RomaFF14 – Motherless Brooklyn – I segreti di una città: recensione

La recensione di Motherless Brooklyn - I segreti di una città, il noir scritto, diretto e interpretato da Edward Norton e scelto come pellicola di apertura della 14esima Festa del Cinema di Roma. Nel cast anche Bruce Willis, Bobby Cannavale, Willem Dafoe, Alec Baldwin e Gugu Mbatha-Raw.

Motherless Brooklyn – I segreti di una città è l’opera seconda di Edward Norton come regista, a 19 anni di distanza da Tentazioni d’amore, entrambi anche interpretati dall’attore americano. Al suo fianco recita un cast di prim’ordine composto da Bruce Willis, Willem Dafoe, Alec Baldwin, Bobby Cannavale, Gugu Mbatha-Raw, Michael K. Williams e Cherry Jones.

La pellicola è un adattamento, curato sempre da Norton, dell’omonimo romanzo di Jonathan Lethem del 1999 (tradotto in italiano con il titolo Testadipazzo e poi ripubblicato come Brooklyn senza madre). La colonna sonora originale è stata composta da Daniel Pemberton, con la partecipazione di Thom Yorke e Flea per la canzone Daily Battles e del musicista jazz Wynton Marsalis.

RomaFF14 – Edward Norton su Motherless Brooklyn – I segreti di una città: “Il mio Lionel potrebbe essere protagonista di mille storie”

Presentato in anteprima al Telluride Film Festival il 30 agosto 2019 e successivamente il 10 settembre 2019 al Toronto International Film Festival, per poi essere scelto come film di chiusura del New York Film Festival e film di apertura alla 14esima Festa del Cinema di Roma.

Motherless – I segreti di una città: la trama del film

Motherless Brooklyn - I segreti di una città, cinematographe.itNew York. Anni 50. Lionel (Norton) lavora in un’agenzia di investigazioni guidata dal detective privato Frank Minna (Willis), suo mentore e protettore. Lionel è il braccio destro di Frank, che ne stima l’incredibile capacità mnemonica e la maniacale tendenza a collegare eventi e indizi, qualità sfortunatamente connaturate alla patologia di cui è affetto, quella di un’anarchica e incontrollabile porzione del suo cervello che spesso prende il sopravvento. Lui la chiama Bailey, per gli è altri è, più comunemente, sindrome di Tourette.

È un’operazione come tante altre quella dell’infausto giorno dell’omicidio di Frank, causa scatenante del processo di emancipazione di Lionel, il quale deciderà di risolvere da solo il mistero dietro la morte del suo padre spirituale e di far luce sullo spinoso caso a cui stava lavorando.

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Un mosaico contorto e caotico, come la mente dello stesso Lionel, lo condurrà al cuore della corruzione e della criminalità dietro la politica newyokese, ma lungo il percorso troverà anche Laura (Mbatha-Raw), l’anti femme fatale che riuscirà nell’impresa più grande, quella di cambiare Lionel per sempre.

Motherless Brooklyn –  I segreti di una città: Norton dietro la camera è Lionel davanti

Motherless Brooklyn - I segreti di una città, cinematographe.it

Edward Norton è un grande attore, non è una novità, non c’è mai stato un ruolo che lo abbia messo in dubbio. C’è invece molto più interesse nell’analizzare come si è comportato nel ruolo di autore di una pellicola a cui lavora da più di 10 anni, tratta da un romanzo molto complesso e dal quale si distacca in modo deciso.

Lionel è affetto dalla sindrome di Tourette, una patologia grave e invadente che provoca incontrollabili sprazzi verbali, con cui Norton gioca, in modo irriverente, delicato e ironico, senza mai esagerare o usarla per nascondersi. Il suo protagonista è totale, la sua evoluzione è evidente e trascinante e la sua fusione con tutto ciò che lo circonda è ragionata e dosata molto bene.

Assistiamo sullo schermo a un noir, fortemente tendente all’hard boiled all’americana, elegante, con dei rimandi classici al gusto di Chinatown, miscelate a dei movimenti e trovate hitchcockiane, ma moderno nei linguaggi e nei toni. Il cast è ben diretto e l’intesa con la bellissima Gugu Mbhata-Raw è notevole, così come le prove dei soliti Dafoe e Willis, che vincono e convincono solo con la presenza scenica. L’intreccio è ottimo, ma paga lo scopo del suo autore, che decide di distaccarsi sul più bello dal cinema di genere e di espandere il raggio di azione per toccare tematiche più grandi, come quella politica.

Motherless Brooklyn: il trailer italiano del film di e con Edward Norton

Un film che fintanto che rimane sui suoi binari diverte, intrattiene e appassiona, ma quando osa rischia di perdersi, sia dal punto di vista delle trovate registiche e di fotografia sia in termini di scrittura. Ma l’errore, se così si può chiamare, rimane solo nelle intenzioni. In questo film nulla è lasciato al caso o è approssimativo.

Motherless Brooklyn – I segreti di una città: Edward, Jonathan e il loro amore comune

Motherless Brooklyn - I segreti di una città cinematographe.it

Sono passati 20 anni da quando Norton ha letto il romanzo di Jonathan Lethem e se ne è subito innamorato.

I due si sono conosciuti e si sono spesso confrontati sui temi di un libro libero nei toni, nei registri linguisti e nei limiti di genere, specialmente da quanto l’attore americano ha manifestato l’idea di adattarlo per il grande schermo. Dopo un lungo processo di lavoro Norton ha creato una creatura più sua che di Lethem, mantenendone però saldo il cuore e la libertà di scrittura, per un po’.

La pellicola sposta le azioni del protagonista in una New York anni ’50 in pieno boom edilizio, durante il quale quartieri come, appunto, Brooklyn, erano solamente agglomerati malfamati e fatiscenti. Cambia gli avvenimenti successivi alla morte di Frank e, soprattutto, introduce il personaggio di Laura, la figura innovativa del film di genere e terreno in cui si gioca il destino del film.

Norton sacrifica così la sua libertà appena conquistata, confezionando un film ragionato in ogni minimo dettaglio, ma legando a doppia mandata sia la sua natura che il suo scioglimento a Lionel. E di tutto ciò Laura ne è il simbolo.

La complessità della trama è speculare alle diramazioni e all’attività spasmodica della mente di Lionel, così come lo è la colonna sonora, composta da un genere che vive di improvvisazione maniacale come il jazz, accostato a una sovrascrittura e a una rielaborazione continua di brani appartenenti alla musica contemporanea. Così come lo è, anche, il racconto di come la fumosa e stagnante città di New York sia diventata, a un prezzo molto caro, quel moderno ordine caotico che è al giorno d’oggi.

Fin qui un’ode al personaggio e al libro di Lethem, ma, dove lo scrittore non ha sacrificato sull’altare di Lionel il suo racconto, Norton invece si inginocchia e posa ai piedi del personaggio (volendolo, attenzione) la sua autorialità, donandogli la famigerata Laura. Femme non fatale nel film, ma fatale sicuro nel trasformare un genere cinico e oscuro in una pellicola benpensante, un po’ buonista e un po’ da favola della buonanotte.

A voi se condannare o premiare la sua scelta.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8