Motori Ruggenti: recensione del documentario di Marco Spagnoli

In attesa dell'uscita di Cars 3, arriva nella sale italiane Motori Ruggenti, il documentario di Marco Spagnoli che celebra la passione italiana per le auto.

Passione e libertà: questi i due termini ricorrenti nel documentario Motori Ruggenti diretto da Marco Spagnoli, in uscita nelle sale italiane la prossima settimana, il 25 e il 26 luglio. Due sentimenti che ben riassumono il rapporto atavico dell’Italia con le auto, questi veicoli così radicati nella nostra storia e identità nazionale.

“Passione è la parola che ritorna a più riprese nel documentario» dichiara lo stesso regista, «ma non è stato qualcosa di pensato a tavolino e non ho chiesto ai vari intervistati di parlare della loro passione per l’auto. Si è trattato di un meccanismo assolutamente spontaneo, una parola che è emersa senza che noi insistessimo”.

Dagli inizi del ‘900 al boom economico, dalla Mille Miglia ai campionati di Formula Uno, passando per il cinema d’animazione e, ovviamente, il Saetta McQueen di Cars 3, il prodotto finale è un collage di interviste e materiali d’archivio della durata di un’ora, presentato dallo stesso Spagnoli a Roma presso il The Space di Piazza della Repubblica, in compagnia del pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella, della campionessa di rally Prisca Taruffi, della voce italiana di Saetta McQueen, Massimiliano Manfredi, e dello storico Federico Paolini.

L’obiettivo di Motori Ruggenti è quello di sviscerare l’amore nostrano per le auto, lungo un itinerario che si snoda per tutto il ‘900.

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Attingendo a materiali di repertorio provenienti principalmente dall’Istituto Luce e dall’Archivio di Quattro Ruote, non mancano tuttavie le testimonianze dirette di giornalisti, protagonisti del mondo automobilistico o semplici appassionati, che contribuiscono a trasmettere presso il pubblico il proprio amore per le automobili. Come quello di Fisichella, che nel corso della conferenza stampa, a questo proposito dichiara:

“Ho ereditato la passione per le auto da mio padre. Già a cinque anni sedevo al suo fianco per vedere le gare in televisione”.

O ancora si pensi al rapporto tra donna e auto in ambito sportivo, unica disciplina in cui donne e uomini sono sullo stesso livello, su cui si sofferma Prisca Taruffi, figlia del celebre pilota Piero Taruffi, che a proposito della sua scelta di dedicarsi completamente al mondo automobilistico aggiunge:

“Anche io l’ho ereditata da mio padre. Era un uomo incredibile: l’auto a forma di siluro, che si vede nel documentario, l’ha realizzata nel garage di casa ottenendo poi numerosi record di velocità”.

A queste testimonianze si aggiungono poi alcuni omaggi all’eccellenza italiana nel mondo dei motori, come quelli dei registi John Lasseter (Cars, Cars 2) e Brian Fee (Cars 3), entrambi affascinati dal particolare rapporto che lega gli italiani alle automobili. «L’automobile rappresenta il Paese e le sue contraddizioni», aggiunge a questo proposito Federico Paolini, storico di fama internazionale, i cui numerosi saggi sul tema costituiscono la fonte principale del film.

“L’entusiasmo per i motori è ancora vivo e forte in Italia, ma naturalmente si è evoluto. Mi riferisco ovviamente al fenomeno del car sharing, che, in Italia non decolla ancora del tutto perché tende ad avere un freno psicologico che gli rema contro ed è la convergenza, presente in particolare nelle vecchie generazioni, tra l’identità individuale e l’auto, per cui tendiamo a rappresentarci attraverso la nostra auto. Tutto questo fa sì che si faccia fatica a guidare un’auto senza proprietario”.

Alterando momenti informativi come questi ad altri di puro intrattenimento, il documentario rivela fin da subito la sua forte impronta disneyana, acuita ancora di più dalla colonna sonora composta da Max Di Carlo e dalla presenza, ovviamente, di Massimiliano Manfredi, voce narrante del documentario, nonché noto doppiatore di Saetta McQueen, che a questo proposito dichiara:

“Ho lavorato come doppiatore in film molto noti, ma la cosa meravigliosa è scoprire che molti, quasi tutti bambini, mi riconoscono per Cars, come mi accade spesso con i compagni di scuola dei miei figli”.

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Il film si avvale infine della partecipazione, oltre dei già citati John Lasseter e Brian Fee, che con il loro entusiasmo americano per l’Italian Style, costituiscono una sorta di filo conduttore di tutto il film, anche di Kevin Reher, Dustee Womack, Sabrina Ferilli, Edoardo Leo, Fabio Troiano, Matilda De Angelis, Rolando Ravello, Ivan Capelli, Gianfranco Mazzoni, Daniele Vicari, Alessandro D’Alatri, Matteo Rovere, Fabio Concato e Alessandro Roja. I diversi interventi, che alternano racconti in prima persona, di memoria e vissuto personali, a tentativi di analisi sociale, si presentano quindi come altrettanti tasselli di un mosaico che mira a ricostruire lo spaccato culturale nascosto dietro questi strani veicoli che così profondamente fanno parte della vita di ciascuno di noi.

Regia - 3
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.9

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