esther cerca maldestramente di nascondere la sua avventura extra coniugale con Phil.

Da questo momento, Nuestro Tiempo prende una tangente sempre più perversa, ma allo stesso tempo costantemente intima e umana, mostrando i disperati tentativi da parte di Juan di porre fine a quella che teme come una minaccia per il proprio matrimonio, anche a costo di spingere letteralmente la moglie fra le braccia di altri uomini. Dal canto suo, a Esther sembra non bastare questa libertà. Seguiamo quindi questa donna e moglie in profonda crisi interiore, che salta da un coito all’altro senza trovare soddisfazione, mentre intrattiene con il marito conversazioni perlopiù epistolari, che creano una barriera fisica all’interno della coppia ma allo stesso tempo permettono di essere sinceri e di scavare in profondità nei propri desideri più reconditi e nelle proprie più inspiegabili emozioni.

Nuestro Tiempo: un quadro di sincera e fallace umanità che ci lascia attoniti, ma con rinnovata speranza

Grazie anche alla regia asciutta e ficcante di Carlos Reygadas, che non risparmia allo spettatore nulla del travaglio psicologico dei protagonisti, Nuestro Tiempo riesce nel proprio intento di scombussolare le nostre sicurezze e di essere respingente ed avvilente e contemporaneamente intimo e lucido. Non mancano alcune forzature a livello di trama, e nell’atto iniziale e in quello conclusivo si ha la sensazione che il film si avvolga su se stesso, a causa della mancanza di sbocchi narrativi e di una certa ridondanza a livello di contenuti, ma questa nuova opera di Reygadas è esattamente quello che vorremmo vedere più spesso a un Festival, e più in generale nell’intero panorama cinematografica, ovvero una visione caustica e mai accomodante, che anche nei suoi momenti meno riusciti ci fa riflettere su ciò che siamo e su che cosa veramente vogliamo.

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Nuestro Tiempo supera continuamente le nostre barriere morali, giocando abilmente sul contrasto fra ciò a cui teniamo maggiormente e su cosa siamo disposti per mantenerlo. Come i tori su cui la pellicola indugia più volte, i protagonisti del film di Reygadas lottano, litigano e si scornano fra loro, andando contro i loro precetti e in una direzione non sempre precisa, ma mantenendo un concetto di famiglia che supera tutte le nostre reticenze etiche, in un quadro di sincera e fallace umanità che ci lascia attoniti ma forti di una rinnovata speranza.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.4