Non c’è campo: recensione del film di Federico Moccia

I giovani, l'amicizia e l'amore sono protagonisti del nuovo film di Federico Moccia, Non c'è campo, che si presenta come una versione teen del Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese.

Non c’è campo, ma non c’è neanche speranza. Federico Moccia torna dietro alla macchina da presa per riprendere a parlare dei suoi tanto amati ragazzi, non trasportando però questa volta i suoi personaggi letterari dalla pagina al grande schermo, ma basandosi su un soggetto nato da un’idea di Francesca Cucci e Chiara Bertini. Non manca però lo zampino dello scrittore romano, che contribuisce alla sceneggiatura della pellicola prodotta dalla nascitura FABULA Pictures di Marco e Nicola De Angelis, che vuole proporre nel panorama della scelta cinematografica un canale preferenziale per quel cinema giovane, fatto da giovani, per parlare ai giovani.

Peccato che ancora una volta la visione degli adolescenti contemporanei viene distorta ed estremizzata, una cartolina impropria della fase della crescita in cui ben pochi della fascia di riferimento di Non c’è campo sapranno riconoscersi.

Non c’è campo – Via i telefoni, si torna a comunicare faccia a faccia

Una classe superiore di Roma all’ultimo anno di scuola si reca al Sud per passare qualche giorno a contatto con le opere e i lavori dell’artista Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna), accompagnata dalle professoresse Laura Basile (Vanessa Incontrada) e Alessandra Cenci (Claudia Potenza). Sperduti nella cittadina di Scorrano nella Puglia rurale, la scolaresca sarà accolta da una notizia devastante: nel borgo non c’è assolutamente campo. Un’occasione, questa, per ripristinare il contatto vero con i propri compagni, per conoscere a fondo le persone che si hanno davanti, per maturare in quei giorni di distacco da una comunicazione fittizia. Una depurazione per liberarsi dalle catene imposte dagli smartphone, che travolgerà indistintamente adulti e studenti.

Gli automi del telefonino vengono spogliati dal potere del wi-fi nella commedia di Federico Moccia Non c’è campo e imparano a ristabilire un’unione umana senza dover neanche pagare tariffe aggiuntive. Il ritorno alla semplicità del paese si pone come contrappunto alla sovrabbondanza di elementi social che hanno reso la vita meno concreta e mentalmente virtuale. Per questo l’intuizione di Francesca Cucci e Chiara Bertini è un elemento non necessariamente originale, ma di certo interessante e possibile di ottimi sviluppi narrativi, questi ultimi purtroppo mancanti e sostituiti dalla banalità di soluzioni infruttuose.

Pur stabilendo con verosimiglianza la goliardia e il clima di classe, merito anche di giovani attori che fanno di tutto per dare un tono – seppur naturale e scherzoso – alle loro interpretazioni, la costruzione del tema di Non c’è campo, fatto di distacco dal mezzo tecnologico e approccio alla bellezza della parola pronunciata, si perde nell’accostarsi ad una versione teen del Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese, uscendo perciò fuori dalla carreggiata del suo presunto obiettivo e muovendo i fili della trama attraverso canonici segreti e scottanti rivelazioni.

Non c’è campo – I giovani, l’amicizia e l’amore ancora una volta secondo Federico Moccia

non c'è campoTrattando maggiormente l’amicizia di un gruppo di adolescenti prossimi alla maturità, Federico Moccia non perde occasione per mostrare il suo bizzarro concetto di amore e relazioni, di certo stavolta più misurato e forse improntato maggiormente su una realtà non poi così lontana, ma comunque intento a rivelare in più punti la sua visione marcatamente smielata, che poco oramai ha a che fare con la nozione di romantico (se mai ne avesse veramente avuto).

Tenuto insieme da una serie di eventi che non fanno altro che far sperare allo spettatore di veder sopraggiungere al più presto la fine del camposcuola pugliese e legato insieme da un montaggio realizzato da Carlo Balestrieri tanto impreciso quanto bambinesco, Non c’è campo è l’ennesima prova della difficoltà di rappresentare veramente al meglio i giovani di oggi, che siano questi ossessionati dalla mania dei cellulari o semplicemente in conflitto con i desideri, i sogni, i dubbi della loro complessa età.

Non c’è campo è in uscita nelle sale dall’1 novembre con Koch Media.

 

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

2.1